(35esima puntata). Era un bel pomeriggio quel lontano venerdi del 12 settembre 1931, quando il muratore Giuseppe Venturini, stava demolendo un soprammattone che chiudeva una finestra (esiste ancora n.d.r), dell’antico Palazzo Monti-Lapi ,( ma in quel periodo era di proprietà della famiglia Savi e al piano terra aveva sede la Scuola secondaria “Giovanni Lapi” ed attualmente sede del C.R.S. Fra i mattoni e i calcinacci , cadde a terra, senza che il muratore se ne accorgesse un sacchetto di pelle.
Terminato il lavoro e sceso dall’impalcatura il muratore tolse i calcinacci appoggiandoli al muro per poi portarli agli scarichi. Ma il destino volle che due ragazzini borghigiani che giocavano in quel luogo (davanti all’attuale ristorante il Duca, tanto per capire dove), Alessandro Gabbrielli di 9 anni figlio del fioraio Giulio e Renzo Giovannini di 10 anni, (lontano cugino dello scrivente di queste note), trovarono questo sacchetto chiuso da una stringa di cuoio e lo portarono al babbo del Gabbrielli, Giulio. Quando fu aperto si accorse che era pieno di un centinaio di monete d’oro per un peso di quasi due chilogrammi!!
Ma la notizia si sparse per il paese e i carabinieri vollero fare una indagine giungendo al Gabbrielli che volente e/o dolente dovette consegnare il malloppo alla autorità giudiziaria.
Galleria fotografica
Il Palazzo, come sopra scritto di proprietà Monti, quindi Lapi e successivamente Savi, e in quel periodo (1931) Mazzocchi-Niccolai, quest’ultima famiglia decise di restaurare e ripristinare le facciate del palazzo, compresa l’antica finestra chiusa. Si ritiene che il prezioso sacchetto possa essere stato murato dalla famiglia Savi, quando il paese fu invaso dalle truppe francesi (1799), che per ruberie, sconcerie e atti violenti erano dei “maestri”. Una volta reso il contenuto ai legittimi proprietari del palazzo, le monete furono tutte fotografate da Foto Tassini stilando poi l’elenco del tesoro venuto alla luce.
Ed ecco quello che conteneva il sacchetto: 3 monete di Alessandro Farnese, Duca di Piacenza; 11 monete di Luigi XIV, Re di Francia; 3 monete sempre di Luigi XIV, ma di dimensioni più piccole; 1 moneta di Luigi XIII, Re di Francia; 2 monete di Francesco I°, Duca di Modena e Reggio; 1 moneta di Onorio II°, Principe di Monaco; 1 moneta di Giovanni V, Re del Portogallo; 1 moneta di Papa Urbano VIII; 1 moneta di Papa Innocenzo X; 1 moneta di Bologna; sull’altro lato Alessandro VII; una moneta della Città di Ginevra; 1 moneta di Casa Savoia; 1 moneta di Corrado II°, Governatore della Repubblica di Genova; 1 moneta del Principe Federigo Errico (1641); 1 moneta di Cosimo III°, Granduca di Toscana ( fior di conio); 1 moneta di Carlo II°, Re di Spagna; 3 monete di Filippo V, Re di Spagna; altre monete del Re di Spagna ma di dimensioni più piccole; 53 monete di Carlo II° e Filippo V, del tipo delle precedenti ma assai ben conservate ed in gran parte ribattute. Totale 89 monete d’oro.
All’interno c’era anche una pergamena ceralaccata rimasta integra dopo ben 140 anni. Deve essere stata simpatica la scena della famiglia Savi nel nascondere il sacchetto in un vuoto della finestra murando poi il tutto, così come avrà strabuzzato gli occhi il vecchio fioraio Giulio Gabbrielli ( detto i “soragalla” ), che si era trovato davanti un bel tesoretto.
Foto 1: Un particolare del palazzo conosciuto come “La Magnolia” in via Pananti
Foto 2: La finestra -terrazza chiusa dove era custodito il sacchetto di monete d’oro.
Foto 3: Alessandro Gabbrielli davanti al suo negozio di fiori. Quando trovò il sacchetto aveva 9 anni.
Foto 4: Monete del ‘600 ( foto di repertorio)
(foto e archivio A.Giovannini)