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Giovanni Villani. L’antico storico di sangue mugellano

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Giovanni Villani fu sicuramente uno dei più grandi storici del Trecento, non solo per la mole d’interessanti notizie che ci viene dalla sua Nuova Cronica, opera monumentale che ebbe una grande diffusione nei secoli successivi, ma anche per la minuziosa descrizione degli avvenimenti del periodo medievale. Una descrizione che assume un grande valore soprattutto per un semplice fatto; lui a quel tempo C’ERA, era un contemporaneo testimone oculare perlomeno di una parte di quelle vicende che invece gli storici generalmente raccontano tramite documenti e a volte, purtroppo, anche solo per sentito dire.

Nacque a Firenze tra il 1275 e il 1280 e con le donne ebbe un rapporto di grande intesa. Rimasto scapolo impenitente fino a trent’anni nonostante avesse avuto un primo figlio illegittimo (Bernardo), poi si sposò due volte (Sobilia e Monna), la seconda quando aveva quasi cinquant’anni. Dalle consorti, che evidentemente erano gradite, ebbe almeno 6 figli (Francesca, Francesco, Villano, Matteo, Giacoma, Ghetta) e già che c’era nel tempo libero si adoperò per generare pure un'altra bambina illegittima (Maria). Insomma, tempo a gentil sesso ne dedicò parecchio, ma questo non gli impedì di esercitare numerosi ruoli di prestigio a Firenze.

Inizialmente collaborò e fu socio della compagnia Peruzzi per la quale girò il mondo da Roma alle Fiandre, ma non ci ha lasciato scritto se anche lassù in terra straniera concepì qualche “villanino” di straforo. Dopo un vuoto di circa otto anni nella sua biografia (dal 1308 al 1316), lo ritroviamo Priore per il sestiere di porta di San Piero nel 1316, ufficiale della Moneta nel 1317, ancora priore e consigliere nel 1322. Fu anche socio della compagnia Buonaccorsi di cui, dopo la riorganizzazione, prese la direzione insieme al cognato Vanni. Gli anni che seguirono furono ricchi di soddisfazioni per l’eclettico e bravissimo Giovanni: architetto di fortezze (nuove mura di Firenze e di Montecatini), ambasciatore (acquisto di Lucca, poi a Bologna presso il legato papale), magistrato (collegio del Biado contro la carestia), consulente fiscale (membro della commissione dell’Estimo, sovrintendente alla moneta d’oro e d’argento in rappresentanza dell’Arte di Calimala). Mi fermo qui per non annoiarvi oltre, ma fatto sta che le sue competenze erano davvero numerose e oserei dire prodigiose.

Fino a quando nel 1331 fu accusato di baratteria. Allora poteva capitare, capita oggi figuriamoci! Benché riuscisse a dimostrarsi innocente per non aver commesso il fatto, ne rimase così amareggiato e offeso che accettò da quel momento solo incarichi minori. Non perse però il prestigio tra i fiorentini e l’alto incarico nella compagnia Bonaccorsi i cui grandi successi lo compensarono, non solo economicamente. La situazione precipitò nel 1341 quando la compagnia fallì e Villani fu incarcerato, insieme con dei parenti, perché sospettato di frode (1346). Morì due anni dopo contagiato dalla peste nera come racconta, senza indicare la data, il fratello Matteo continuatore del suo lavoro di storico.

Prima di cadere in disgrazia aveva trovato il tempo, tra donne e vita pubblica, di scrivere gran parte della sua Cronica, opera che aveva incontrato immediato apprezzamento e fortuna almeno dal 1340. Ma, direte, che c’entra il Mugello in tutto questo? C’entra, c’entra come sempre, perché il sangue mugellano nelle vene del buon Giovanni scorreva copioso! Dovete sapere che il suo babbo Villano di Stoldo di Bellincia era nato in una famiglia numerosa, udite udite, di Borgo San Lorenzo. E siccome a quel tempo arrivarono i cognomi, Giovanni di Villano diventò di colpo..Giovanni Villani! Forse nonno Stoldo o bisnonno Bellincia erano solo mercanti o contadini in Mugello, non possiamo saperlo, però sappiamo che babbo Villano si diede parecchio da fare.

Emigrato a Firenze s’immatricolò nell’Arte della lana e arrivò anche lui fino al Priorato (1300)! Dunque, siamo davanti a un altro mugellano di successo.
E la madre di Giovanni? V’accontento subito. Fia (diminutivo di Sofia) era anche lei mugellana doc, figlia di Ugolino da Coldaia e dunque proveniente da una famiglia di tradizione signorile legata ai nostri Ubaldini. E poi c’è la storia cui accennavo prima di quel “buco” di otto anni nella biografia di Giovanni.

Leggendo le varie carte si scopre, però, che il nostro personaggio pensò in quel frattempo di dare adeguato benessere alla famiglia “allargata”. Sbrigò affari nei dintorni di Colle Barucci e poi nel 1312 il nostro fenomenale Giovanni di Villano acquistò per sé ma, come si precisa nell’atto notarile, anche per il babbo che era sempre in vita, beni e terre a Montereggi, popolo di S.Maria a Buiano ai margini del Mugello. Al padre Villano il paese di Borgo San Lorenzo era rimasto proprio nel cuore, tanto che nel 1321 stipulando il suo testamento “Villanus q. Stoldi populi S.Proculi” lasciò scritto che “..legavit hospitali facto per Mezzaferrum Rainerii a Montereggi iuxta stratam qua itur ad Burgum St.Laurentii de Mucello”.

Insomma, che vi devo dire, penso che per lui quel bene non aveva solo un valore economico ma anche affettivo, tanto da far scrivere espressamente che si trovava proprio sulla strada che andava dritta fino alla sua amata e indimenticata Borgo San Lorenzo! 

 

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