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Vado a correre e torno: Si, viaggiare (per correre)

In giro per il mondo

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Ora, io non posso onestamente considerarmi un viaggiatore. Ammiro molto chi lo è, quelli che hanno sempre la valigia mezza pronta per poter scappare in qualche meta esotica o meno, ma purtroppo non posso definirmi tale. Lo so, non fa figo dire così, ma chi se ne frega, è la verità. Mi piace andare a giro, ovvio, ma adoro anche starmene a casina, perché da quel punto di vista mi sono scoperto piuttosto pigro.

Ed è qui che entra in gioco la corsa. Infatti un sacco di gare, maratone, mezze maratone e anche diversi trail (le corse sui sentieri, nei boschi, sui monti, di cui parleremo sicuramente), si disputano in varie parti di Italia e del mondo che vale la pena di visitare. Così, volendo, un viaggetto o due l’anno si possono fare. Puoi addirittura pensare in grande e pianificare, per esempio, di competere nelle Major Marathon (New York, Boston, Chicago, Berlino, Londra e Tokyo), ovvero le sei Maratone più importanti e partecipate del mondo; chi le porta a termine ha diritto a un certificato e sopratutto a una medaglia speciale che raccoglie le sei imprese. Se New York è il sogno di ogni Maratoneta, completare il percorso delle sei Majors è senza dubbio quello più proibito. Come ha fatto il nostro conterraneo Giacomo Consoli, che pochi giorni fa ha portato a compimento questa bella sfida, come ha raccontato qui.

Nel 2018 siamo andati a Roma per la maratona e quest’anno a Berlino, come avrete letto qui.
Devo dire che viaggiare per correre mi piace, è uno stimolo positivo. Piace anche, e forse sopratutto, la routine che si innesca in questi momenti. Arrivi, ti sistemi in albergo, vai a fare la corsa di rifinitura, quindi la mattina del sabato ti immergi nella baraonda degli Expò dove si ritirano i pettorali, e poi a spasso tutto il giorno, a fare il turista, cercando di allontanare il più possibile quella sensazione di frenesia mista ad ansia che immancabilmente ti assale il giorno prima di una maratona. Infine non resta che scegliere il ristorante per l’ultima cena, a base di pastasciutta, e quindi a letto presto, per cercare di dormire qualche ora. Nel post gara poi, fatta una bella sgranata e un meritato sonnellino, vai a spasso, rigorosamente con la medaglia al collo, fra i sorrisi di tante persone che ti scrutano divertite mentre ti trascini (letteralmente) per negozi, e gli sguardi di intesa con altri maratoneti “medagliati”, che si aggirano per la città tipo zombie, nelle tue stesse identiche e tragicomiche condizioni: esausti e felici.

Insomma, un’esperienza da provare.

Vi saluto consigliandovi una gran canzone, perfetta per andare a correre, magari da inserire in una playlist. “Hard Sun “ di Eddie Vedder, che fa parte della colonna sonora di un film bellissimo “ Into the Wild “, che se non lo avete ancora visto, cosa diavolo state aspettando?!

Baci e buone corse, Enrico

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