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Libri in Redazione - Le ciarle di Ciarleglio

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Dalla casa Editrice “Pagliai Editore” riceviamo e pubblichiamo: Si racconta che Leonardo da Vinci fosse riuscito ad addomesticare un ramarro. Non solo: lo aveva truccato per bene, mettendogli dei brillantini sulle scaglie e applicando delle ali posticce sul dorso. Lo scopo? Nasconderlo in una scatola e farlo uscire all’improvviso, provocando enorme spavento tra gli astanti. Lo scherzo è raccontato, assieme a un centinaio di storielle altrettanto divertenti, nel libro di Franco Ciarleglio Burle toscane (Sarnus, pp. 160, euro 12),che sarà presentato giovedì 6 luglio alle 18.00 nella Libreria del Teatro Niccolini (via Ricasoli, 3). Nato nel comune di Vinci nel 1949, Ciarleglio è esperto di tradizioni toscane, come ha dimostrato nell’ormai celebre Struscio fiorentino, uscito per la prima volta nel 2003, più volte ristampato, aggiornato (Il Canto dei Bischeri) e ampliato (Lo struscio toscano). Sua anche la fortunata trilogia degli “adagi” (Adagi ma non troppo, Adagi con brio, Adagi allegri andanti) dedicata ai modi di dire più curiosi della nostra lingua. Questa nuova fatica è dedicata a quello spirito ironico e giocoso che a Firenze chiamano il “ruzzo”, e che è fonte di un’infinita serie di scherzi, beffe e prese per il... naso. Alcune di queste sono antichissime, come quelle che ritroviamo nelle novelle di Boccaccio o tra le burle del Pievano Arlotto, protagonista della letteratura popolare del Rinascimento. Altre hanno origine in secoli più recenti, come quelle nate nell’ambiente della goliardia. Passando in rassegna questa collezione di aneddoti e racconti farseschi, intervallati dalle graziose incisioni dell’illustratore francese ottocentesco Grandville, scopriamo il significato storico o leggendario di rinomate espressioni della vecchia Firenze o di fuori porta (ad esempio “infinocchiare” oppure “portar cavoli a Legnaia”) e ci facciamo quattro risate riscoprendo storie e “storiellette” della tradizione orale, che intrecciano spesso l’intento comico con una buona dose di saggezza popolare. E che in diversi casi hanno come protagonisti personaggi celebri della storia fiorentina tra cui Dante, Galileo o Giotto, anch’essi artefici (o vittime) di esilaranti tiri mancini. Del resto è proprio a Firenze che fu fatto il primo pesce d’aprile...Gherardo Del Lungo (335 1373725)Eventi Pagliai s.r.l.tel. +39 055 7378721 [email protected]

 

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