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Viaggio estivo verso Barbiana: l’ Agesci sulle orme di Don Lorenzo

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Viaggio estivo verso Barbiana: l’ Agesci sulle orme di Don Lorenzo Viaggio estivo verso Barbiana: l’ Agesci sulle orme di Don Lorenzo
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San Benedetto Po, Ostiglia, Bagnolo San Vito. Sono questi i centri, in provincia di Mantova, da cui partirà il viaggio di un clan Agesci,  formato da circa venti ragazzi di età compresa tra i 16 e 21 anni più quattro capi educatori, in direzione Barbiana, dove arriveranno il primo agosto. Sfidando il caldo record di un estate quanto mai torrida il gruppo si metterà  in marcia per circa una settimana, dal 30 luglio al 5 agosto. Una realtà la loro che cerca costantemente la strada verso una formazione collettiva, e poi individuale, del cittadino capace di  un ruolo attivo nella società. Una strada dunque contro l’indifferenza, a favore della solidarietà e decisamente non finalizzata  a fare dei giovani delle grigie comparse bensì degli attori protagonisti in quel teatro, affascinante quanto complicato, qual è la vita.  E se questo è l’obbiettivo, questa la metà da raggiungere, il cammino non poteva non portare sulle orme di Don Lorenzo Milani. Riflessioni, queste, confermate dalle parole di Giona Scavini, uno degli organizzatori dell’iniziativa: "Ogni anno, in estate il clan si incammina in una settimana di campo mobile, durante la quale la comunità vive insieme, nello spirito che gli è proprio. La condivisione della strada e della fatica ci conduce ogni volta alla riscoperta di valori importanti, su cui scegliere un giorno di fondare la propria maturità di adulti responsabili delle cose del mondo. È la prima volta che il nostro clan si reca a Barbiana. Don Lorenzo Milani e l'esperienza di questo luogo sono un caposaldo e un riferimento per la cultura dello scautismo italiano. Dunque prima o poi è una meta a cui i ragazzi vengono avvicinati necessariamente”. Quello che ha colpito di più della figura di Don Lorenzo,  influenzando poi la decisione per il luogo da scegliere per l’estate 2015, è stata la sua capacità, non sempre a quei tempi al centro della didattica, di avvinarsi ai ragazzi, porli come capisaldi della sua vita per insegnare e far comprendere concetti necessari e inviolabili come la libertà di poter scegliere il proprio futuro,  di avere una coscienza individuale per cui abbassare la testa non diventi abitudine e la differenza che corre tra l'obbedienza ed il rispetto. In particolare c’è una frase, celebre, che è stata la base del percorso di avvicinamento  alla figura del “prete scomodo”,  avviato da mesi in vista del viaggio sui monti Mugellani, per quelle salite ripide e difficili che portano infine alla piccola canonica famosa in tutto il mondo: "Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto". Parole mille volte citate dal testo del 1965 "l’obbedienza non è più una virtù", e mille volte forti e cariche di verità. L’obbiettivo è dunque chiaro: avvicinarsi ad uno dei contemporanei maestri di vita e fare in modo che la sua vita, le sue idee, le sue ambizioni possano essere un esempio concreto da seguire. Un punto di partenza e d’arrivo insieme; verso l' affermazione di se stessi: come uomini, cittadini e liberi pensatori. "Noi crediamo che la storia di Don Lorenzo a Barbiana sia un'esperienza ancora viva, ancora imprescindibile e per questo da divulgare, progressivamente nel tempo. Per noi educatori tutto questo hai il senso della semina, una volta che sai di avere dei semi buoni e dei ragazzi capaci di accoglierli, non puoi esimerti dal regalarglieli…ecco, forse il nostro compito è proprio questo: fare da cassa di risonanza per uno strumento e per la sua musica che altrimenti suonerebbero troppo lontani per essere uditi correttamente dai nostri giovani”. In questo crede Giona Scavini, così come tutto il gruppo che si appresta a partire, per raggiungere e toccare con mano una porta qualunque, in una modesta stanza, in cui però è scritto in grande "I Care". E, ancora una volta, dunque, è chiaro che dando voce a chi si accosta a questo personaggio si scopre e si coglie a pieno il significato di quel posto, sperduto tra i monti,  e meta per gente da ogni dove. "Perché un viaggio a Barbiana - conclude Scavini - è, senza mezzi termini, un viaggio verso la vita".

 

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