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Vaglia. L'arte si riprende gli spazi comuni, con l'iniziativa 'Mostra l'arte'

Inaugurazione il prossimo 19 novembre al Centro Polivalente del Comune di Vaglia. Ecco gli artisti che parteciperanno e le loro opere

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Una delle opere in mostra Una delle opere in mostra © n.c
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Sculture e pitture nei giardini e nelle piazze. L’arte si riprende gli spazi comuni e collettivi, uscendo dalle stanze dei musei, per fondersi con i luoghi circostanti e dialogare con le persone. L’iniziativa “Mostra L’Arte” è una mostra diffusa e a rotazione di sculture e pitture, di artisti locali e non, che sarà inaugurata il prossimo 19 Novembre al centro polivalente del Comune di Vaglia.

“È un progetto di condivisione artistica diffusa, nel territorio vagliese, con un duplice obiettivo: far conoscere le opere sia degli artisti locali, sia di chi qui ha scelto di vivere e produrre arte; e in secondo luogo, invitare ad una riscoperta degli spazi comuni grazie al messaggio delle opere artistiche” spiega il sindaco di Vaglia, ed assessore alla cultura, Leonardo Borchi.

La particolarità di questa iniziativa, oltre ad essere non convenzionale nei luoghi scelti per esporre le creazioni artistiche, come le piazze e giardini, risiede anche nell’essere a rotazione: ogni opera può rimanere esposta da un minimo di un mese ad un massimo di tre, terminati i quali è necessario lasciar spazio all’opera di un altro artista.

Ideatore dell’iniziativa è lo scultore David August Kessler, olandese ma residente a Vaglia da molti anni: “L’incontro con Kessler è stato prolifico e stimolante, e abbiamo condiviso fin da subito la sua volontà di scardinare l’idea dell’arte chiusa in se stessa e “relegata” solo nei musei o nelle gallerie. Come lui, anche noi crediamo nella funzione sociale dell’arte e nel desiderio della sua massima fruibilità da parte di ognuno di noi” continua il sindaco.

In particolare, le sculture sono posizionate sopra delle pedane in acciaio, create appositamente per favorire un messaggio visivo riconoscibile e diretto con il paesaggio circostante.
Sono collocate a Vaglia, Pratolino, Bivigliano, Caselline e sono degli artisti: David August Kessler, Roberto Coccoloni, Niccolò Niccolai, Lauraballa, Valerio Mirannalti e Simone Azzurrini (land artist).

Oltre alle sculture, “Mostra L’Arte” prevede l’esposizione di opere bidimensionali quali tele e stampe, nella sala Nilde Iotti del Municipio, anch’esse a rotazione. All’inaugurazione saranno esposte le opere degli artisti Marco Casavecchi, Elisabetta Bani, Maria Teresa Gobber, Lauraballa e del collettivo “Donne in Cerchio”.

Conclude il sindaco: “Dopo la terribile esperienza della grandinata di fine settembre, di cui ancora si avvertono le conseguenze economiche e psicologiche, ci è sembrato opportuno lanciare un messaggio di fiducia e di speranza, nonché di bellezza, come solo la creazione artistica può veicolare. Anche per questo, ringrazio gli artisti che hanno aderito con slancio e partecipazione all’iniziativa”.

L’inaugurazione è prevista per venerdì 19 Novembre alle 17 al Centro Polivalente di Vaglia, in via Bolognese 1159. Sarà presente il Sindaco insieme agli artisti.

Queste le biografie degli artisti che parteciperanno alla mostra e le schede delle loro opere:

David August Kessler, “Monte Morello” pietra sintetica

Nato in Perù, trasferitosi con la famiglia in Olanda a sei anni, arrivato in Inghilterra per studiare belle arti, arriva in Italia nel 1974. Tra il 1980 e il 1995 si dedica completamente all’arte. Da questa prende una pausa intorno al 2000 per dedicarsi all’agricoltura. Dopo sei anni torna alla sua passione primaria e riprende a scolpire e a lavorare intensamente a progetti artistici.
La sua è un’arte che vuole generare stupore e una certa dose di confusione, mescolando elementi moderni con elementi del passato che non diano all’istante un’idea chiara della dimensione temporale in cui vanno collocati, ma lascino domande aperte allo spettatore. Artista convinto della funzione sociale dell’arte, contrario ad un’esposizione chiusa in se stessa e all’idea che l’arte debba vivere solo in musei, è fautore del progetto “Mostra L’arte”, un laboratorio culturale che cerca di portare nelle piazze più vissute delle frazioni del Comune di Vaglia opere di artisti e oggetti di valore.

Niccolò Niccolai , “Gaetano”pietra sintetica

Nasce a Castelfiorentino (FI) il 15 aprile 1948.
Compie i sui studi artistici tra Firenze e a Roma, presso la scuola di pittura di Franco Gentilini. Il passaggio all’Accademia romana gli permette di iscriversi all’Università Pontificia Lateranense, per approfondire i suoi interessi culturali, religiosi e artistici. Ritorna all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si laurea nel 1971 con il massimo dei voti. Dal 1973 al 2006 insegna al Liceo Artistico Leon Battista Alberti di Firenze. Nel 1985 Niccolai inizia un’intensa attività di scenografo, sia per il teatro lirico che per quello di prosa, e negli anni successivi ha ricoperto l’incarico di Ispettore Onorario della Soprintendenza ai Beni architettonici e ambientali, storici e artistici di Firenze nei comuni del Mugello. Dal 1999 collabora con l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, oggi Museo Galileo, facendo parte di diverse commissioni di studio che progettano varie mostre, tra le quali merita di essere ricordata quella su “La mente di Leonardo”. Nel 2013 si tiene in Palazzo Panciatichi a Firenze la sua mostra antologica, e sempre nello stesso anno gli è stata assegnata l’onorificenza di Accademico d’Onore dell’Accademia delle Arti del Disegno, dalla prestigiosa Accademia fiorentina.

Roberto Coccoloni, “Donna con secchio” ferro saldato

Nato a Cavriglia (AR) nel 1956, diplomato geometra, vive e lavora a Firenze.
Autodidatta inizia a scolpire la pietra nel 1990 e dal 1995 partecipa a mostre, concorso e simposi.
Tra le iniziative che lo hanno visto protagonista, ama ricordare: il FORENINGEN WOODSCULPTURE simposio Internazionale di scultura su legno in Danimarca; installazione alla presenza del dott. Antonino Caponnetto della scultura in refrattario “CAPACI ‘92” in località Sieci (FI); la personale al Convento di Monte Senario (FI); installazione della scultura “L’AIUTO” nella rotonda in via Carlo del Prete a Firenze; a Rovereto “Fondazione Opera Campana dei Caduti” donazione della scultura “Ambiente per la vita” in occasione della collettiva “HUMAN RIGHT 2010” e a Moncioni (AR) 1°classificato al concorso di scultura nel 2011 e nel 2013.

Lauraballa, “Libera” bronzo
Lauraballa nasce in Svizzera nel 1975, maturità artistica a Firenze, collabora con Atelier Alice a Firenze dove dipinge maschere con soggetti classici, sopravvive dipingendo vetrine per Natale. Vive e lavora a Prato dal 2001, dove apre il suo studio in centro.
Ha lavorato a stretto contatto con il mondo dell'artigianato e non solo. Per molti anni nei buskers tra Mercantia a Certaldo e Pennabilli e alla fiera dell’artigianato a Firenze, ha esposto in spazi non convenzionali e non: tra piccole gallerie tra Londra e Germania e luoghi amanti dell’arte.
Ultime mostre: Nel 2017 retrospettiva alla sala della Provincia, Prato. Nel 2019/2020 “Storia di una bambina lunare” , personale al museo di scienze planetarie a Prato e performance “Un abito nuovo “ con la danzatrice Giuditta Macaluso. Nel 2021, ideazione e organizzazione di“Artist Invasion”, un ponte per artisti e spazi espositivi non convenzionali; “La cura”, personale, mini mostra allo Show Room Fonderia Del Giudice, Firenze; “Spazi Liquidi”, personale mini mostra per Artist Invasion sul veliero Ganesh, Napoli.

Valerio Mirannalti, “Stupore” terracotta

Nato a Firenze il 1° gennaio 1971, vive e lavora a Fiesole (FI). Ha realizzato diverse mostre personali ed ha partecipato a innumerevoli mostre collettive ricevendo negli anni premi e riconoscimenti anche a livello internazionale.
Vanta un percorso di formazione vario e prestigioso finalizzato ad affinare negli anni le diverse tecniche artistiche. Dopo aver concluso il corso di studi presso l’Istituto d’Arte di Firenze ha frequentato lo studio del Maestro Del Bono per apprendere la tecnica del pastello (gessetto), con successive fasi di approfondimento e perfezionamento con la pastellista francese Sophie Amauger. Significative inoltre le partecipazioni negli atelier del Maestro Valerio Cheli e del Maestro Alessandro Berti per imparare la pittura ad olio “en plein air” secondo la tradizione dei Macchiaioli toscani. La Scuola Libera del Nudo con la Prof.ssa Sandra Batoni, presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, inoltre ha permesso di affinare il tratto e il disegno. Il lungo percorso presso lo studio del Prof. Vincenzo Ventimiglia (docente di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze) ha fatto acquisire le nozioni del modellato scultoreo e della formatura.

Simone Azzurrini, “In memoria dell’acqua che fu”, legno e pigmenti
Nasce a Firenze nel 1970, vive e lavora a Vaglia (Fi). A Firenze frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana nella sezione di Oreficeria, il Liceo Artistico L.B. Alberti, l’Accademia di Belle Arti nella Prima Scuola di Scultura. Sul territorio fiorentino lavora in laboratori e botteghe di oreficeria, argenteria, ceramica, modellistica. All’Accademia di Belle Arti di Carrara consegue l’abilitazione all’insegnamento. È docente di Discipline Plastiche e Scultoree nel Liceo Artistico U. Brunelleschi di Montemurlo (Po). Dal 2014 è Accademico Corrispondente e dal 2018 Ordinario nella Classe di Scultura all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Partecipa a mostre, simposi internazionali su pietra e marmo, a eventi con sculture installative site-specific temporanee e permanenti. Nel 2008 pubblica il libro “Le possibilità espressive del marmo e della pietra”, Editoria e Spettacolo, Roma. Nel 2020 nasce “Il Casello: I Binari dell’Arte sulla Faentina” con opere scultoree e installazioni intorno al Laboratorio.

Marco Casavecchi, “Don Chischiotte della Mancia”, tela mista
Autodidatta sperimentale sviluppa tecniche innovative senza seguire regole definite.Le lacune dovute alla mancanza di studio vengono colmate dall'istinto naturale della passione come espressione di stato d'animo sia nella pittura che nella scultura e nella scrittura. “D’arte si nutre il cuore” è il suo mantra.

Elisabetta Bani, “Le figure femminili negli Arcani Maggiori dei Tarocchi”, stampe

Nata a Firenze nel 1969, negli anni dell’infanzia trascorre i pomeriggi nel laboratorio artigiano dei nonni, dove si costruivano bambole, si dipingevano stoffe, si scolpivano pietra e legno. Ha frequentato la scuola di pittura e di illustrazione alla Scuola Internazionale di Illustrazione di Sarmede con il maestro Svjetlan Junakovic, e di vetreria artistica e ceramica alla scuola di arte ceramica di Montelupo, infine l’Accademia di Belle Arti di Firenze e la scuola di arte incisoria L’Armadillo del maestro Manuel Ortega. Ha fatto parte del gruppo Pitturattiva eseguendo varie opere murali da Firenze a Grosseto, nei circoli culturali e nei festival di arti di strada, come l’On the road festival a Pelago e Mercantia a Certaldo. Ha inoltre fatto parte del gruppo di autoproduzione Fake e del collettivo artistico ‘Città riciclante’ partecipando con lavori individuali ed esposizioni collettive alla Mostra dell’Artigianato di Firenze, al Festival della Creatività e al Metarock a Pisa. Ha realizzato una serie di personali e collettive di disegno e pittura a Firenze, e in altre città toscane. Nel 2010 ha realizzato le tavole dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi. Nel 2020 ha completato i tarocchi disegnando le carte dei 56 Arcani Minori. Dal 2005 lavora per la scuola nella conduzione di laboratori artistici tematici rivolti ai bambini e agli adolescenti.

Maria Teresa Gobber, “La cava, colori acrilici su masonite”, tela
Maria Teresa Gobber, originaria del Trentino, vive e lavora prima a Firenze e da qualche decennio a Vaglia. Allieva del Maestro Manfredi. Pittrice figurativa, ha partecipato a numerose collettive e personali a Firenze, Fiesole, Poppi, Cesena, Ferrara, Torino, Trento. Ha ricevuto premi e riconoscimenti a Firenze, Lastra a Signa, Serravezza e Bologna. Ha esposto a Parigi e a Londra.

Donne in cerchio, allestimento per la sala “Nilde Iotti”
Donne in Cerchio è un collettivo informale nato nella primavera del 2020 in Mugello.
In fuga dalle restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19, le “Donne in cerchio” si sono ritrovate lungo i sentieri che attraversano i boschi, desiderose di relazioni, e intorno ad un telaio sospeso si sono riunite tessendo fili e amicizie.
Il loro tema è il cerchio, dentro e intorno al quale ognuna elabora in maniera libera e personale. Tessere il cerchio è infatti un processo che coinvolge mente, cuore, corpo e che porta alla creazione di un pezzo di sé. Il percorso è allo stesso tempo personale e collettivo e trova il suo giusto completamento nel diventare pubblico.

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