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I delitti del Mostro di Firenze. Caso ancora aperto? Incontro dibattito con l'autore del libro "La zona oscura"

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I delitti del Mostro di Firenze. Caso ancora aperto? Incontro dibattito con l'autore del libro La zona oscura I delitti del Mostro di Firenze. Caso ancora aperto? Incontro dibattito con l'autore del libro La zona oscura © n.c.
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Appuntamento per il 4 maggio alle ore 17,00 presso la libreria Mondadori Bookstore di Borgo San Lorenzo per ripercorre i luoghi del mostro di Firenze. Un incontro aperto al pubblico con l'autore del libro e dvd Paolo Cochi "La Zona Oscura", presentato da Saverio Zeni di OK!Mugello con la partecipazione di Chiara Elci di Teleiride e del blogger fiorentino Martino Rossi. La storia infinita.  L’ombra del dubbio sui delitti del Mostro di Firenze non sembra voler dissolversi neppure oltre 50 anni dopo il primo omicidio del 1968. L’ultima svolta nel caso del Mostro di Firenze sembra far emergere uno scenario investigativo “alternativo” alla versione ufficiale e davvero inquietante: e se davvero i “compagni di merende” fossero estranei alla serie di delitti che insanguinarono le colline intorno a Firenze tra il 1968 ed il 1985? Alla base di tale sconvolgente ipotesi vi è la lunga e dettagliata inchiesta giornalistica condotta “fuori dagli schemi” (con coraggio e determinazione) da Paolo Cochi, che allo studio del caso del Mostro di Firenze ha dedicato molto tempo e ha coinvolto illustri professionisti del mondo dell’investigazione e delle Scienze Forensi. Oggi il caso è ancora aperto. " La vicenda del mostro ha attraversato mezzo secolo di storia giudiziaria ed investigativa del nostro paese.  Il Mugello , come scrivo nel libro e sottolineo nel documentario è il territorio nel quale sono avvenuti due degli otto duplici omicidi e vi è anche la localita' dove il "mostro" spedì la famigerata lettera con il feticcio, destinata al Magistrato donna Silvia Della Monica. Una zona dove ci furono un  nutrito numero di testimoni, che,  videro l'uomo seguire la coppia di ragazzi uccisi nel 1984. Un identikit, dimenticato per tantissimi anni ed un'indagine che doveva essere più incisiva e soprattutto più considerata dagli investigatori .  Letti i documenti di indagine e gli atti processuali, non si può non pensare, che il mostro abbia avuto un legame diretto con questo territorio. Di certo non come abitante, ma di sicuro come frequentatore abituale o anche occasionale. Son troppi i chilometri che distanziano le localita' mugellane, teatro degli omicidi, con gli altri luoghi dove sono avvenuti i delitti. L'autore aveva di sicuro una "base di appoggio" nelle zone mugellane. Tutti i profiler realizzati dai piu' illustri criminologi , FBI compresa , indicano che le zone mugellane erano i luoghi giusti dove cercare il soggetto." I troppi anni trascorsi, quasi certamente, non ci consentiranno, mai di sapere l'identità certa del mostro. Tuttavia ritengo che ci sia un dovere morale di tener viva la memoria e continuare a sottolineare che nessuna verità storica tangibile è mai emersa e che nessun risarcimento, ne morale, ne economico è stato mai riconosciuto ai parenti delle vittime . Noi Non vogliamo dimenticare!" Sono queste le dichiarazioni e intenzioni dell'autore per riportare all'attenzione del pubblico un caso che ha sconvolto il nostro territorio per oltre 25 anni di terrore.

 

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