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Verso un “Nuovo Umanesimo” - Conferenza di Marianini al Lions Club Mugello

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Verso un “Nuovo Umanesimo” - Conferenza di Marianini al Lions Club Mugello Verso un “Nuovo Umanesimo” - Conferenza di Marianini al Lions Club Mugello © n.c.
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Interessantissima conferenza della dotto.ssa Elisa Marianini, storica dell’arte ed affermata artista,  in occasione di un simposio organizzato dal Lions Club Mugello presso i locali del ristorante “Porta di Levante” a Vicchio di Mugello, che si è svolto lunedi scorso 5 novembre 2018. Presentata  da Fabio Bedeschi, presidente del Lions Club Mugello (erano presenti molti soci con i loro famigliari ed alcuni ospiti del club mugellano), Elisa Marianini con la sua forbita parola (eravamo vicini il giorno prima a Villa Pecori Giraldi per parlare dei Monumenti nel Mugello per i Caduti della Prima Guerra Mondiale) ha riassunto quello che è il “nuovo umanesimo”. Ecco uno stralcio: “- In questa società dove i valori dell’uomo sono sempre più accantonati, dove l’intolleranza ha spesso la meglio sull’uguaglianza, riscoprire un “Nuovo Umanesimo” mi è sembrato appropriato, dato che nel corso degli anni ho sempre cercato di proporlo anche attraverso la mia arte pittorica. Come pittrice e storica dell’arte non potevo non affezionarmi a questo stupendo periodo storico che porta ad un rinnovamento culturale, artistico e filosofico. Nel 1452 l’ umanista Giannozzo Manetti attraverso il «De dignitate et excellentia hominis» ci parla dell’uomo come di una meravigliosa macchina creata da Dio a sua immagine, fonte anche di piaceri che derivano dalla sua fisicità ma che non sono assolutamente da condannare, segnando un passaggio dalla centralità di un dogma religioso medievale a quella dell’essere umano rinascimentale. Pico della Mirandola - umanista alla corte di Lorenzo Il Magnifico -   pensa l’uomo come un camaleonte, alludendo al suo farsi artefice di se stesso e alla sua libertà e dignità, la quale non consiste nel suo essere, ma nel suo divenire. L’uomo può vivere le cose terrene ma aspirare anche alle cose superiori. Partendo da queste premesse - nella mia mostra in corso con trentacinque opere ad encausto e colori iridescenti dal titolo “Volammo davvero in direzione ostinata e contraria”  - ho inteso omaggiare Fabrizio De André a quasi venti anni dalla morte proponendo il tema dell’uomo, con una visione molto più positiva rispetto a quella cantata  dall’artista genovese,  unendo alla sua poetica le concezioni neoplatoniche, per aprire  uno spiraglio di luce nel buio di molte esistenze. De André è riuscito a trattare  temi sociali in maniera alta ma con un linguaggio per tutti, narrandoci in modo estremamente umano le difficili vicende degli ultimi, dei diseredati, dei suicidi, degli emarginati in genere. Tutte le  mie opere aspirano ad un incontro tra cielo e terra, dove l’uomo ritengo sia il riflesso di un ordine superiore, a metà strada tra il divino e il terrestre: uomo come elemento di raccordo capace di unire i due mondi. Spesso, nel comune pensare, per celeste si allude però a qualcosa di superiore, positivo, alto, spirituale e per terrestre a qualosa invece di inferiore, negativo, basso, materiale. Nella nostra società associamo alle cose alte pensieri positivi, ne sono la riprova le comuni espressioni di “alta moda”, “alta società”, “alti ideali”, “grazie al cielo”, viceversa alle cose legate alla terra associamo spesso pensieri negativi, come nelle espressioni “essere terra terra”, ”bassezza”, “colpo basso”, “bassi istinti”. «Nessuno entra qui se non è un geometra»: questa era la frase scritta da Platone sulla porta della sua Scuola ma la geometria di cui il filosofo parlava non era solo quella formulata da Euclide, era invece una geometria più sottile che ricollegava le forme alle idee in una corrispondenza continua tra l’alto e il basso, tra il divino e l’umano. La ricerca della libertà dell’uomo porta ad un viaggio fatto “in direzione ostinata e contraria”, che condurrà l’uomo alla consapevolezza della sua divina imperfezione, facendosi sostenitore di valori come la tolleranza, come il perdono, come la comprensione e il rispetto nei confronti degli altri,  ma soprattutto propugnando l’amore-“. Infine e non per ultimo Elisa Marianini ha ricordato che giovedi 17 gennaio 2019 alle ore 21 al teatro “Giotto” di Borgo San Lorenzo sarà a raccontare le sue sensazioni  e i suoi pensieri che l’ hanno guidata, accompagnata in questo viaggio da un gruppo di musicisti che suoneranno dal vivo le canzoni di Fabrizio De André in riferimento ai dipinti che saranno proiettati sul fondale scenico in un connubio di arte, musica e cultura. Il ricavato dell’evento sarà devoluto in beneficienza all’associazione Artemisia. E brava Elisa”! (Foto A. Giovannini)

 

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