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Paterno: prima condanna per gli Ottaviani. Pena sospesa: "Ora devono bonificare"

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Paterno: prima condanna per gli Ottaviani. Pena sospesa: Ora devono bonificare Paterno: prima condanna per gli Ottaviani. Pena sospesa: Ora devono bonificare © n.c.
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I proprietari della cava di Paterno, Lanciotto e Tullia Ottaviani (padre e figlia) sono stati condannati questa mattina (giovedì 24 novembre) dal Tribunale di Firenze (in un procedimento accessorio rispetto al principale) per non aver provveduto a mettere in sicurezza l'area della cava e per non aver bonificato successivamente il sito.

Questi sono i due capi d'imputazione che il giudice ha convalidato questa mattina a Firenze e che hanno portato alla dichiarazione di colpevolezza per  Lanciotto e Tullia Ottaviani (padre e figlia): come detto i proprietari della Cava di Paterno.

Secondo quanto previsto nel Codice dell'Ambiente, infatti, i due familiari sono stati condannati - per l'omissione di bonifica e la mancata messa in sicurezza -  all'arresto di 4 mesi ma la pena sarà sospesa dal giudice solo quando sarà compiuta la bonifica e il ripristino ambientale del luogo del sito a  carico dei proprietari.

Quella di oggi, è stata la sentenza di condanna, ed è possibile che la proprietà faccia ricorso - fanno sapere fonti tecniche - e quindi non è dato ancora sapere i tempi previsti per l'inizio delle operazioni di bonifica.

L'udienza del processo di oggi, definito "costola", era tra il comune di Vaglia e l'azienda. Le imputazioni sono nate - come abbiamo già scritto in quest'articolo- perché il 16 aprile 2014 il comune deliberò un ordinanza (numero 12) dove l'allora primo cittadino Fabio Pieri obbligava i proprietari alla messa in sicurezza dell’area di Paterno (quando ancora si non aveva chiara consapevolezza della gravità della situazione né del contenuto dei sacconi) ma i Lanciotto non eseguirono quanto descritto dal comune per ben due volte.

Sono stati invece scagionati dalle accuse la Produrre Pulito e l'Istituto di Sostentamento del Clero.

 

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