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Dimore storiche aperte. Non sono motomondiale, un po' di storia

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Dimore storiche aperte. Non sono motomondiale, un po' di storia Dimore storiche aperte. Non sono motomondiale, un po' di storia © n.c.
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Nel giorno in cui il "Valentino" nazionale, al MotoGP ha mancato per un guasto tecnico la rivincita contro il suo rivale Jorge Lorenzo, nel Mugello si sono svolte altre iniziative di carattere culturale e di conoscenza della storia del nostro territorio.  Domenica 22 Maggio, infatti, si è svolta la 6° edizione della Giornata Nazionale delle Dimore Storiche (ne abbiamo parlato qui), e nel Mugello erano aperte e disponibili ad una visita guidata ben otto strutture. Tra queste abbiamo scelto di visitare Villa Torre Palagio a Cavallina di proprietà della famiglia Cafulli, che ha offerto ai circa 50 visitatori una visita guidata da Francesca Curcio, laureata in storia dell'arte medievale e guida turistica, alla scoperta dei tesori storici della Villa e del Mugello in generale. La dottoressa Curcio, tra le sue doti, ha sicuramente anche l'arte oratoria con la quale ha catturato subito l'interesse dei presenti, per guidarli in un percorso storico che è iniziato dagli antichi etruschi, per passare dagli Ubaldini, dai Medici fino ad arrivare ai Tortelli Mugellani in un filo rosso tutto ben collegato e coerente, di cui riportiamo il testo:

Per iniziare vorrei parlare della storia antica del Mugello parlando degli Etruschi e delle loro vie di comunicazione con il Casentino ed altre aree della Toscana. Gli scavi recenti in località Poggio Colla hanno messo in luce una stele che reca una lunga iscrizione dalla cui traduzione ci si aspettano nuove scoperte su questa antica civiltà. Nell'alto Medio Evo sono da ricordare i Cattani di Combiate, l'attuale paese di Croci di Calenzano e soprattutto gli Ubaldini signori feudali del luogo insieme agli Alberti di Prato. La maggior parte dei castelli e degli altri possedimenti degli Ubaldini nel corso dei secoli furono acquistati dalle ricche famiglie dei mercanti e banchieri fiorentini tra i quali i Medici. Furono in principal modo Giovanni di Bicci e Cosimo il Vecchio che acquistarono dagli Ubaldini castelli, fattorie e anche il patronato su edifici ecclesiastici di grande importanza come il convento di san Bonaventura del Bosco ai Frati. I Pulci, alleati dei Medici acquistarono quello che adesso è il nucleo della villa di Torre al Palagio probabilmente nei primi anni del XV secolo e infatti nel Catasto del 1427 ne risultano i proprietari. I documenti ed anche la tradizione locale ricordano le allegre visite del giovane Lorenzo il Magnifico e della sua brigata di amici sia alla villa che nei paesi circostanti e tale fu il ricordo di tante liete passeggiate che Lorenzo scrisse un poemetto che potremmo definire di rime rusticane intitolato "La Nencia da Barberino" il cui originale si conserva oggi presso la Biblioteca Lauranziana di Firenze. Luigi Pulci non volle essere da meno con la sua "Beca da Dicomano" e quindi ci piace immaginare i due amici mentre in lieta compagnia recitano i versi dei loro componimenti nel giardino della villa. Alla fine del Cinquecento la villa passa ai Guadagni che la ingrandiscono e la ristrutturano; all'interno della villa si vedono ancora gli stemmi di questa importante famiglia mentre all'esterno, precisamente sopra l'ingresso, una targa in latino ricorda questa importante famiglia che in Firenze ebbe il proprio palazzo in Piazza del Duomo e precisamente dietro la cattedrale (si tratta del palazzo oggi sede della Regione Toscana). La caratteristica decorazione "a formelloni" che ancora si nota sui muri esterni della villa risale comunque a qual periodo e si è conservata attraverso i secoli nonostante le ulteriori ristrutturazioni. Nel XIX secolo la villa e le attigue pertinenze entrarono nel patrimonio dei Dufour Berté come dote di Ottavia di Neri Guadagni. L'Ottocento è il secolo che vede una nuova ristrutturazione della villa e anche l'impianto del bellissimo giardino ricco di essenze forestali da tutto il mondo come il cipresso della California, le numerose sequoie ed i cedri del Libano che vengono posti accanto agli alberi tipici del territorio come i tassi e i lecci. Luigi Cambray Digny e più ancora suo figlio Luigi Giuseppe si interessarono dell'agricoltura e delle coltivazioni possibili nel territorio e questo li rende simili ad altri nobili italiani come il barone Bettino Ricasoli che formulò il primo disciplinare del Chianti Classico. Per quanto riguarda il cibo oltre a citare Luigi Giuseppe de Cambray - Digny vorrei ricordare per prima cosa la coltivazione del castagno nonché, orzo e grano di complemento all'allevamento di ovini e bovini che per millenni hanno costituito le risorse alimentari delle popolazioni mugellane. La scoperta dell'America e la conseguente introduzione di patate fagioli e granturco migliorarono di molto la dieta degli abitanti del luogo a partire dal XVI secolo. Molti studiosi di medicina e di Storia concordano inoltre nell'affermare che fu proprio l'arrivo di questi nuovi alimenti a sconfiggere le epidemie di peste che effettivamente spariscono dal XVII secolo. Se prima del XVI secolo la cucina delle classi povere si basava sui pani prodotti con le farine di vari cereali e sulle castagne, a partire dal Cinquecento le sfoglie di farina si arricchiscono di un gustoso ripieno fatto di patate lesse ed altri aromi e nascono così i famosi tortelli mugellani, una bontà dappertutto apprezzata Dott.ssa Francesca Curcio

 

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Commenti 1
  • ELEONORA

    Interessante iniziativa. Mi piacerebbe essere informata circa queste visite a luoghi non accessibili a tutti. Grazie. Ottima spiegazione.

    rispondi a ELEONORA
    lun 23 maggio 2016 11:31