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Scarperia e San Piero. Il gruppo di maggioranza replica ai Cinque Stelle dimissionari

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Pubblichiamo la risposta del Gruppo di maggioranza del consiglio comunale di Scarperia e San Piero al comunicato degli ex consiglieri del Movimento 5 Stelle (clicca qui per il nostro articolo): 

Di seguito riportiamo fatti e argomenti inerenti le dimissioni dei consiglieri del Movimento 5 Stelle dal consiglio comunale di Scarperia e San Piero. Già stavamo lavorando a un comunicato in merito ma quello pubblicato sulla stampa locale dai due consiglieri dimessi, lancia una sfida al gruppo di maggioranza quasi a pretendere una risposta e perciò la raccogliamo ma con una premessa: duole constatare come l’ex consigliere Bini, nonostante abbia avuto a disposizione due anni e mezzo di consiliatura per confrontarsi faccia a faccia, richieda un confronto diretto con la maggioranza solo dopo essersi dimesso e per di più a mezzo stampa. Nel tempo avuto a disposizione, le occasioni di interfacciarsi nel senso proprio del termine non sono certo mancate, tuttavia gli interventi da parte del consigliere sono stati molto sporadici, così come risicata risulta la sua partecipazione alle assemblee dell’Unione dei Comuni di cui era membro. Pertanto suona un tantino discutibile appellarsi a una presunta mancanza di democrazia quando non si è stati in grado di misurarsi con il livello di competenza e partecipazione richieste dal ruolo.

Ma andiamo per ordine.

I fatti sono i seguenti: nella seduta consiliare del 18 ottobre scorso, i consiglieri del gruppo Movimento 5 Stelle, Viviana Rossi e Andrea Bini, hanno annunciato le loro dimissioni dal consiglio comunale di Scarperia e San Piero. Sono seguite dimissioni formali con la ratifica nel consiglio comunale successivo del 30 novembre e la procedura di surroga prevista dal regolamento è ancora in corso. Va poi ricordato che nel novembre del 2020 l’altra consigliera del gruppo 5 Stelle, Francesca Alati, ha lasciato il proprio gruppo diventando così consigliera indipendente. Sia Bini che Alati negli ultimi mesi sono stati sottoposti alla procedura di decadenza a causa delle troppe assenze ripetute ma la delibera è stata respinta dalla maggioranza del consiglio, consentendo a entrambi di proseguire il loro impegno, per inciso la consigliera Alati continua a risultare assente alle sedute.  

Innanzitutto ci preme sottolineare come questa corposa defezione rappresenti per i lavori del consiglio un regresso, poiché la riduzione delle minoranze appiattisce il dibattito che invece deve stimolare la maggioranza nell’elaborare le proposte di governo del territorio e pertanto siamo contenti che una nuova consigliera sia entrata a far parte dell’assemblea. Si evidenzia poi un secondo aspetto: è legittimo uscire dal proprio partito o movimento politico perché in disaccordo con le azioni di governo e le linee nazionali ma ciò non vieta di continuare a svolgere l’incarico di consigliere comunale.

Rispetto alle invettive lanciate dagli ex consiglieri la nostra posizione è la seguente: nessuno deride nessuno, non è vero che le minoranze vengono emarginate nel dibattito che invece spesso si protrae a lungo soprattutto con quei consiglieri di minoranza che, sapendo muoversi nelle dinamiche dell’assemblea, riescono a difendere le proprie tesi in sede di discussione. Definire egemonia quella del Partito Democratico è improprio dato che ogni amministrazione è eletta secondo le normative vigenti e perciò democraticamente, fermo restando che il nostro gruppo è una coalizione di centrosinistra formata, oltre che dal PD, dal Partito Socialista e da indipendenti. Rispetto alle procedure adottate nelle sedute consiliari, c’è da dire che ogni gruppo è chiamato a partecipare alle delibere da discutere presentando documenti propri: il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ha portato in effetti cinque documenti in discussione dall’inizio della consiliatura (giugno 2019).

La potremmo così definire un’occasione persa. Essere eletti al ruolo di consigliere non è questione da poco: si tratta dell’opportunità di rappresentare i cittadini, portando in consiglio le loro istanze e quelle del proprio pensiero politico anche se di minoranza, anzi, soprattutto se di minoranza. Perciò a prescindere dalle motivazioni che hanno spinto i consiglieri alle dimissioni, tale rinuncia rappresenta a nostro avviso un’occasione persa di dare il proprio contributo all’interno dell’istituzione democratica, perché sia beninteso: chi viene eletto può trovarsi in minoranza ma non “fuori dal sistema”. Perciò si rinuncia, anche legittimamente, e però si dedica impegno profuso nel denigrare e offendere a mezzo social e stampa il gruppo di maggioranza, il Sindaco e la Giunta Comunale. Si fa presente il fatto non per commentarlo o giudicarlo -non ne vale la pena- ma per prendere spunto ed esprimere un concetto molto spesso sottovalutato anche dall’opinione pubblica: militare in un partito o ricoprire cariche pubbliche, o entrambi, significa spendersi per una nobile causa che non è essere vilipesi ma porsi a servizio della comunità con competenza, onestà e dedizione.

Almeno, per noi è così.

Il Gruppo di maggioranza del consiglio comunale di Scarperia e San Piero.

 

 

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