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La trappola del finto green. Il neo-capitalismo energetico e la distruzione del paesaggio italiano

Vi sono alternative praticabili. L’ISPRA, ad esempio, suggerisce una strategia energetica più equilibrata, basata sulla diffusione del...

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La transizione ecologica, presentata come un'opportunità di progresso e sostenibilità, rischia oggi di tramutarsi in un vasto fenomeno di speculazione energetica travestita da ambientalismo. Secondo le valutazioni della Coalizione TESS, il cosiddetto "neo-capitalismo verde" starebbe favorendo un modello industriale aggressivo, sostenuto da sovvenzioni pubbliche e garantito da incentivi miliardari, che compromette in modo irreversibile il paesaggio italiano e i suoi equilibri socio-economici.

Il processo di industrializzazione delle rinnovabili, soprattutto nei settori eolico e fotovoltaico, si sta concentrando sulle aree più pregiate del Paese: crinali appenninici, colline storiche e territori agricoli di eccellenza. Qui si assiste a una corsa sfrenata all’installazione di grandi impianti, che non solo deturpano il paesaggio, ma minacciano l’identità culturale e produttiva di intere comunità locali. A fronte di oltre 6.000 progetti presentati a Terna — cifra già sei volte superiore agli obiettivi del PNIEC — si prospetta un'espansione industriale senza precedenti, favorita da incentivi pubblici ma priva di reale rischio d’impresa.

La critica si concentra anche sulla gestione centralizzata di queste operazioni, che esautora cittadini e amministrazioni locali, spesso ricorrendo a espropri e forzature normative. A pagarne il prezzo, oltre al paesaggio, è anche la democrazia territoriale.

Vi sono alternative praticabili. L’ISPRA, ad esempio, suggerisce una strategia energetica più equilibrata, basata sulla diffusione del fotovoltaico su edifici residenziali, industriali e logistici già esistenti. Questa via permetterebbe non solo una riduzione reale dei costi in bolletta e maggiore indipendenza energetica per i cittadini, ma anche la creazione di nuova occupazione locale, senza ulteriori danni all’ambiente.

Critiche severe vengono rivolte anche all’agrivoltaico, descritto come una pratica che maschera interessi speculativi dietro un'apparente integrazione tra energia e agricoltura. In realtà, la copertura dei suoli agricoli con pannelli solari riduce la fotosintesi e la produttività, generando un danno ulteriore a un settore già fragile.

L’impatto positivo sulla lotta ai cambiamenti climatici viene messo in dubbio: le emissioni italiane di CO₂ incidono in modo marginale sul totale globale. In compenso, però, le conseguenze della speculazione in atto rischiano di cancellare per sempre la bellezza paesaggistica, il valore storico e la biodiversità dei territori.

Di fronte a uno scenario così allarmante, la posizione della Coalizione TESS è chiara: la transizione energetica deve essere realmente sostenibile, equa e rispettosa del paesaggio. È urgente un cambio di rotta che ponga al centro la pianificazione territoriale, il coinvolgimento delle comunità e la protezione del patrimonio culturale e naturale italiano, prima che sia troppo tardi.

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