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Taglio IRPEF, dal 2026 le nuove aliquote: fino a 120 euro in più in busta paga

Le aliquote 2026 porteranno nuovi benefici economici ai contribuenti di una determinata fascia: tutte le novità sull'Irpef.

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calcolatrice banconote euro calcolatrice banconote euro © N. c.
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La prossima Legge di Bilancio mira ad alleggerire il peso fiscale che grava su pensionati e lavoratori dipendenti: quali aliquote cambieranno nel 2026. 

Il carovita continua a pesare sul portafoglio degli italiani, che si trovano quotidianamente a fare i conti con le spese sempre più difficili da affrontare. Un’inflazione che non lascia tregua, aumentando in modo persistente i costi della vita e riducendo, allo stesso tempo, il potere d’acquisto della moneta.  

Il tutto accompagnato dall’Irpef, che il cittadino deve corrispondere puntualmente rinunciando così ad una parte del suo ricavo economico proveniente dal lavoro. Nello specifico, si parla infatti dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, ossia una tassa che viene calcolata sulla base del reddito da pensione, lavoro o altre eventuali fonti.  

Il calcolo avviene con riferimento ad una divisione in diverse fasce principali, ad ognuna delle quali è applicata un’aliquota ed è di tipo progressivo. Per tutto il 2025, la divisione si presenta in 3 scaglioni. Risultato della Manovra del 2024, questi prevedono l’Irpef del 23% per chi ha un reddito fino a 28.000 euro, del 35% per chi ha un reddito compreso tra 28.001 e 50.000 euro e 43% per chi ha un reddito superiore a 50.000 euro. Un ulteriore movimento è previsto per il 2026 e mira a portare nuovi vantaggi per i contribuenti, con una riduzione di più di 100 euro.  

Come cambierà l’Irpef nel 2026: i vantaggi  

A partire dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore la nuova Legge di Bilancio che, stando a quanto si può prevedere sulla base delle simulazioni, mirerà ad avvantaggiare una fascia in particolare, quella dei redditi medi.  

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Lo schema per il prossimo anno dovrebbe prevedere ancora una volta una suddivisione in 3 scaglioni, nel quale le percentuali saranno in parte rimodulate. Dovrebbe restare invariata la fascia di reddito basso, per la quale l’Irpef sarà calcolata al 23%. 

Scenderebbe invece di alcuni punti percentuale l’Irpef dei redditi compresi tra 28.001 e 50.000, che attualmente subiscono i maggiori colpi resistendo con fatica alla pressione fiscale. Si assesterebbe sempre sul 43% l’aliquota per i redditi superiori a 50.000 euro.  

Ciò significherebbe in buona sostanza, ottenere una busta paga decisamente più alta per i redditi dello scaglione centrale, che vedranno il loro assegno lievitare anche di diverse decine di euro. La classe media, dunque, qualora lo schema restasse così impostato, arriverebbe a beneficiare di un notevole alleggerimento, che si potrebbe quantificare in un risparmio fino a 120 euro.  

Bisogna considerare ovviamente, che la buona riuscita del piano per il 2026 potrà essere il risultato di una gestione ottimale delle risorse disponibili da parte del Governo. Tra i dubbi emersi in fase di simulazione, infatti, vi è la capacità di copertura, che potrebbe costringere lo Stato a cercare risorse differenti per raggiungere l’obiettivo.