È la storia dell’attacco di Ramazzotto, proveniente da Monghidoro (il paese di Gianni Morandi) al castello di Vicchio, l’ultimo bellissimo lavoro teatrale di I.N.D.A.C.O teatro con l’altro APS , andato in scena domenica pomeriggio al Teatro Giotto di Vicchio davanti ad una sala completamente esaurita dal giorno in cui era stata data notizia di questa seconda data. Anche quelli che seguono regolarmente gli appuntamenti dell’associazione creata dalla passione e la tenacia di Tiziana Lorini, probabilmente sono rimasti sorpresi dall’ulteriore salto di qualità di ragazzi che hanno già dimostrato che la disabilità non è per forza un limite, riscuotendo grandi applausi per quel “Meravigliosamente non ho smesso di sognare” che li ha fatti conoscere in mezza Italia, e tornati ad esibirsi nuovamente nel loro Mugello con questo nuovissimo spettacolo teatrale dal titolo “Oh che bel castello” ispirato alla resistenza nel 1529 del piccolo castello di Vicchio rimasto fedele alla Repubblica di Firenze.
In puro stile “Stagione teatrale 2025” anche se loro hanno cominciato a lavorarci subito prima del covid, lo spettacolo inizia con una compagnia che deve recitare uno spettacolo, anzi, loro a differenza di alcune compagnie professionistiche che abbiamo visto quest’anno, cominciano addirittura dai provini per l’assegnazione delle parti, mischiando così, sapientemente il davanti ed il dietro della quarta parete, ed il risultato è eccezionale.
C’è di tutto in scena, gli inviati del Papa che fanno un accordo con Re Carlo V, il podestà mandato da Firenze a tassare i mercanti, Ramazzotto che ne narra le vicende, ci sono loro, Filippo Parenti (Che ai provini richiede esplicitamente una moglie bionda) ed il capitano Albizzo da Fortuna al quale viene chiesto di essere romagnolo ed elenca tutte le mete marine della costa, le tre donzelle interessate al benessere ed ai soldi, la pittrice, il sarto, il macellaio in una girandola di battute e musica, dalla sigla del Benny Hill show al Carmina Burana di Carl Orff per questa rappresentazione emozionante, curata sotto ogni aspetto, dai bellissimi costumi alle luci che creano effetti da grande performance.
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Il pubblico applaude senza riserve un gruppo ormai consolidato di attori e volontari che con la collaborazione della Società della Salute, del Circolo di Vespignano e del Comune di Vicchio hanno portato, sul palco del Giotto un pomeriggio pieno di colori, perché anche se l’Indaco è un colore che non si vede, il loro lavoro e la loro passione si vedono ugualmente, Eh Si! Si vedono eccome!


