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Sesto Fiorentino riscopre i suoi tabernacoli: il viaggio fotografico di Riccardo Dolfi tra memoria e identità

Riccardo Dolfi, con uno sguardo lucido e laico, riesce a coglierne non solo l’aspetto estetico, ma anche il valore antropologico e culturale.

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Uno dei tanti tabernacoli della pubblicazione Uno dei tanti tabernacoli della pubblicazione © Dolfi
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In un tempo in cui tutto sembra correre veloce, Sesto Fiorentino si ferma a osservare le tracce silenziose della propria storia. A farlo è Riccardo Dolfi, autore del volume Tabernacoli di Sesto Fiorentino (vecchi e nuovi), un progetto editoriale che unisce fotografia, ricerca e narrazione. L’opera nasce dall’esigenza di restituire attenzione a un patrimonio spesso trascurato: i tabernacoli e le edicole votive incastonati tra le strade, i muri e i crocicchi della città. Frutto di anni di esplorazione paziente tra vie secondarie, sentieri, boschi e angoli poco noti, il libro raccoglie decine di immagini che raccontano la presenza discreta di queste piccole architetture sacre.

Riccardo Dolfi, con uno sguardo lucido e laico, riesce a coglierne non solo l’aspetto estetico, ma anche il valore antropologico e culturale. Ogni tabernacolo documentato diventa un tassello di una mappa ideale che lega la comunità al suo passato, alla devozione popolare e a una forma di spiritualità che si intreccia con la vita quotidiana.

Il volume è impreziosito dalla prefazione del liutaio e filosofo Fabio Chiari, che ha saputo offrire un inquadramento riflessivo sulla funzione simbolica dei tabernacoli, e dal contributo del Prof. Enrico Bisenzi, autore dell’articolo Dai tabernacoli ai torrenti, che ha ispirato parte del lavoro di ricerca. “Riscoprire i tabernacoli significa riappropriarsi di una narrazione collettiva che unisce la comunità al proprio territorio in modo inclusivo e partecipato” – osserva Bisenzi, sintetizzando il senso più profondo di questa operazione di documentazione.

Ma Tabernacoli di Sesto Fiorentino non è soltanto un censimento fotografico. È soprattutto un invito a rallentare e guardare con occhi nuovi i luoghi che attraversiamo ogni giorno distrattamente. Nelle sue pagine emergono storie, leggende e frammenti di memoria popolare che restituiscono dignità a simboli un tempo centrali nella vita di quartiere. Tra gli esempi più suggestivi c’è il tabernacolo di via delle Forbici, legato al racconto di un’apparizione misteriosa che avrebbe protetto gli abitanti durante un periodo di grande difficoltà. Queste narrazioni, raccolte grazie alle testimonianze di residenti e studiosi locali, si intrecciano con un apparato iconografico che valorizza la varietà stilistica dei tabernacoli: dalle semplici nicchie murate alle edicole più elaborate, decorate con pitture, fiori e segni votivi.

Dolfi sceglie di raccontare la fragilità di queste presenze silenziose, spesso esposte al degrado e agli atti vandalici. Il suo lavoro diventa così un gesto di resistenza culturale: un modo per ribadire l’importanza di tutelare il patrimonio minore che costituisce il tessuto identitario di un territorio. Non si tratta solo di conservare immagini o di compiere un’operazione nostalgica. La riscoperta dei tabernacoli è anche un’occasione per riflettere sul senso di appartenenza e sulle responsabilità collettive verso ciò che abbiamo ereditato.

Nel libro, le fotografie si alternano a schede descrittive che illustrano posizione, stato di conservazione e caratteristiche architettoniche di ciascun tabernacolo. Alcuni sono ben visibili e curati, altri sopravvivono nascosti dietro recinzioni o vegetazione spontanea. L’insieme restituisce la varietà di un patrimonio diffuso che sfugge ai percorsi turistici ma racconta una storia profondamente radicata nella comunità sestese.

La pubblicazione si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso le forme di micro-patrimonio culturale: beni apparentemente marginali che invece costituiscono un prezioso strato della memoria collettiva. Proprio per questo motivo, il libro sarà presentato prossimamente durante un evento pubblico dedicato alla riscoperta del paesaggio urbano e rurale. Sarà un’occasione per confrontarsi sul tema della tutela e della valorizzazione dei tabernacoli e per condividere esperienze di ricerca e mappatura partecipata.

Con questo lavoro, Riccardo Dolfi offre un contributo originale al dibattito culturale e un invito a esercitare uno sguardo più attento e consapevole. In un’epoca dominata dalla velocità e dall’indifferenza, fermarsi davanti a un’edicola votiva può diventare un gesto di riconciliazione con la propria storia e con l’identità di un territorio che continua a parlare attraverso le sue tracce più discrete.

Tabernacoli di Sesto Fiorentino (vecchi e nuovi) si propone così come un omaggio alla memoria, ma anche come un atto di responsabilità collettiva verso un patrimonio fragile che merita di essere protetto. Un libro che invita a riscoprire il valore di ciò che spesso diamo per scontato e a riconoscere, dietro ogni immagine polverosa, la storia di una comunità.

 

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