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“Fu come parlare con un padre”: il ricordo di Sergio Pietracito, presidente delle vittime del Forteto, per Papa Francesco

Il 30 agosto 2017 l’incontro privato in Vaticano. “Ci chiese perdono per chi ci aveva ignorati. Una giornata che non dimenticheremo mai”

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Pietracito che abbraccia Papa Francesco Pietracito che abbraccia Papa Francesco © Ass. Vittime Forteto
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Fu come parlare con un padre, un famigliare strettissimo”. Con queste parole, Sergio Pietracito, presidente dell’Associazione delle vittime del Forteto, ricorda l’incontro avuto in Vaticano con Papa Francesco, avvenuto il 30 agosto 2017, all’indomani dell’udienza generale. Un momento che ha segnato profondamente le coscienze di chi ha portato per anni il peso di una tragedia taciuta, sottovalutata, insabbiata.

Nel giorno successivo alla scomparsa di Papa Francesco, Pietracito ha voluto condividere un pensiero pubblico che è al tempo stesso un ricordo personale e un atto di gratitudine profonda. “Chiedesti perdono per un territorio quasi tutto indifferente e complice che definiva le vittime ‘presunte’. Grazie, grazie, grazie per averci al posto loro ascoltato in quella giornata che fu anche un tentativo di riconciliazione tra tutte le categorie di vittime del Forteto”.

L’incontro con il Pontefice era stato fortemente voluto dall’associazione e mediato dal cardinale Giuseppe Betori, già autore, nel 2015, di un accorato appello di vicinanza e di perdono durante un’omelia in Santa Maria del Fiore. La richiesta di quel faccia a faccia era nata nei giorni in cui Francesco si era recato a Barbiana, luogo simbolo dell’educazione e dell’impegno sociale, violentato nei suoi valori dalla strumentalizzazione operata da Rodolfo Fiesoli, il fondatore del Forteto, che si era accreditato per anni come erede del pensiero di Don Milani.

Quel 30 agosto del 2017, in Vaticano, non fu solo un incontro: fu una presa di coscienza da parte della Chiesa, un gesto di ascolto verso chi per decenni non era stato ascoltato. Una delegazione eterogenea di 15 persone, fra iscritti e non iscritti all’associazione, partì dal Mugello per incontrare Francesco. “Fu un tentativo – ha aggiunto Pietracito – di aprire una breccia, di ricucire. Poi, sappiamo com’è andata: interessi vari a più livelli e scheletri negli armadi hanno demolito tutto, affievolendo la speranza”.

Oggi, nel giorno del lutto che ha colpito milioni di fedeli in tutto il mondo, quella testimonianza assume un valore ancora più profondo. Non solo per chi fu vittima del Forteto, ma per chi crede che la verità, la giustizia e la vicinanza umana debbano sempre trovare ascolto, anche nelle stanze più alte. “Grazie – conclude Pietracito – per averci ascoltato quando nessuno voleva farlo. Grazie per aver chiesto scusa al posto di chi, pur potendolo, non lo ha mai fatto”.

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