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La rotonda del Brunelleschi restituita al decoro grazie a un progetto di cittadinanza attiva

L’intervento si inserisce all’interno di un più ampio progetto di valorizzazione e musealizzazione del complesso, che culminerà nella...

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Rotonda del Brunelleschi Rotonda del Brunelleschi © Galli Torrini ufficio stampa
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La Rotonda del Brunelleschi, parte del complesso monumentale di Santa Maria degli Angeli a Firenze, è stata recentemente oggetto di un importante intervento di ripulitura delle mura esterne, compromesse da anni di scritte vandaliche. L’iniziativa è stata condotta dalla Fondazione Angeli del Bello in collaborazione con il progetto Custodi del Bello e con il supporto dell’ANMIG di Firenze (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra), che ha reperito le risorse necessarie. Il lavoro è stato eseguito con tecniche specifiche, attrezzature adeguate e particolare attenzione al rispetto del patrimonio artistico.

L’intervento si inserisce all’interno di un più ampio progetto di valorizzazione e musealizzazione del complesso, che culminerà nella presentazione del nuovo percorso museale il prossimo 11 settembre. In quell’occasione saranno presentati i risultati degli interventi e sarà possibile partecipare a una visita guidata straordinaria.

Il progetto Custodi del Bello, nato nel 2020 a Firenze, rappresenta un’iniziativa sociale e civica d’avanguardia, che coinvolge persone in condizione di fragilità — tra cui migranti, senza dimora, disoccupati e over 50 — in attività di cura del decoro urbano. Affiancati da tutor, i partecipanti si occupano di rimozione di scritte vandaliche, pulizia di aree verdi e tutela dei beni pubblici. Ad oggi, oltre 50 persone hanno preso parte all’iniziativa nel capoluogo toscano, trovando un’occasione di inclusione sociale, formazione e riscatto personale.

Secondo Giorgio Moretti, presidente della Fondazione Angeli del Bello, “le scritte si fanno in un attimo, ma per rimuoverle servono ore di dedizione”. Il lavoro svolto alla Rotonda del Brunelleschi conferma che Firenze non intende cedere al degrado, ma investe in percorsi di recupero che valorizzano sia il patrimonio storico-artistico che le persone.

Samuele Lastrucci, direttore del Museo de’ Medici, ha evidenziato come questa iniziativa rappresenti un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni culturali, enti del terzo settore e cittadinanza attiva, contribuendo alla restituzione alla collettività di un bene di rilevante valore storico e simbolico.

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