Patente ritirata © N. c.
La recente revisione del Codice della Strada italiano, entrata in vigore alla fine del 2024, ha introdotto importanti novità che riguardano la possibilità di perdita o sospensione della patente in presenza di specifiche condizioni di salute. Questo aggiornamento normativo ha acceso i riflettori su una questione delicata: quali sono le patologie che possono compromettere il diritto a guidare e qual è il ruolo dei farmaci nel contesto della sicurezza stradale?
Secondo l’articolo 119 del Codice della Strada, per ottenere e mantenere la patente di guida è indispensabile possedere requisiti fisici e psichici idonei a garantire una guida sicura. In particolare, non è possibile guidare se una malattia, una deficienza organica o una minorazione funzionale impediscono di mantenere il controllo del veicolo in sicurezza.
La patente può essere sospesa in seguito a un accertamento sanitario, effettuato per la conferma di validità o per la revisione della patente stessa, quando il soggetto non risulti più idoneo alla guida. Tuttavia, la presenza di una patologia non determina automaticamente la perdita del diritto a guidare: ciò avviene solo se la condizione clinica compromette la sicurezza personale e quella degli altri utenti della strada.
Le patologie che comportano la sospensione della patente
Tra le condizioni mediche che possono portare alla sospensione figurano gravi problemi visivi, come la cataratta non operabile e deficit uditivi non correggibili con protesi acustiche. Vanno inoltre considerati i disturbi cardiovascolari gravi, patologie endocrine complesse, malattie del sistema nervoso centrale e periferico, nonché affezioni dell’apparato urogenitale e del sistema ematico.

I disturbi psichici rappresentano un ulteriore fattore critico: ritardi mentali gravi, psicosi e turbe della personalità possono infatti compromettere significativamente la capacità di condurre un veicolo in sicurezza. In questi casi, la commissione medica locale valuta la possibilità di rilasciare una patente speciale, subordinata a controlli approfonditi che attestino la capacità residua del conducente di guidare senza rischi.
L’impatto dei farmaci e le nuove restrizioni
Un elemento di novità nella normativa riguarda l’attenzione posta all’uso di medicinali specifici. Alcuni farmaci, pur prescritti per curare patologie, possono alterare le capacità cognitive o motorie necessarie alla guida. Pertanto, anche chi assume regolarmente tali farmaci deve essere consapevole che, in caso di controllo, potrebbe incorrere nella sospensione della patente se la terapia compromette la sicurezza alla guida.
Le nuove restrizioni non si limitano più solo a chi guida sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti, ma estendono la vigilanza anche a chi usa medicinali potenzialmente pericolosi per la guida. Si tratta di una misura che mira a tutelare la sicurezza stradale, ma che al tempo stesso solleva preoccupazioni tra i pazienti con patologie croniche e in trattamento farmacologico.
Il quadro normativo, quindi, impone un attento equilibrio fra tutela della salute individuale e sicurezza collettiva, affidando ai professionisti sanitari un ruolo cruciale nelle valutazioni di idoneità e nel monitoraggio dei pazienti che desiderano mantenere il diritto a guidare.


