Andrea Ulmi, noi moderati © Galli Torrini
Andrea Ulmi, candidato di Noi Moderati – Civici per Tomasi nel collegio di Firenze 1, richiama l’attenzione sulla necessità di aggiornare la legge toscana sulla partecipazione dei cittadini, ferma al 2013. Ulmi denuncia l’immobilismo della Regione e accusa la giunta Giani di autoreferenzialità, sottolineando che la normativa, nata per favorire il coinvolgimento delle comunità locali, è ormai superata rispetto alle nuove tecnologie e ai mutamenti sociali.
A seguire il comunicato diffuso:
Regionali, Ulmi (Noi Moderati – Civici per Tomasi): “La legge toscana sulla partecipazione è ferma al 2013,
va aggiornata per restituire voce e potere alle comunità locali”Il candidato nel collegio di Firenze 1: “Servono strumenti veri per ascoltare persone e territori, ma forse questo non interessa alla giunta Giani, che ci ha ormai abituato all’autoreferenzialità”
Firenze, 10 ottobre 2025 – “La legge regionale sulla partecipazione dei cittadini è rimasta ferma a più di dieci anni fa. Nel frattempo il mondo è cambiato: le tecnologie, i modelli di amministrazione e la società hanno fatto passi da gigante, ma la Regione Toscana è rimasta immobile. È inaccettabile che una legge che dovrebbe dare voce ai cittadini sia diventata un testo dimenticato nei cassetti del Consiglio Regionale”.
A dirlo è Andrea Ulmi, candidato di Noi Moderati – Civici per Tomasi nel collegio di Firenze 1, che chiede un intervento deciso per aggiornare la legge regionale 46 del 2013, che stabilisce come i cittadini, le associazioni e i territori possano partecipare ai processi decisionali della Regione Toscana.
“La partecipazione non può ridursi a qualche consultazione simbolica o a progetti di facciata – continua Ulmi –. Servono strumenti veri per ascoltare territori, associazioni, quartieri e comunità locali. La Toscana deve tornare a essere una regione che ascolta, non che decide dall’alto.”
“Se vogliamo ridare fiducia nella politica – conclude Ulmi – dobbiamo far sentire le persone parte dei processi decisionali, non spettatori. La democrazia partecipativa è il contrario dell’autoreferenzialità a cui ci ha abituato la giunta Giani: per questo servirà una riforma profonda che riporti al centro i cittadini, le loro proposte e il loro diritto di contare.”


