Il fiume Rovigo nella zona della frana che ha riportato alla luce una discarica abusiva © nn
A quasi un mese dalle intense precipitazioni che hanno colpito Palazzuolo sul Senio, in provincia di Firenze, provocando una frana con dispersione di rifiuti nel torrente Rovigo, l’ARPAT è tornata sul posto per verificare gli effetti ambientali dell’evento. Il 7 aprile, i tecnici dell’Agenzia regionale hanno eseguito nuovi prelievi ambientali in due punti strategici: a monte, nei pressi del ponte sulla SP 477, e a valle, nei pressi della località Molino dei Diacci, circa 600 metri dal punto in cui i rifiuti si sono riversati nell’alveo. Se in entrambi i tratti il letto del torrente si presentava costituito da ciottoli e massi, solo a valle sono stati osservati residui visibili di rifiuti indifferenziati, come frammenti di vetro, ceramica, tessuti e plastica.
Per misurare l’impatto ecologico della frana, ARPAT ha utilizzato un metodo basato sull’analisi dei macroinvertebrati acquatici, organismi che vivono sul fondo dei corsi d’acqua e la cui composizione varia sensibilmente in presenza di inquinamento. L’indice di riferimento, lo STAR_ICMi, permette di classificare lo stato di salute dei fiumi sulla base della diversità biologica presente.
I risultati parlano chiaro: lo stato ecologico del torrente Rovigo è “buono” (Classe 2) in entrambe le stazioni analizzate. La presenza dei rifiuti non ha dunque comportato, al momento, un degrado rilevante dell’ecosistema fluviale. Un dato positivo, che conferma quanto già emerso dalle precedenti analisi chimiche ed ecotossicologiche.
La vigilanza, tuttavia, non si ferma. ARPAT ha annunciato che tornerà a monitorare la zona nel primo periodo estivo, per valutare eventuali variazioni legate alla stagionalità e alla permanenza prolungata dei rifiuti in alveo.
Un esempio di come la tutela ambientale e la prontezza d’intervento possano fare la differenza anche dopo eventi meteo estremi. Il torrente Rovigo, almeno per ora, continua a scorrere senza segnali d’allarme.



Claudio Giovannini
A me leggere queste parole di rassicurazione mi fa incazzare come una scimmia, mi viene in mente il film 1984 dove con le parole si riescono a modificare clamorosamente la percezione delle cose. Siamo di fronte ad un disastro di portata colossale e lo descriviamo come se fosse caduto del vino sulla tovaglia. Svegliamoci e aumentiamo il nostro senso critico perché altrimenti diventeremo delle pecorelle ammaestrare.
Massimo Del Guasta
Certo dopo cinquant'anni la componente organica quel poco di inorganico tossico dei rifiuti casalinghi di allora se ne è andata... La conferma ARPAT sulla qualità delle acque era scontata. Ne risalta l'incapacità di Regione e Comuni interessati di fate il passo decisivo: organizzare la pulizia del torrente. E qui si capisce che non sanno che pesci prendere, salvo vietare beceramente le iniziative dal basso (solo per mettersi al riparo da eventuali incidenti). Aspettano solo che i riflettori si rivolgano altrove? Se non fosse così fatti viva, Regione! Non puoi pensare di fare sempre bella figura
Basito
Quindi tutta la storia della raccolta differenziata per la tutela dell'ambiente è una bufala? Da domani possiamo scaraventare tutta la plastica e tutta l'immondizia che vogliamo nel corso d'acqua più a poratta di mano, perchè non inquina... parola di ARPAT