La dottoressa Glenda Bertini © USL Toscana Centro
Firenze, 31 ottobre 2025 – La fibromialgia, patologia cronica che colpisce prevalentemente le donne e spesso causa isolamento e sofferenza emotiva, è al centro del progetto “Percorsi di donna”, promosso dalla struttura dipartimentale di Psicologia Ospedaliera della Asl Toscana centro. Gli incontri, realizzati in diversi presidi ospedalieri tra cui il Santa Maria Nuova, offrono un percorso di psicoterapia di gruppo finalizzato a sostenere le pazienti nel rapporto con il dolore e nel recupero delle relazioni sociali.
L’iniziativa si inserisce nel quadro del percorso regionale di presa in carico delle persone affette da sindrome fibromialgica, finanziato con circa 47mila euro dal Ministero della Salute e assegnato alla SOC Reumatologia della Asl, diretta da Alessandro Mannoni. Le risorse sono state interamente destinate al supporto psicologico, affidato agli specialisti della Psicologia Ospedaliera coordinata da Glenda Bertini, nell’ambito della Rete Ospedaliera diretta da Maria Teresa Mechi.
Nel 2024 sono stati realizzati 119 colloqui che hanno coinvolto 54 pazienti, suddivisi in nove gruppi di lavoro; nel primo semestre del 2025 le adesioni sono già salite a 74, con la creazione di sei nuovi gruppi. Gli approcci terapeutici impiegati comprendono il Test delle Immagini d’Arte, la metodologia EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) e le tecniche di Mindfulness.
Il ciclo di incontri, della durata di circa tre mesi, si articola in sei sessioni di due ore ciascuna, guidate da psicologhe e psicoterapeute della struttura. Al Santa Maria Nuova, le attività sono state condotte da Glenda Bertini e Ilaria Bagnulo. I gruppi, formati sulla base di una valutazione clinica, diventano spazi di condivisione e riflessione sul corpo e sul dolore, ma anche occasioni di socializzazione e crescita personale.
Secondo la direttrice Bertini, la psicoterapia di gruppo si conferma uno strumento efficace per favorire il cambiamento e la consapevolezza di sé: molte partecipanti, al termine del percorso, scelgono di proseguire autonomamente con gruppi di auto-aiuto. L’iniziativa rappresenta così un modello di intervento integrato tra sanità e psicologia, capace di coniugare cura, sostegno e comunità, offrendo alle pazienti fibromialgiche un’opportunità concreta di riscatto e benessere.


