Perché non abbiamo parlato di quel suicidio? Una risposta ai lettori © n.c.
Vari lettori ci hanno chiesto informazioni sul fatto tragico avvenuto ieri mattina (domenica 17 ottobre) a San Piero a Sieve (ossia una signora che ha deciso di porre fine alla propria vita), chiedendoci perché non ne abbiamo dato notizia. Visto che i lettori in questione sono stati diversi crediamo di dover loro una risposta, che illustri anche la nostra modalità di trattare vicende 'delicate' e cronaca nera. Il Direttore Nicola Di Renzone in qualità di responsabile della redazione di OK!Mugello, pur avendo ricevuto segnalazioni da nostri collaboratori sul posto nel momento della scoperta del fatto, ha deciso di non pubblicare la notizia in ottemperanza alla deontologia professionale.
"Non è mai una scelta facile quando un giornalista si trova davanti a certi fatti - spiega Nicola Di Renzone - e non c'è 'un giusto e uno sbagliato' (ossia una regola univoca che possa essere applicata in tutti i casi): la decisione è rimessa alla sensibilità del giornalista e della testata. Ieri noi abbiamo valutato che, per le modalità e il luogo in cui si erano svolti i fatti, il rispetto per le persone dovesse prevalere sulle caratteristiche di notizia. Alle volte credo si debba anche saper tacere, e questo non vuol dire censurare".Altri importanti spunti di riflessione sull'argomento in oggetto possono essere trovati negli articoli e negli interventi che seguono:
Le indicazioni dell'Odg toscano. Come un giornalista deve trattare i casi di suicidio.
Con sempre maggior frequenza, sui mezzi di informazione toscani vengono trattati i casi di suicidio con insufficiente attenzione al dovuto rispetto a cui hanno diritto le persone che decidono, con un atto estremo, di risolvere il dramma che stanno vivendo. Le norme deontologiche indicano chiaramente le cautele con cui devono essere esposti questi casi per non provocare dei fenomeni di emulazione: ci sono dati dell'Organizzazione mondiale della sanità che dimostrano in modo chiaro che parlare dei suicidi fa aumentare il numero delle persone che decidono di togliersi la vita. E raccomandano anche la necessità di tenere al riparo da un’inutile e crudele pubblicità i familiari e i parenti già provati da un così forte dolore. Per questo, a parte pochi, straordinari casi nei quali il diritto e il dovere di cronaca prevale sul rispetto della privacy, non devono essere divulgate le generalità di chi ha deciso di togliersi la vita e altri particolari che rendano il suicida identificabile, nel pieno rispetto della persona, che è uno dei cardini della professione, come ricordano i principi della Carta dei doveri del giornalista. Nei casi in cui prevale il diritto-dovere di cronaca sarebbe comunque utile ricordare i servizi che offre il territorio per aiutare chi vive situazioni di estremo disagio. Il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, che è tenuto ad aprire procedimenti disciplinari nei confronti dei colleghi che violano le norme della deontologia, raccomanda quindi la massima attenzione nel trattare notizie di questo genere. A questo proposito, l’Odg toscano ha anche realizzato un breve video, reperibile sul sito www.odg.toscana.it, sulla pagina Facebook dell’Ordine e su You Tube, dedicato a questo argomento. Disponibile alla lettura il caso di un giornalista su “deontologia e suicidio” A seguire l'intervista video a Carlo Bartoli presidente dell'ordine dei giornalisti della Toscana:


