Daniela Maccari in "Effetto Duse" © Massimo Corevi
Venerdì scorso (1 agosto 2025), nel suggestivo scenario del Parco di San Rossore, si è compiuto un piccolo miracolo teatrale. Daniela Maccari, con il suo “Effetto Duse”, ha saputo incantare il pubblico attraverso la forza della propria personalità artistica, portando in scena un omaggio intenso e vibrante all’indimenticata Eleonora Duse, “la Divina”, protagonista del teatro del ‘900.
Un palco a terra, senza quinte, senza effetti speciali. Solo una sedia con due costumi poggiati sopra, un leggio e la scenografia naturale degli alberi, con la luce del giorno a illuminare ogni gesto. Eppure, con questi soli elementi, Maccari ha saputo creare magia, raccontando una vita - quella della Duse - con la potenza evocativa della propria danza e presenza scenica.
Vestita di una semplice sottoveste bianca, a piedi nudi, il trucco leggero, la danzatrice si è data completamente al pubblico. Ogni movimento, ogni sguardo, ogni respiro raccontava un frammento dell’intensità emotiva che ha attraversato la vita della Duse. Solitudine, amore, furia, passione, tutte le sfumature dell’animo umano sono passate attraverso il corpo di Daniela Maccari che si è offerta senza risparmio, regalando agli spettatori un’esperienza emotiva rara e preziosa.
La necessità, l’urgenza di interpretare, di restituire con ogni parte di sé al pubblico l’intensità dei personaggi che era propria della Duse l’abbiamo ritrovata nei gesti di Maccari, che proprio per questo è riuscita a fare con questa coreografia un lavoro straordinario. -D’altra parte ‘il gesto non mente!’, come diceva Lindsay Kemp» ha commentato proprio Daniela-.
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Perfetta la scelta dei costumi, pochi ed essenziali, indossati e tolti sempre in scena, a testimonianza della trasparenza e sincerità del gesto teatrale. Così come perfetta è stata la selezione musicale, con brani di grande impatto emotivo, alcuni dei quali suonati dal padre della danzatrice, Franco Maccari.
La danza di Maccari è elegante, potente, sorprendente, mai scontata, unica e personale. La si riconoscerebbe in mezzo a tanti, e questo fa di lei un’artista indimenticabile. In lei convivono grazia e forza, profondità e impeto, in un equilibrio espressivo che le permette di toccare corde profonde, senza mai cadere nel già visto.
A impreziosire lo spettacolo, la presenza dell’ottimo Ivan Ristallo, che ha dato voce ai testi (letture tratte da lettere e scritti di Duse e dei suoi spettatori “eccellenti”) e ha danzato un delicato passo a due con Maccari. Anche fuori scena, accanto al palco o dietro, fermo fra gli alberi (in mancanza di quinte ogni passo diventa parte dello spettacolo) Ristallo ha mantenuto la forza espressiva richiesta dal momento, dimostrandosi un interprete generoso e profondo. La sua partecipazione è stata discreta ma incisiva: nei momenti -seppur brevi- in cui è entrato in scena, Ristallo ha saputo sostenere la protagonista senza invaderne lo spazio, offrendo solidità, complicità e passione, frutto di quella straordinaria esperienza comune che li lega: l’aver lavorato tanti anni fianco a fianco e con il Maestro Lindsay Kemp.
Proprio Kemp, del resto, rimane come un’eco lieve nei gesti di Daniela. Nessuna citazione, solo un gesto lieve dell’anima, che si intuisce, che affiora nei movimenti e nelle intenzioni. Quegli anni di amicizia e di lavoro con il Maestro, introiettati, si esprimono in qualcosa di unico e personale, una linfa vitale e poetica che vive attraverso di lei in modo autentico.
Daniela Maccari è riuscita in un’impresa rara: far rivivere tutta la complessità di un personaggio così potente come Duse senza scomparire dietro di lei, anzi, reinterpretandola con tutta la forza di un’espressività che rende unica questa danzatrice. L’“Effetto Duse” non è solo un titolo, ma la perfetta descrizione di ciò che abbiamo avuto la fortuna di veder accadere a San Rossore: un’artista generosa, uno spettacolo perfetto, nudo e travolgente, un pubblico rapito e muto (sold out), partecipe di un rito laico di emozione e bellezza.


