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Lungarno del Tempio: la cabina elettrica che lambisce il fiume

Una delle prime cose che ci insegnano a scuola e in famiglia è che la corrente accanto all'acwua è pericolosissima....

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IL ponte da Verrazzano IL ponte da Verrazzano © Facebook
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Firenze è una città che ha imparato a conoscere e rispettare il suo fiume. L’Arno che ha fatto paura, danni e purtroppo anche morti nel 1966 che è stato a lungo "nemico" non è solo un paesaggio: è un ecosistema, un confine e, in certi punti, un banco di prova per la sicurezza urbana.
Proprio sul Lungarno del Tempio, tra la passeggiata e il ponte adiacente, rosicando una buona fetta dell'area cani sta sorgendo un manufatto che, a prima vista, lascia perplessi. Una cabina elettrica di cemento, imponente e priva di armonia con il contesto con i piedi a mollo sulla riva del fiume.

Il problema non è solo estetico. L’opera si colloca in alveo del fiume e a pochi metri da un ponte già esistente.
Ogni struttura così che lambisce il corso dell’acqua interagisce con il flusso, anche se la portata è ordinaria e modifica le dinamiche locali del fiume.
La domanda che sorge spontanea è: quali valutazioni idrauliche e di sicurezza sono state effettuate prima di autorizzare questo manufatto?

Al momento, le informazioni pubbliche sono scarse.
Non siamo riusciti a rintracciare alcuna documentazione facilmente reperibile sui calcoli idraulici, sullo scour delle fondazioni, né sulle eventuali misure di protezione della pila e del ponte vicino.
Anche l’impatto visivo e paesaggistico sembra non essere stato discusso con la stessa trasparenza che ci si aspetterebbe in un’area così delicata, a due passi dal fiume e dal centro storico. Gli in-cubi neri continuano?

Le segnalazioni dei residenti dei dintorni e degli osservatori critici più attenti sottolineano il contrastante impatto estetico e la sensazione di una struttura imposta piuttosto che integrata.
La cabina è stata definita “enorme parallelepipedo di cemento” accanto all’Arno: una definizione dura fatta dalle opposizioni di Palazzo Vecchio, ma che riflette il sentimento comune di chi vive e passeggia in zona.

Non si tratta di creare allarmismo: nessuno sostiene che la cabina sia intrinsecamente pericolosa. Ma la combinazione di alveo del fiume, vicinanza al ponte e mancanza di dati pubblici concreti rende necessario porre domande e chiedere trasparenza.

Gli interrogativi chiave a cui vorremmo che assessore e tecnici preposti fornissero risposte semplificando sono:
1 - Sono stati pubblicati i calcoli idraulici relativi alla cabina? Se si dove si trovano e perché non sono facilmente in rete civica e non sono reperibili pubblicamente.

2 - È stata valutata con attenzione l’interazione con il ponte vicininissimo in caso di piena o eventi straordinari? Se sì dove sono i dati relativi con tanto di calcoli idraulici o simulazioni di piena?

3 - Quali misure sono previste per il rischio di erosione locale sulla riva e per la sicurezza dei pedoni?  Dove sono le misure di protezione contro l’erosione locale (scouring), Ma non solo quali verifiche di sicurezza per pedoni e ponte adiacente sono state eseguite?

4 - Chi e come ha autorizzato la costruzione e con quali vincoli paesaggistici e urbanistici? 

5 - Esiste un piano di manutenzione o di controllo periodico per monitorare eventuali effetti sull’alveo?


Cosa non ci torna

Un parallelepipedo di cemento e mattoni sulla riva del fiume e accanto al ponte
in mezzo al fiume

La cabina elettrica non è un dettaglio di poco conto dato che sorge in alveo sulle rive del fiume e vicinissimo a un ponte, modificandone potenzialmente la dinamica dell’acqua, il flusso e le correnti locali.
Inoltre la forma massiccia di cemento e mattoni aumenta la percezione di un impatto visivo forte e poco armonico con il paesaggio.

Chiedere risposte a queste quattro domande non è ostacolare i lavori.
Significa solo garantire a tutti i fiorentini che l’opera conviva con il fiume, con la sicurezza pubblica e  idraulica nonché con l’estetica urbana che Firenze merita e che qui pare sfuggire....

Fino a quando questi dati rimarranno nascosti all'opinione pubblica ogni passante, ogni residente della zona e ogni fiorentini ha il diritto di porsi domande e di pretendere da chi ci amministra trasparenza.

 

 

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