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Le ceramiche “ Chini ” una eccellenza italiana nel mondo

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Le ceramiche “ Chini ” una eccellenza italiana nel mondo Le ceramiche “ Chini ” una eccellenza italiana nel mondo © n.c.
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(Alcuni giorni orsono intervistammo Vieri Chini, per tanti anni direttore artistico delle omonime Ceramiche. Questo è il momento di pubblicare il tutto). “ - Non è facile, tutt’altro, mparlare di una Azienda che ha sulle spalle 108 anni di ininterrotta attività lavorativa, anzi è estremamente difficile, considerato che lo scorso dicembre 2014, ha dovuto chiudere i battenti con tutte le conseguenze per i titolari, e per i dipendenti, alcuni dei quali da molti anni all’interno della secolare Azienda borghigiana, una Azienda, senza ombra di dubbio con l’A maiuscola. Circa alla metà degli anni ’50, la Manifattura passò da Augusto a Franco Pecchioli, che con capacità manageriale, interesse e costante partecipazione, cavalcò successivamente l’onda del boom economico avvalendosi con successo delle capacità artistiche e delle eccellenze manifatturali dei Chini. Oggi la presidenza era passata al giovane nipote, i tempi purtroppo cambiano…. Ma non per il livello produttivo che ha visto nella figura di Vieri prima e dei figli Mattia e Cosimo poi, il proseguo orgoglioso di una così splendida eredita centenaria, sviluppata entusiasticamente anche con prodotti innovativi da meritarsi importanti e significative committenze da tutto il mondo. La decisione di chiusura della “Franco Pecchioli” da parte della proprietà anche alla luce di una crisi che ha coinvolto tutti sicuramente, ha lasciato così amarezza sia nelle maestranze e in tutti quelli che in tanti anni sono stati artefici e prosecutori di bellezza e di tradizione, sia negli amanti e appassionati delle ceramiche Chini. Ma, - ci diceva Vieri Chini -, non vogliamo arrenderci , tutt’altro poiché “Chini” è una garanzia, un sigillo, una sicurezza, una eccellenza di ordine mondiale –“. Vieri ha pienamente ragione, perchè non si può non lottare nel ricordo della luminosa strada che iniziarono a percorrere nel 1906 i suoi avi, Chino il nonno con il cugino Galileo, che fondarono le Manifatture “San Lorenzo” nel paese natio, dopo una parentesi a Firenze nell’Arte della Ceramica, per proseguire poi con tutti gli altri, il babbo Augusto, lo zio Tito, lo stesso Vieri con Mattia e Cosimo, insomma una generazione di artisti, pittori, ceramisti, scenografi, ornatori e decoratori, venuti da una scuola, quella del capostipite Piero Alessio nella prima metà dell’800, di grande livello e di alte capacità tecnico-artistiche di tutti i componenti. Certo i momenti tristi e brutti che hanno investito l’Azienda nel corso di 110 anni sono stati tanti; la crisi del 1913, la crisi dopo la grande guerra (1915/18), il disastroso terremoto (1919), la polverizzazione di tutta la fabbrica durante il bombardamento (1943), le rivendicazioni e scioperi più o meno giusti nel dopoguerra ed altro, avrebbero fatto saltare i nervi a chicchessia mandando a quel paese tutto, ma la volontà e la passione di continuare hanno prevalso (quante fabbriche hanno chiuso a Borgo; dalle Fornaci Brunori al Calzaturificio Samoa, ai Pastifici, ai Lanifici ed ancora aziende meccaniche, falegnamerie, stipetterie, pelletterie, più o meno piccole, che sembravano di ferro, etc,etc), ma quando si giunge ad un limite invalicabile non c’è che “tirar giù il bandone” come dicevano una volta i nostri vecchi. L’amico Vieri, e non si può certo nasconderlo, gli si legge in viso la tristezza, l’amarezza, anche se le speranze non sono del tutto perse. “ Faremo tutto il possibile - conclude Vieri Chini - affinchè un giorno la nostra piccola secolare azienda, vanto ed onore di Borgo San Lorenzo, (è vero a Villa Pecori Giraldi sono anni che c’è un museo dedicato alle Manifatture Chiniane!), possa rialzarsi; i miei figli sono decisi a cercare e percorrere altre strade, altri canali, mettendo sul piatto la capacità, la bravura, l’esperienza e la passione, e non per ultimo un cognome, che è una garanzia “-. Tanti anni orsono (1980) in occasione di un servizio giornalistico sulle Ceramiche Chini, concludemmo cosi: “ In tanti anni le Manifatture Chini ricevettero l’incondizionata ed entusiastica stima degli amatori di tutta Europa, poi nel triste giorno del 1943, ridusse in polvere quel capolavoro che i Chini, con la loro forsennata volontà, avevano creato. E’ rimasto soltanto il prof. Augusto figlio di Chino e i suoi figli. La ceramica cuoce ancora, se Dio vuole –“. Che dire ancora: la speranza è l’ultima a morire. Speriamo che un tempo la ceramica ricominci a cuocere. 1919 ca. Una panoramica dal retro delle Fornaci San Lorenzo “Chini”.  

  1. Il prof. Augusto Chini mentre osserva la sua ultima grande opera eseguita alla soglia di 90 anni. Una composizione in ceramica della Resurrezione di Cristo, che andava ad ingentilire una Cappella patrizia di una nobile famiglia in Val di Pesa. Un autentico capolavoro.
(Foto A. Giovannini)

 

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Commenti 1
  • MARISA

    Che bell'articolo Aldo. Speriamo si possano salvare! Grazie di cuore. Marisa

    rispondi a MARISA
    lun 11 maggio 2015 06:02