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Hamilton rovina la Ferrari, Vasseur non la prende bene

Hamilton in Ferrari non ingrana e le sue critiche accese non convincono Vasseur. Il team invita alla calma e spiega come gestire il campione.

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Il pilota inglese, Hamilton, vive un momento complicato a Maranello e il team principal prova a gestire la sua autocritica pungente.

Arrivare in Ferrari per Lewis Hamilton avrebbe dovuto rappresentare il coronamento di un sogno, il tassello finale di una carriera già leggendaria. Eppure, i primi mesi a Maranello non stanno andando come previsto: risultati altalenanti, aspettative enormi e dichiarazioni molto dure che non lasciano indifferente nessuno. A partire da Frédéric Vasseur, team della Rossa, che non ha nascosto il suo fastidio davanti a certi atteggiamenti del 7 volte campione del mondo.

Hamilton, troppa autocritica che pesa sulla squadra

Secondo Vasseur, Hamilton ha un difetto tanto grande quanto la sua classe in pista: la tendenza a essere troppo duro con se stesso e con la macchina. Dopo una qualifica difficile, il britannico non ha esitato a sottolineare problemi e limiti, arrivando a dipingere come “disastro” prestazioni che, in realtà, non erano così lontane dal vertice. Il manager francese ha spiegato che, in occasioni come a Budapest, Hamilton si è trovato a soli decimi dalla pole. “Non è la fine del mondo”, ha ribadito Vasseur, sottolineando come i messaggi pubblici del pilota rischiano invece di peggiorare il clima nel box.

hamilton ferrari, vesseur non la prende bene

Hamilton non è nuovo a questo atteggiamento. Fin dai suoi esordi in Formula 1, nel 2007, ha sempre mostrato un lato perfezionista quasi ossessivo. Sei titoli mondiali con Mercedes e uno con McLaren sono arrivati anche grazie a questa mentalità, che però oggi sembra trasformarsi in un'arma a doppio taglio. In Ferrari, dove la pressione mediatica è storicamente più alta che altrove, ogni parola pesa il doppio e può diventare un boomerang.

Il numero uno del muretto Ferrari non nasconde di apprezzare la determinazione del suo pilota, ma chiede un approccio più costruttivo. "Bisogna calmarlo - ha detto - e ricordargli che il primo passo è già stato fatto: è parte del progetto Ferrari. Ora deve mantenere la calma e non abbattersi per ogni episodio". Parole che sanno di avvertimento, l'eccessiva autocritica di Hamilton rischia di minare la serenità del gruppo. E se è vero che un campione vuole sempre il massimo, è altrettanto vero che guidare la Ferrari non è solo una sfida tecnica, ma anche psicologica.

Hamilton, a 39 anni, non ha nulla da dimostrare. Eppure, sembra quasi in lotta con se stesso. Vasseur, che in passato ha già avuto a che fare con piloti dal carattere forte sa che la chiave sarà trovare il giusto equilibrio: lasciare al campione la sua fama, senza che questa diventi veleno per l'ambiente.