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Festival dell'energia e dell'ambiente - Le considerazioni dei comitati e associazioni contrarie all'eolico Giogo Villore

Nel corso della vicenda dell’eolico sul Giogo di Villore abbiamo già constatato la subalternità scientifica e tecnica delle autorità pubbliche della nostra zona

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Eolico Eolico © nc
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Il Festival dell’Energia e dell’Ambiente organizzato da Nuova Energheia nel Mugello con il patrocinio della Regione Toscana e con la collaborazione, anche economica, dell’Unione dei Comuni del Mugello dichiara di essere un’occasione di dibattito costruttiva. Due i temi in programma, le energie rinnovabili e il nucleare. Il dibattito è certo necessario perché, se c’è ormai un consenso scientifico quasi universale sull’origine umana del cambiamento climatico, non esiste invece un consenso simile sul modo in cui invertire la rotta. Purtroppo però la composizione del gruppo dei relatori non promette pluralismo di impostazioni.

Nel corso della vicenda dell’eolico industriale sul Giogo di Villore abbiamo già constatato la subalternità scientifica e tecnica delle autorità pubbliche della nostra zona (Comuni Dicomano e Vicchio, Unione dei Comuni) e della stessa Regione Toscana rispetto alla visione del privato. 

Temiamo perciò che anche questo evento (basta leggere la presentazione) sia organizzato in modo da ripetere lo stesso copione, con ambizioni ancora più grandi: affermare una “filosofia” della tutela ambientale a misura di necessità aziendali, con le autorità pubbliche a rimorchio. Ci preme tuttavia proporre ugualmente alcuni spunti di riflessione al dibattito mugellano. Una svolta ambientale non è nemmeno iniziata. Anzi le emissioni di CO2 hanno continuato ad aumentare da quando è stata dichiarata la presunta lotta per la loro riduzione con il protocollo di Kyoto del 1997.

Due tendenze si affrontano, quella volta a una ulteriore pressione produttivista che presume di poter bloccare le emissioni di gas serra pur prolungando ed espandendo indefinitamente l’attuale modo di vita consumistico dei paesi ricchi, e quella invece che si rivolge alla sobrietà e a tecnologie rispettose e autolimitanti l’impatto umano. L’ambientalismo è conoscenza dei limiti.

Nel Mugello, nonostante diverse ferite e aggressioni subite dal territorio e contenute anche grazie ad un monitoraggio costante da parte dei vari comitati, esiste ancora un patrimonio di paesaggio e di biodiversità che sentiamo profondamente come naturale, anche se è il risultato di una dinamica ecologica di cui fa parte l’uomo. Ed è proprio da questo patrimonio che potremo partire per una inversione di tendenza.

Nel progetto di eolico industriale sul crinale del Giogo abbiamo individuato un progetto sbagliato, che considera il suolo alla stregua di un mero supporto di colossi impiantistici mancando a monte un a seria pianificazione territoriale condivisa con tutti gli attori in gioco.

Questa pianificazione risulta e completamente assente, ovvero questa profonda trasformazione di un’area boscata di elevato pregio ambientale in area industriale non era mi stata presa considerazione nei vari strumenti pianificatori, da quello regionale fino a cascata a quelli comunali, questo vuol dire che le scelte pubbliche mediate dalla conoscenza dei territori non si sono mai estrinsecate, ci domandiamo dunque dove e quando sono stati considerati gli scenari più consoni per una installazione del genere?

Questa visone tecnocratica, focalizzata esclusivamente sull’occupazione aprioristica e cieca dei suoli con strutture artificiali calate indistintamente su tutto il territorio italiano senza nessuna valutazione territoriale a monte e escludendo sempre di più la partecipazione pubblica nelle scelte, è la visione che purtroppo accompagna l’emergenza energetica e il modus operandi delle cosiddetta “transazione  verde”.  

Italia Nostra Firenze
Atto Primo salute ambiente e cultura ODV
Rete Toscana per la Difesa del Verde

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Commenti 1
  • Alessandro

    Alla luce di quanto accaduto in Romagna e sui nostri crinali appenninici, c'è da chiedersi l'opportunità di perseguire in scelte pericolose per la tenuta del territorio. La politica pensi profondamente se mettere potenzialmente a repentaglio territori, vite e sacrifici di una vita di persone che hanno e continuano a custodire amorevolmente boschi, prati, campi.

    rispondi a Alessandro
    mer 24 maggio 2023 09:44