Crisi Hamilton, la verità spaventa © youtube@skysportF1
La Formula 1 è spesso raccontata attraverso il rombo dei motori, i sorpassi millimetrici e i podi scintillanti. Ma ciò che il pubblico vede la domenica pomeriggio è solo la punta dell’iceberg. La vera essenza di questo sport vive dietro le quinte, nei capannoni illuminati da luci al neon dove ingegneri, meccanici e strateghi lavorano come in una sinfonia perfetta, cercando di dare forma a un sogno di velocità.
Ogni bullone, ogni profilo aerodinamico, ogni scelta di materiale viene studiata come se fosse la mossa decisiva di una partita a scacchi. È un lavoro di squadra maniacale, dove la perfezione non è un obiettivo ma un obbligo che riguarda non solo la riuscita della performance, ma anche la sicurezza.
Eppure, coordinare decine e decine di persone con ruoli così specifici non è semplice. L’armonia tra pilota e team diventa la chiave che distingue un’annata vincente da una deludente. Proprio qui nasce un campanello d’allarme: da quanto trapela dietro le quinte, Lewis Hamilton starebbe vivendo un momento di crisi che rischia di trasformarsi in una doccia gelata per la Ferrari.
Un problema che si annida in un dettaglio tutt’altro che marginale, e che potrebbe far rivivere uno scenario che a Maranello conoscono già bene.
La crisi di Hamilton paralizza la Ferrari: ecco cosa sta succedendo dietro le quinte di Maranello
Lewis Hamilton è arrivato in Ferrari con l’aura del campione che ha scritto pagine indelebili della Formula 1. Ma l’inizio della sua avventura a Maranello si sta rivelando molto più complesso del previsto. A evidenziarlo è stato Francesco Cigarini, ex meccanico della Scuderia, che ha tracciato un parallelo significativo con la parabola di Sebastian Vettel negli anni in rosso.

Il ricordo corre al 2015, quando il pilota tedesco approdò in Ferrari dopo la lunga esperienza in Red Bull. L’ambizione era chiara: riportare il Cavallino Rampante al vertice e interrompere l’assenza di vittorie che durava dal titolo di Kimi Raikkonen nel 2007.
Quel progetto, però, si arenò ben presto, soprattutto a partire dal 2019, quando Charles Leclerc entrò stabilmente in squadra. Secondo Cigarini, Vettel faticò enormemente ad adattarsi a un assetto cucito su misura per il giovane monegasco, caratterizzato da un posteriore molto libero e da una messa a punto estremamente precisa, che richiedeva sensibilità al limite.
Tentare di replicare quel setup finì per trasformare il quattro volte campione del mondo in una versione sbiadita di se stesso. Un copione che, a detta dell’ex meccanico, starebbe riproponendosi con Hamilton.
Il britannico ha più volte segnalato difficoltà legate all’instabilità del retrotreno della SF-25, un comportamento che sembra favorire lo stile aggressivo e diretto di Leclerc, ma che mette in crisi la guida pulita e progressiva del sette volte iridato. Da qui l’ipotesi che Hamilton possa persino rivolgersi a Vettel per un consiglio, così da evitare di rimanere intrappolato nello stesso vortice tecnico e psicologico che, anni fa, aveva minato l’esperienza del tedesco in Ferrari. Una suggestione che racconta bene la delicatezza del momento e la complessità della sfida che attende il campione inglese.


