Convegno su Monte Senario. L'intervento di Elisabetta Mereu © n.c.
Dalla giornalista Elisabetta Mereu, Giornalista e speaker Freelance presso Self-Employed, una cara amica che segue con passione di scrittrice tutte le attività culturali del territorio, in modo particolare l’associazione “dalle terre di Giotto e dell’Angelico”, riceviamo e molto volentieri pubblichiamo un suo intervento durante il convegno della settimana scorsa al Monte Senario”, come aveva scritto il nostro Lorenzo Bartolini in sede si presentazione su OK!Mugello: “ - Il colle di Monte Senario è una delle mete preferite per le gite fuori porta dei fiorentini e non solo. Specialmente nel periodo estivo, centinaia di persone salgono ogni giorno al convento per godere del fresco, limitandosi per lo più ad una visita in chiesa, oppure all’osservazione del panorama e ad una breve passeggiata nei dintorni. Ma il massiccio di Monte Senario è ricco di rilevanze ambientali, storiche e anche spirituali che si vorrebbero portare a conoscenza del pubblico proprio a cominciare dal primo degli incontri organizzati presso il convento, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Vaglia, svoltosi nella mattinata di ieri, cui seguiranno gli altri due previsti per sabato 13 maggio e il sabato 10 giugno 2017. Una bella platea si è riunita nella Sala Santa Maria per sentire gli esperti e i relatori, ma anche per fare domande e dire la sua come cittadinanza. Dopo il saluto del Priore Ferdinando Maria Perri e di Leonardo Borchi, Sindaco di Vaglia, i relatori hanno cercato tutti insieme di fare chiarezza sulla recente scoperta dei resti di un possibile insediamento preistorico situato sul crinale ad est del Convento. “Per la sua posizione a cavallo fra la piana dell’Arno e la valle del Mugello con un’ottima visuale e un accesso agevole da entrambi i versanti - ha detto Gabriele Baldi, dell’Università di Firenze, studioso del territorio che ha parlato della conoscenza di Monte Senario e degli immediati dintorni - Monte Senario è stato fin dall’antichità un crocevia per l’attraversamento dell’Appennino. Si ritiene infatti che proprio sulle sue pendici passasse la strada romana da Arezzo a Bologna, fatta aprire nel 187 a.C. dal console Gaio Flaminio (come si evince dalla pubblicazione da lui citata “La strada Flaminia Militare del 187 a.C.” di Agostini e Santi, Ed. Grafis 2012 ndr.). E un’altra caratteristica di queste zone sono anche le numerose sorgenti d’acqua che si trovano copiose alle pendici del monte, che saranno argomento di uno dei prossimi incontri." Vivace e dettagliato l’intervento del relatore Roberto Parenti (al centro nella foto con la moderatrice), già Dip. Scienze Storiche e Beni Culturali, Università di Siena, che aveva come titolo: “Intorno a Monte Senario, prima e dopo la costruzione del monastero”. “Per le notizie apparse sulla stampa in questi ultimi mesi relative ad epigrafi etrusche e sulla base di una ricerca che ha portato all’individuazione di un recinto murario che si estende per oltre 2 Km. intorno al Monastero, abbiamo deciso con il comitato organizzatore di divulgare i primi risultati - ha detto il professore - ponendo l’accento e l’interesse sulle novità archeologiche delle ricerche. Il recinto murario si distende sul crinale ad oriente del monastero, poi scende in direzione della Ghiacciaia, in un’area di circa 25 ettari. Gli interventi ottocenteschi per la costruzione di quest’ultimo edificio hanno causato la demolizione di una parte del perimetro del recinto, ma, attraversata la strada che attualmente porta al monastero, il recinto riprende a salire in direzione dello stesso. Il recinto costituisce un segno fortissimo e determinante per la definizione del paesaggio (si pensi che le piantumazioni ad abetine effettuate negli ultimi cinquant’anni sono quasi completamente circoscritte da esso) dunque il suo periodo di costruzione doveva essere abbastanza antico, sia per le caratteristiche costruttive (una muratura a secco, con pezzi semplicemente spaccati ma ben appoggiati, sia per gli scarsi confronti in area toscana (il più vicino sembrerebbe il caso del monte Cetona). La cronologia che viene proposta per queste opere spazia dal Bronzo Finale alla prima età del Ferro, cioè fra il 1200 e il 900 a.C. Una maggiore attenzione alle forme del paesaggio costruito ha portato all’individuazione di altre opere antropiche: due muri di qualche decina di metri di lunghezza, realizzati con blocchi molto grandi (alcuni del peso di 3-4 tonnellate ciascuno), uno posto lungo una strada poderale, l’altro poco più a monte. Sono quasi certamente opere di terrazzamento (anche per la loro vicinanza ad un copiosa sorgente) e quindi è probabile che all’interno della macchia inestricabile che ormai costituisce il pendio meridionale di Monte Senario (all’esterno del recinto di cui abbiamo parlato) ce ne possano essere degli altri. La documentazione relativa a periodi più vicini a noi, come quelli dei secoli centrali del Medioevo, ha cercato di individuare la presenza di strutture castrali presso l’area dove poi sarebbe sorto il monastero. È ciò di cui parlerò proprio il prossimo sabato 13 maggio 2017, insieme a fra Stefano Maria Viliani che illustrerà la "legenda de origine" dei Servi di Maria. Dopo l’intervento dell’Architetto Sandro Parrinello, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Pavia, che con l’ausilio di molte stampe, grafici e disegni ha illustrato “Le vicende costruttive del Monastero” nel corso dei vari secoli, nonostante i numerosi terremoti che ne hanno modificato la struttura e l’uso al suo interno, la conclusione è stata affidata ad Emanuele Parrini, dell’Ufficio Foreste e coordinamento attività squadre forestali e antincendio boschivo Città Metropolitana di Firenze, che ha spiegato quali e quante diverse attività sono state effettuate a Monte Senario dall’amministrazione provinciale negli ultimi 50 anni. “Negli anni ’70, allo scopo di provvedere ad un assestamento idrogeologico - ha detto Parrini - vennero rimboschiti circa 30 ha di terreno di proprietà del Monastero, provvedendo anche al controllo e alle varie operazioni di manutenzione e valorizzazione, anche dopo la riconsegna dei terreni avvenuta nel 2005. A seguito dello scioglimento delle provincie attualmente abbiamo 12 unità e stiamo lavorando ad una bozza di convenzione per la gestione del complesso forestale di Monte Senario, vista l’importanza che l’area riveste sotto molti aspetti. La protezione attraverso la gestione pubblica costituisce una opportunità di sviluppo per la politica di tutela ambientale e di salvaguardia del territorio, conservando e migliorando le risorse naturali come bene collettivo.”Con l'occasione ha presentato un depliant che illustra il "Sentiero di Andrea" (segnalato in verde nella mappa allegata) cioè il percorso naturalistico nei boschi del Convento di Monte Senario, dedicato ad un collega della Forestale morto in servizio a soli 39anni. Anche i prossimi incontri di sabato 13 maggio 2017 su “Monte Senario e il Medievo” e “Monte Senario e il ciclo dell’acqua” previsto per sabato 10 giugno 2017, saranno aperti alla cittadinanza con l’auspicio di un dibattito costruttivo e proficuo per il bene dell’intera comunità –“. Scritto il resoconto di questo convegno così ben descritto da Elisabetta Mereu - e non poteva esser diversamente - diciamo che anche le prossime conferenze al Montesenario, sono altrettante interessanti e quindi sarà nostra premura portarle a conoscenza. Terminiamo questo resoconto, con una nota ottocentesca sul Monte Senario tratta dal diario manoscritto di Pio Chini (1839 – 1910), che conserviamo gelosamente nel nostro archivio storico, uno dei tanti componenti di questa illustre famiglia di artisti, ceramisti, decoratori, ornatori ed affrescatori (vedi fra i tanti il grande Galileo Chini), il quale - con una bella calligrafia - descrive con dovizia di particolari quando bambinetto nel 1831 andò al Montesenario (a piedi da Borgo San Lorenzo), con il padre Pietro Alessio Chini, capostipite di questa illustre famiglia, per decorare ed ornare alcuni locali del Monastero. Quello che descrive Pio Chini è carinissimo. Ricorda i nomi dei frati che gli serviva la Messa, ricorda la famosa ghiacciaia, la buca dove nel 1844 avevano sotterrato ben 80.000 scudi e tante altre carinerie ed episodi simpatici, imparando anche a suonare l’organo. Davvero tre paginette, in questo sostanzioso diario, che fotografano quella che era la vita al Montesenario a metà ‘800, dieci anni prima dell’Unità d’Italia. Bene terminiamo queste cosette storiche davvero inedite, in attesa della presentazione del secondo e del terzo convegno in quel meraviglioso luogo, dove dalla terrazza si gode un magnifico panorama su tutta la “mugellana vallata” come scriveva don Lino Chini - tanto per non cambiare – scrittore e storico del Mugello, fratello maggiore di Pio Chini. Foto 2. Il Monastero di Montesenario fotografato dalla terrazza della nostra abitazione di Borgo San Lorenzo Foto 3. Un momento del convegno nella Sala Santa Maria del Monastero del Monte Senario Foto 4. Alcuni relatori del convegno; da sinistra l’arch. Sandro Panariello, il Prof. Roberto Parenti e la coordinatrice Elisabetta Mereu



Aldo Giovannini
GRANDE ELISABETTA
Elisabetta Mereu
Grazie a Ok Mugello, a Lorenzo Bartolini e ad Aldo Giovannini che per mi ha messo troppo in primo piano. Ci che importante nel mestiere di giornalista dare risalto alla notizia e non autoincensarsi! Gentilissimo Aldo sei comunque "perdonato" perch so che quanto hai scritto nei miei confronti fa parte della tua galanteria, confermata anche ieri! Auguri a te e a tutto il team!