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Collettivi toscani rivolgono ai candidati regionali domande sulla crisi in Palestina

Il secondo quesito riguarda l’eventuale sospensione, a livello regionale, degli acquisti di farmaci prodotti dalla multinazionale...

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Firenze per la Palestina Firenze per la Palestina © Firenze per la Palestina
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l collettivo Firenze per la Palestina, insieme a La Piazza di Schierarsi Firenze e ad Attivisti per la Palestina Isolotto, ha elaborato un documento contenente quattro domande rivolte ai candidati alla Presidenza della Giunta e al Consiglio regionale della Toscana in vista delle elezioni del 12 e 13 ottobre. Secondo i promotori, le risposte che verranno fornite a tali quesiti potrebbero incidere in modo determinante sulle scelte di voto di migliaia di cittadini toscani.

Il primo punto solleva la questione del sostegno alla connazionale Francesca Albanese, relatrice ONU per i diritti umani nei Territori palestinesi, chiedendo ai candidati se intendano difenderne il ruolo di fronte alle critiche provenienti da Israele e Stati Uniti e se valutino la possibilità di conferirle il Pegaso d’Oro, massima onorificenza regionale.

Il secondo quesito riguarda l’eventuale sospensione, a livello regionale, degli acquisti di farmaci prodotti dalla multinazionale israeliana Teva, misura già adottata da alcuni comuni toscani. Il terzo interpella i candidati sulla permanenza del Console di Israele Marco Carrai alla presidenza della Fondazione Meyer, chiedendo una presa di posizione netta in relazione alle vittime palestinesi.

Il quarto punto si richiama alle misure varate in Spagna dal governo Sanchez, proponendo di replicarle anche in Toscana: tra queste, il divieto di transito nei porti per navi dirette in Israele con armamenti e combustibili, restrizioni al sorvolo dei cieli regionali per mezzi militari, limitazioni ai servizi consolari e divieto di importazione di prodotti provenienti da insediamenti israeliani in Cisgiordania.

Nel documento i collettivi denunciano la gravità della situazione nella Striscia di Gaza, ricordando i dati diffusi da organismi internazionali sul numero di vittime, sulla distruzione delle infrastrutture e sull’aggravarsi della carestia. Per i promotori, è necessario che anche la Regione Toscana assuma iniziative concrete, superando ogni esitazione, per contribuire a fermare quella che viene definita una tragedia umanitaria e un genocidio in corso.

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