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Cantieri. Asl nella bufera: indagati i 106 dipendenti del Dipartimento Prevenzione

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Cantieri. Asl nella bufera: indagati i 106 dipendenti del Dipartimento Prevenzione Cantieri. Asl nella bufera: indagati i 106 dipendenti del Dipartimento Prevenzione © n.c.
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Il Dipartimento Prevenzione Asl Toscana Centro torna nel mirino delle indagini dei carabinieri del Nas a poche settimana da quei primi accertamenti, ancora in corso, che hanno portato alla sospensione di sei ispettori da parte del gip Fabio Frangini (qui l'articolo di OK!Mugello e qui il commento di Simona Baldanzi). Stavolta, però, ad essere raggiunti dagli avvisi di conclusione indagine sono stati 106 dipendenti, gettando l'intero dipartimento nella vicenda giudiziaria. L'inchiesta riguarda irregolarità riscontrate nei resoconti delle attività di competenza, ossia i sopralluoghi atti a controllare la sicurezza nei luoghi di lavoro. I carabinieri, dopo aver effettuato i controlli di suddette pratiche, hanno individuato centinaia di irregolarità nel periodo compreso fra il 2012 e il 2015. Fra gli indagati non risultano solamente tecnici ma anche ingegneri e medici. Come nei precedenti casi, il reato contestato è quello di falso ideologico, ossia la presenza all'interno delle pratiche di falsità. Di fatto i sopralluoghi sarebbero stati effettuati, ma sembrerebbero venuti meno altri passaggi necessari per chiudere la pratica, in particolare la relazione finale. La questione appare dunque spinosa, in quanto non sarebbe chiara la motivazione alla base. Infatti, gli oltre cento dipendenti non sembrerebbero aver avuto vantaggi materiali dalla chiusura di pratiche non ancora concluse. A tal proposito i dipendenti Asl si difendono accusando l'inadeguatezza del sistema informatico da loro utilizzato in quegli anni, ossia il sistema “Metis-Monitor”, ed attribuendo la generazione di irregolarità alla sua inefficienza ed alle sue numerose problematiche. Non a caso, proprio nel 2015 il sistema venne sostituito da quello attualmente in uso, ossia il sistema “Sispc”, il quale, a differenza del precedente, non permette la chiusura di pratiche incomplete. Alcuni dipendenti Asl hanno fatto presente come il sistema stesso potesse produrre delle imprecisioni, in quanto alcune operazioni automatiche, come ad esempio la stesura di una relazione finale, non sempre venivano effettivamente generate, senza che l'operatore potesse accorgersene. Una situazione incerta, dunque, che apre numerosi quesiti. I Cobas ad esempio prendono le difese dei lavoratori, denunciando il fatto che le numerose lamentele e segnalazioni relative al malfunzionamento del sistema Metis-Monitor non siano state prese in considerazione in tempi utili e necessari, ma soprattutto che la questione non venga neppure considerata all'interno delle indagini. Altri dubbi, come precedentemente detto, riguardano l'effettiva motivazione che avrebbe portato i dipendenti a delinquere, nel caso lo abbiano fatto, in quanto non si ravvedono evidenti guadagni in termini né economici, né tanto meno di sgravio lavorativo, avendo di fatto effettuato i sopralluoghi a loro assegnati, ed essendo l'errore contestato all'interno di una procedura puramente compilativa. Dubbi che di fatto alimentano le incertezze relative al sistema all'ora in uso. Altri quesiti se li pone il sindacato Cgil Firenze e Toscana, il quale in un comunicato stampa si interroga riguardo alla qualità dell'organizzazione dell'Azienda Sanitaria sia nella gestione delle proprie procedure, sia nella formazione del proprio personale. La Cgil, inoltre, informa di aver messo a disposizione dei lavoratori i propri legali ed auspica che la magistratura riesca a far luce il più in fretta possibile sulla vicenda, individuando responsabilità e responsabili, così da permettere al Dipartimento in questione di riprendere, in maniera efficacie, il proprio ruolo, definito fondamentale ed indispensabile.  

 

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