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Borgo. Postuma di Mario Lapi (1915-2005) presso antichità Margheri

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Borgo. Postuma di Mario Lapi (1915-2005) presso antichità Margheri Borgo. Postuma di Mario Lapi (1915-2005) presso antichità Margheri © n.c.
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Grazie alla lungimiranza di Giuseppe “Beppe” Margheri, amico da una vita con Stefano Lapi, figlio del compianto pittore Mario,  con la collaborazione di Studio Noferini, è stata allestita nei locali quattrocenteschi dell’ex concia (più anticamente cristalleria di maestri vetrai francesi),  dove sono ubicati i laboratori di antiquariato in via Caduti di Montelungo a Borgo San Lorenzo, una mostra postuma del pittore Mario Lapi, uno degli artisti più amati, stimati e ricordati  di tutto il comprensorio mugellano. Nonostante molte concomitanze (stesso giorno, stessa ora, compreso l’inaugurazione di altre due mostre in sede locale; i soliti immancabili doppioni!!), molti estimatori, amanti d’arte, conoscenti ed amici di Stefano Lapi, hanno presenziato all’inaugurazione (presente anche Toscana TV con il dott. Fabrizio Borghini), ascoltando alcuni interventi sulla figura di Mario Lapi, in un clima  di ricordi mai assopiti verso un artista che ha lasciato una grande impronta.

Ecco un nostro intervento: "-  La morte non seppellisce tutto quello che una persona, un uomo, un artista, ha fatto prima e lasciato poi nella sua vita, poiché la storia non lascia spazio al silenzio, al non ricordo, la storia riporta sempre in essere quelle parentesi di vita che hanno caratterizzato il percorso umano, sociale, civile di una persona. Mario Lapi - e qui parliamo di un uomo che ha onorato la sua terra natia – si ripresenta in tutta la sua poetica artistica, mai assopita, mai dimenticata, mai archiviata; la sua passione del mondo artistico, l’ha trasmessa nella tavolozza, impregnata di colori, di tubetti strizzati di un odore acre, ma più che altro impregnata di un amore atavico verso l’Uomo e la Natura, che nella sua coscienza sono sempre stati i pilastri del suo percorso artistico. Il ricordo dei campi di concentramento durante la seconda Guerra Mondiale (1940/1945), lo portò in giovane età in un periodo di terrore e di paura, ad imprimere sulla tela volti cupi, tristi, sofferenti, angosciati - e non poteva esser diversamente - (e quà viene fuori la straordinaria umanità di Mario Lapi), per poi percorrere una nuova strada di pace, di ritrovata libertà intellettuale, esplodendo nel suo “io” interiore quando, cavalletto sulle spalle, se ne andava tranquillo negli anfratti mugellani a scoprire e riscoprire la natura e il bello, nel silenzio e nella pace, fra campi e maggiatiche, boschi e prati, alberi e fiori, torrenti e rocce, sotto il cielo terso della sua natia terra mugellana, che profondamente amava. In questo spirito Mario Lapi ha forgiato la sua arte, anno dopo anno fino alla fine, riuscendo ad accattivarsi tanta simpatia ed altrettanta stima - qualche volta purtroppo non riposta - , riuscendo ad imporsi, nonostante la sua innata semplicità, in quel piccolo-grande mondo artistico che ha vissuto con onestà intellettuale, con amore, con affetto, nel rispetto di tutto e di tutti. Le sue tele sono là ha ricordarci, un verace mugellano, ma più che altro un “grande” artista di pennello e di cuore -“. La mostra potrà essere visitata con l’orario del laboratorio d’antiquariato fino alla fine di luglio 2013.


L’autoritratto di Mario Lapi sul frontespizio del catalogo

Un momento dell’inaugurazione della mostra postuma; da sinistra, il figlio Stefano Lapi, Guido Molinelli  e Giuseppe “ Beppe” Margheri.
(Foto A.Giovannini)        

 

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