Jonathan Cantini © Massimiliano Miniati
Anche ieri sera si erano dati nuovamente appuntamento sul palco del Teatro Corsini di Barberino e c’erano tutti, il fattone, gli zii Dino di Campocatino e il pescatore, la Pamela di San Miniato, ( mancava solo la sbudella cignali) il bulletto, la nonna del fattone e gli altri personaggi che hanno fatto di Jonathan Canini un vero e proprio divo dei social regalando al comico una serie di “Sold out” teatrali veramente impressionante.
È con un video della sua infanzia (quella vera) che Jonathan ha aperto il suo spettacolo “Vado a vivere con me” ieri sera al Teatro Corsini di Barberino completamente esaurito da settimane per la quarta replica di questo spettacolo divertentissimo.
Inizia raccontando il seguito del video, l’adolescenza, l’avversione per la scuola e quella voglia di arrivare a 18 anni per andare a vivere da solo che si dimostra più inarrivabile e difficile di come se l’aspettava.
Lo spettacolo scritto dallo stesso Canini insieme a Walter Santillo è furbescamente divertente, Jonathan parla di tutte quelle problematiche che almeno una volta hanno reso la vita difficile a tutti quelli che si sono trovati a vivere da soli. Fare una lavatrice, stirare, cucinare (anche se ammette l’uso smodato di scatolette) tutti argomenti nei quali ognuno può ritrovarsi, tutte cose che quando sono capitate a te, ti hanno fatto arrabbiare, ma raccontate da altri diventano un puro spasso (e servono anche a farti sentire meno stupido).
E proprio di spasso mi piace parlare, di quel clima di buonumore e divertimento che ha trascinato tutti in un vortice di personaggi e battute sparate come da una mitragliatrice.
A raffica si alternano sul palco i personaggi che l’hanno reso popolare (già visti in video quando il comico gli invita uno ad uno allo spettacolo) il Fattone, la nonna meridionale che sulla spiaggia controlla i ragazzini e che per il mal di schiena prende una tisana fatta con l’erba del nipote (a parer mio il pezzo migliore) , la Pamela di San Miniati e le borse animalier dell’amica scippata da un gabbiano sul lungomare di Viareggio, il bullo (..zzo guardi?) che minaccia tutti facendo il lupo cattivo ma si trasforma in un agnellino quando parla con la mamma, lo zio di Campocatino (Lu) dalla tirchieria infinita che non ha niente fino a che non può vendere o affittare, Ieri sera è mancata la sbudella cingnali a cena con un’amica nel ristorante di lusso dove vanno anche i calciatori, (che a me era piaciuta un sacco la prima volta che vidi lo spettacolo a fine gennaio scorso). L’incubo della giornata al mare a Torre mozza (con un catino di riso freddo, borse di tutti tipi e l’ombrellone infilato tra zaino e schiena), l’anticiclone africano (eccezionale) in un crescendo di risate ed applausi per questo spettacolo nel quale il comico di Pontedera si avvia spesso verso il limite tra comicità e volgarità ma senza mai oltrepassarlo, ed anche la spiegazione del termine “Tegame “diventa uno spassoso racconto fruibile da tutti dai 3 agli 80 anni, ed è proprio un pubblico cosi vasto e vario, dal ragazzino all’anziano che ieri sera, abbattendo ogni barriera generazionale ha stipato il teatro Corsini di un pubblico tanto vario arrivato a Barberino per passare due ore (ieri è durato più del previsto) di divertimento assoluto con un comico speciale che potrebbe diventare il preferito delle nuove generazioni anche oltre i telefonini ed i social. L’unico altro personaggio mancante oltre alla Sbudella cignali è stato Michele (chiamato a gran voce dal pubblico), ma ormai era quasi mezzanotte e probabilmente il bambino creato da Canini era già a letto, a differenza dei bambini in sala che erano sveglissimi ed hanno riso a crepapelle tutta la sera.


