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Dal Bangladesh a Firenze. Il riscatto di Zamal tra officina e orto sociale

Parallelamente, Zamal ha riscoperto il legame con la terra curando l’orto della comunità, condividendo competenze agricole...

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Zamal Zamal © Ps Comunicazione
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La storia di Zamal, giovane originario del Bangladesh, è emblematica di un percorso di riscatto personale e integrazione sociale reso possibile grazie all’accoglienza e al supporto educativo offerti da Casa Silvano, struttura del Consorzio Zenit alle Piagge, a Firenze. Arrivato in Italia all’età di 16 anni attraverso la tratta degli esseri umani, Zamal è stato vittima di una rete criminale internazionale che gli aveva promesso un permesso di soggiorno rivelatosi inesistente. Solo e disorientato, ha trovato inizialmente rifugio in una struttura d’emergenza per migranti, per poi essere accolto a Casa Silvano, comunità che ospita minori tra gli 11 e i 18 anni in carico ai servizi sociali.

Una volta inserito nella struttura, Zamal ha subito espresso il desiderio di studiare, imparare la lingua italiana e avviare un percorso di formazione professionale. Grazie alla determinazione e all’aiuto degli educatori, ha ottenuto la licenza media, frequentato l’Iti Leonardo da Vinci e completato un corso per meccanici. Oggi lavora come apprendista carrozziere in una officina fiorentina, inviando parte del suo stipendio alla famiglia rimasta in Bangladesh, dove i genitori faticano a sopravvivere con il lavoro nei campi.

Parallelamente, Zamal ha riscoperto il legame con la terra curando l’orto della comunità, condividendo competenze agricole con gli anziani del quartiere. In questo scambio di saperi tra culture, trova conforto e un senso di appartenenza: “Zappando, mi sembra di tornare a casa”, racconta con emozione.

Casa Silvano, diretta da Marianna Martinelli, offre non solo un tetto e protezione, ma un progetto educativo mirato alla crescita emotiva, scolastica e professionale dei ragazzi accolti. “Accompagniamo ogni giovane in un percorso individualizzato – sottolinea Martinelli – per restituire loro fiducia e autonomia”.

Zamal guarda al futuro con speranza. Il suo sogno è costruire una vita stabile in Italia, stabilirsi a Firenze, acquistare una casa e fondare una famiglia. Una testimonianza concreta di come accoglienza, formazione e sostegno possano trasformare una vicenda di sfruttamento in un percorso di rinascita.

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