Auto, nuova tecnica del ladri: te la portano via in un lampo-okmugello.it © N. c.
Ritirare un’auto nuova è, per molti, un momento che racchiude orgoglio, investimento e un pizzico di emozione. Non si tratta solo di un bene materiale, ma di un traguardo concreto. Solitamente, è il risultato di anni di risparmi e decisioni ponderate, un bene che promette comfort, autonomia e indipendenza.
Eppure, in un contesto in cui i furti di veicoli sono triplicati negli ultimi anni, quel simbolo di conquista personale rischia di trasformarsi in una fonte costante di preoccupazione. Le statistiche parlano chiaro: dalle strade urbane ai parcheggi privati, nessun contesto sembra più sicuro. La cronaca racconta di automobili sottratte in pieno giorno, di antifurti elettronici resi inservibili in una manciata di secondi, di interi quartieri presi di mira da gruppi specializzati.
La risposta dei proprietari si traduce in sistemi di protezione aggiuntivi, assicurazioni più costose, abitudini di sosta sempre più caute. Ma le contromisure faticano a tenere il passo con la rapidità con cui le bande criminali aggiornano i propri metodi.
L’ultima evoluzione di questa guerra silenziosa è una tecnica tanto rapida quanto efficace, capace di aggirare anche le difese più moderne. È davvero importante, perciò, essere informati e sapere come comportarci per poter evitare una situazione di questo genere.
L’ultima trovata dei ladri per rubarti l’auto in un batter d’occhio: ecco come evitare il peggio
Due minuti. Non si tratta di un’esagerazione giornalistica, ma la misura reale del tempo impiegato per portare via un SUV in una delle arterie più trafficate di Cerignola, via XX Settembre.

Quattro uomini incappucciati, un piccolo dispositivo elettronico e una precisione da manuale. È bastato il tempo di un caffè perché il veicolo sparisse, senza rumore, senza vetri infranti, sotto lo sguardo impassibile dei passanti. Qualcuno ha ripreso la scena da lontano, più per incredulità che per coraggio, sollevando indignazione politica e dibattito pubblico.
La tecnica impiegata non è frutto di improvvisazione, ma il risultato di un know-how criminale affinato nel tempo. L’azione parte da un punto preciso, ossia la ruota posteriore. Lì si nasconde l’accesso al sistema CAN-BUS, il “cervello” che governa accensione, serrature e antifurto.
Una volta individuato il cablaggio, basta collegare un dispositivo grande quanto una chiavetta USB. In meno di sessanta secondi, l’auto si comporta come se avesse ricevuto il comando originale: porte aperte, allarme muto, motore acceso.
Difendersi non significa soltanto parcheggiare in zone illuminate o chiudere accuratamente le portiere. Oggi servono contromisure mirate. Per questo motivo, è di fondamentale importanza munirsi di blocchi meccanici ben visibili, custodie schermate per le chiavi keyless, sistemi antifurto che interrompano o criptino la rete CAN-BUS. Anche un aggiornamento software del costruttore può fare la differenza.
I numeri lo dimostrano: la rapidità è l’arma dei ladri. E allungare anche solo di pochi secondi il tempo necessario al furto può trasformarsi nella migliore strategia di difesa.


