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"Maxim" negozio storico di Dicomano dal 1971. Una festa per salutare Massimo e Sandra

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Lo storico negozio di Dicomano "Maxim 1971" chiude. Sabato 29 Febbraio si è svolto una festa dove tanti amici e clienti del negozio sono venuti a salutare i titolari. Ero presente anch'io e non mi sono fatta scappare una delle mie interviste a due persone speciali, che nella loro avventura sono stati innovatori e sempre alla "moda". Un negozio che chiude una pagina di storia del commercio di Dicomano, ma lascia sicuramente un bel ricordo di una Dicomano che cambia con il tempo e le stagioni.

Qui potete ascoltare (e scaricare) la mia intervista in podcast ed a seguire il testo della bella lettera di congedo di Massimo e Sandra.


Eccocí qua, alla fine stiamo giungendo alla conclusione di questa splendida avventura iniziata quasi cinquant'anni fa, quando noi due giovani decidemmo di provare a realizzare un sogno e aprire un negozio di abbigliamento a Dicomano, una boutique, come si chiamavano allora i negozi più chic. Usiamo volutamente questi termini ormai fuori moda perché fotografano alla perfezione i tempi in cui questa avventura ha avuto inizio. Oggi le boutique non esistono più, ci sono gli outlet, la grande distribuzione, e-commerce, i negozi monomarca: è un altro tempo.

Negli anni in cui tutto ebbe inizio, i negozi di abiti erano poco più che mercerie che avevano, in vetrina, i primi capi confezionati, per lo più abiti da lavoro; pantaloni, camicie e giubbotti per andare a lavorare nei campi, nei boschi o, magari, per andarci a caccia. Noi però volevamo qualcosa di diverso, qualcosa che non si fosse ancora visto. Ci rivolgemmo a un architetto, poi diventato molto famoso, e nacque un negozio così all'avanguardia che anche una rivista del lontano Giappone volle parlarne.

Partimmo così, passo dopo passo, anno dopo anno; tra alti e bassi ma ci rendemmo conto che avremmo dovuto fare molto di più. Decidemmo di iniziare a viaggiare per cogliere in anteprima le nuove tendenze. Sembrerà strano, oggi, ai giovani che hanno conosciuto un mondo in cui internet c'è sempre stato, ma allora era fondamentale muoversi e guardarsi attorno. Milano, Parigi, Londra, dovunque ci fosse qualcosa da imparare per migliorare sul lavoro o anche semplicemente dovunque ci fosse qualcosa da vedere. Da questi viaggi tornavamo sempre con qualche novità in valigia, da Milano i Jeans di Fiorucci, da Parigi i pantaloni vita alta e larghissimi di Yves Saint Laurent, da Londra le suggestioni di Carnaby Street e la minigonna di Mary Quant! Ma fu da New York che arrivò quella che sarebbe stata la carta vincente. Il jeans, quello vero: Levis Strauss, Wrangler e Lee. Che tempi!

Quel nostro piccolo negozio oramai era conosciuto da tutti. Era diventato "Maxim". Da noi, i ragazzi, trovavano di tutto: Spitfire, Sysley, Ufo, i mitici Bullit che per indossarli, le ragazze, erano costrette a sdraiarsi a terra e chiamare qualcuno per chiudere la zip. In quegli anni noi ormai grandi, conoscemmo i personaggi del fashion system che avrebbero rivoluzionato la moda fino ai giorni nostri.

Già, i nostri giorni... finisce addirittura un secolo!!

Gli anni duemila impongono a noi diventati ormai maturi, di rimettersi in moto e ricercare nuovi brand poco, o per nulla conosciuti in Italia. E così, dal Portogallo, arrivano i Salsa Jeans che scovammo a Oporto, da Barcellona arrivò Desigual che ancora oggi, dopo tanti anni, rimane un cardine delle vendite, ma ormai tutta questa è cronaca recente. Non ci rimane altro che ringraziare tutti coloro che, con il loro costante affetto ci hanno consentito di arrivare fino a questo punto. Grazie!

Un ringraziamento però va anche a coloro che con le proprie critiche ci hanno dato la determinazione necessaria a realizzare il sogno della nostra vita. Ora si festeggia. Si va in pensione, parola tanto amata e, al contempo, tanto temuta per l'incertezza che si porta dietro. Avremo più tempo da dedicare e noi stessi, a Gaia e Linda, sperando di recuperare il tempo che il nostro lavoro ha sottratto loro. Avevamo un sogno da realizzare e, come si sa, i sogni non sono facili da acchiappare.

Buona vita a tutti.

P.S. Un abbraccio particolare a un amico che non c'è più a cui dobbiamo molto, molto davvero. Ciao Sauro!

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