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La lettera del Mostro e le indagini di Perugia

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La lettera del Mostro e le indagini di Perugia La lettera del Mostro e le indagini di Perugia
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Martedì 10 settembre 1985 angoscia e sgomento in tutta Italia, ma soprattutto in Toscana e a Firenze. Il giorno prima erano stati scoperti i cadaveri della coppia francese, l’ottavo omicidio del cosiddetto “mostro di Firenze”. I fiorentini erano profondamente scossi e gli inquirenti erano assai amareggiati perché questo assassino implacabile sembrava sempre più un incubo. Proprio quel martedì arrivò alla procura fiorentina il primo e unico messaggio sicuramente autentico del mostro: una lettera indirizzata all’ex sostituto-procuratore Silvia Della Monica, che ormai non si occupava più del caso.

La lettera conteneva un lembo di pelle, incellophanato e chiuso dentro un foglio di carta piegato e dai margini incollati. Il mostro, forse volutamente per non lasciare tracce, non aveva usato la saliva. Sulla lettera c’era scritto “Dott. Della Monica Silvia Procura Della Repubblica Firenze”. La scritta era composta con lettere ritagliate da rivista ad alta diffusione. Apparve subito evidente che il lembo di pelle appartenesse a Nadine Mauriot (vittima femminile del delitto degli Scopeti); ma l’ipotesi divenne certezza in seguito, quando gli esperti dell’istituto di medicina legale stabilirono che il lembo era un frammento di seno della donna francese.

La lettera era stata imbucata a San Piero a Sieve (paese di circa 3mila abitanti dell’area mugellana).

Nell’area di San Piero a Sieve la posta veniva raccolta tutti i giorni (eccetto la domenica) in un orario variabile fra le 10 e le 12. La macabra lettera del mostro venne raccolta dal portalettere di San Piero a Sieve il lunedì 9 settembre.

Essendo la data del delitto degli Scopeti assai incerta, la lettera poteva teoricamente essere stata imbucata dal mostro in un ampio margine di tempo: da dopo le ore 10-12 di sabato 7 settembre (precedente raccolta della posta) fino alle 10-12 di lunedi 9 settembre. Un margine temporale molto consistente, che rende possibile una vasta gamma d'ipotesi sugli spostamenti del mostro. Il mostro potrebbe aver spedito la lettera subito dopo l’omicidio, percorrendo i 50 km del percorso che separano Scopeti da San Piero a Sieve.

C’è però qualcosa di ancora più sorprendente e inquietante da scrivere: la stessa Della Monica ha dichiarato di avere avuto la residenza estiva proprio nei dintorni di San Piero a Sieve nel 1985 precisamente nella villa di Via Dante Alighieri appena usciti dal paese di San Piero a Sieve, poco distante, 6 km dalla cassetta della posta dove fu imbucata la macabra lettera .

in questa intervista:


Poi un salto nel tempo di 16 anni.Le indagini sul mostro, dopo anni di processi e di inchieste piu’ o meno valide, il Mugello torna a essere protagonista nell’inchiesta- mostro. Dalla Procura di Perugia un nuovo input che apre nuovi scenari sulla vicenda.

Sentiamo in proposito il Dr. Giuliano Mignini, magistrato titolare dell’inchiesta perugina collegata ai delitti della Provincia fiorentina:

- Dr. Mignini nell’ anno 2001, le indagini sul mostro di Firenze si spostano anche nel Mugello, perché?

Quanto all'interessamento verso il Mugello e considerato che lei si riferisce all'indagine perugina, posso dirle che le telefonate minacciose subite dall'estetista di Foligno che si pongono a monte del procedimento n. 17869/01/44 sull'omicidio Narducci, cominciarono a fare reiterati riferimenti ai delitti del mostro di Firenze nel periodo immediatamente precedente, e immediatamente successivo agli attentati dell'11 settembre 2001 negli USA. Nel contesto di queste telefonate, i due ignoti interlocutori dell'estetista fecero più riferimenti al Mugello. E' passato molto tempo ma mi pare proprio che il Mugello venisse indicato come la "sede" della presunta setta di cui si affermavano membri i due ignoti, un uomo dell'area linguistica "umbro sud orientale", folignate - spoletina e una donna di provenienza "piemontese" (come sarebbe stato accertato da una CT della sezione fonica del RIS CC. di Roma).

- Secondo lei perché il "mostro" colpisce ben 2 volte nel Mugello e dopo l’ultimo delitto ci torna a imbucare la lettera a San Piero a Sieve?

Che il Mostro abbia colpito per ben due volte nel Mugello e poi vi ritorni per la lettera, in realtà il Mostro ha colpito intorno a Firenze: una prima volta nel Mugello, una seconda a Scandicci, un'altra addirittura a Calenzano, un'altra a Baccaiano di Montespertoli, un'altra nei pressi del Galluzzo, a Vicchio nel Mugello nel 1984 e agli Scopeti nel 1985. Il fatto che la busta venga spedita da San Piero a Sieve può collegarsi al fatto che lì vi abitava la destinataria del messaggio, cioè Silvia della Monica

Mi pare che si tratti di una specie di cerchio attorno e addirittura dentro a Firenze (quello del 1983). La maggior parte dei delitti sono però a ovest e a sud di Firenze (Signa addirittura, anche se quello è un po' particolare, Scandicci, Baccaiano, Calenzano, Giogoli, San Casciano).

- A proposito dell ultimo omicidio del 1985, risulterebbe che il medico perugino fosse partito per Rochester negli Stati Uniti il giorno 7 settembre per un convegno . Quali sono le sue considerazioni in proposito?

Per quanto concerne il Narducci, l'esame del suo passaporto che in copia è acquisito agli atti, mostra, se ben ricordo, che il Narducci chiese il visto al Consolato USA (non sappiamo se di Firenze o Roma, o all'Ambasciata, non ricordo), il giorno 7 settembre 1985. Ma sul passaporto c'è la dicitura "Adversed" che significa "negativo". Il visto cioè fu negato.

Di questo fatto parla la moglie in un verbale e la stessa ricorda perfettamente che il marito partì per gli USA (Minnesota) o forse il Regno Unito nella seconda metà del settembre 1985 e ritornò qualche giorno prima del 4 ottobre 1985, dopo circa una settimana. Il 4 ottobre era una data importante per i due coniugi perché è la festa di San Francesco d'Assisi ed entrambi avevano questo nome. Probabilmente il Narducci partì dopo il 20 settembre e tornò nei primissimi giorni di ottobre. Solo in quel periodo il Narducci si assentò, non la prima metà del mese. Lo dice con estrema chiarezza la moglie. Oltre a lei, anche un amico carissimo del medico, certo Coletti, che aveva il padre ricoverato in Ospedale, ricorda che il Narducci lo andava a trovare tutti i giorni in quel settembre e non vi furono interruzioni. apprezzabili. Anche l'impiegata dello Studio privato del Prof. Morelli (il "capo" di Narducci) ricorda che il medico era a Perugia in particolare l'8 settembre e in quel periodo.

Ricordo benissimo che il Narducci chiese il visto per il suo passaporto il 7 settembre 1985. Poi però ricordo con altrettanta certezza che sul passaporto vi è la dicitura "adversed" che vuol dire diniego di visto e comunque la stessa vedova pone il marito in Italia nei giorni dal 7 in poi e colloca la partenza per gli USA (o il Regno Unito) negli ultimi giorni del settembre, comunque dopo il 20.

Riguardo il viaggio in America del medico leggiamo cosa disse la vedova Francesca Spagnoli in una SIT N. 8970/02 R. G. N. R. del giorno 21.01.2005:

“Francesco partì per gli Stati Uniti nel suo ultimo viaggio dopo il 15 o 20settembre 1985. Di questo sono assolutamente certa, perché la permanenza all’estero di Francesco durò una settimana, dieci giorni e lui ritornò poco prima del mio compleanno che è il 2 ottobre. Mi ricordo anche che io l’avevo chiamato nella sua camera d’albergo e un giorno mi rispose un suo collega che era italiano, dicendomi che Francesco era in bagno e che me lo avrebbe chiamato. So che questo amico di Francesco è stato contattato da mio suocero perché lo ha riferito a mia madre. La dicitura ADVISED o ADVERSED, con la data 7 settembre, si riferisce, credo, ad un visto che è stato apposto, in Italia, al passaporto, prima della partenza di Francesco per gli Stati Uniti, ma sono assolutamente certa che Francesco partì per il suo viaggio dopo il 15 settembre 1985. Non so perché, ma io avevo memorizzato il riferimento all’Inghilterra, probabilmente perché Rochester poteva essere sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito. Confermo anche che, da quando i giornali hanno ripreso il tema della morte di mio marito, ricevetti delle strane telefonate dall’utenza nr. +39---OMISSIS-----. Io non rispondevo ai numeri che non conoscevo. Queste telefonate si sono protratte per un mese e sono state fatte nelle ore più disparate."

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Commenti 1
  • Luca Mirri

    Non capisco bene quasta storia: se c'è un visto datato 7 settembre allora il visto c'era oppure la signora si confonde. Non credo, mi si corregga se sbaglio, che abbia senso un timbro del genere sul visto, a meno che non fosse stato apposto dall'ufficiale dell'immigrazione all'aeroporto di arrivo negli Stati Uniti e non in quello di partenza in Italia, dove, credo, si accerta solo che il visto ci sia in modo da consentire l'imbarco (non stiamo parlando di terroristi qui). Ma in questo caso la signora si sarebbe dovuta ricordare che il marito era partito e inaspettatamente rientrato subito dopo a causa di un rifiuto di occorso dopo la sua partenza dallìItalia. Grazie a chi vorrà chiarire il mio dubbio.

    rispondi a Luca Mirri
    lun 7 settembre 2020 08:03