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Anche da DicomanoCheverrà No alla Newco di Publiacqua: 'Manca una visione'

Un No secco espresso nel Consiglio Comunale del 10 giugno

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Dicomano che Verrà Dicomano che Verrà © N.c.
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Una nota in redazione:

È un NO SECCO quello espresso dal gruppo DicomanoCheverrà (Barlotti, Certini, Ticci), nel corso del consiglio comunale di Dicomano del 10 giugno scorso, in merito alla delibera che prevede la cessione delle quote dei comuni in Publiacqua ad una nuova costituenda "holding" con la finalità di "mettere al sicuro" la partecipazione pubblica rispetto ad eventuali prelazioni da parte del socio privato, e poter riscattare al contempo anche le quote del socio privato Acea (40%).

“Ma il progetto complessivo è ben piu’ importante” commenta la capogruppo Laura Barlotti “Questa nuova holding, alla quale come Dicomanocheverrà abbiamo detto NO, ma votata da tutta la maggioranza di centro sinistra, rappresenta di fatto il primo nucleo della futura multiutility toscana (già oggetto di una nostra mozione) che metterà insieme le piu’ grosse aziende toscane di energia, rifiuti, acqua…quindi Alia, Publiacqua, Consiag, e forse anche Estra o Toscana Energia. Quale il vantaggio? Sicuramente quello di fare profitti, capitalizzare ricchezza, gestendo servizi essenziali”.

“Non solo, la New Co” continua Barlotti “potrà anche quotarsi in borsa e quindi trovare in questo modo quei 130/140 milioni di euro necessari per liquidare il socio privato di Publiacqua entro il 2024. Ma nel 2011, 26 milioni di italiani non avevano detto sì alla ripubblicizzazione dell’acqua? Che fine ha fatto il risultato del referendum? Con questa procedura il controllo da parte del pubblico sarebbe fortemente minato, per lasciare spazio a una nuova privatizzazione. Eppure, il progetto è stato benedetto anche dal presidente della Regione Eugenio Giani, nonostante la ripubblicizzazione dell’acqua fosse uno dei suoi obiettivi in campagna elettorale”

“Non solo ma tutto questo percorso non farà altro che diminuire l’importanza dei comuni all’interno di Publiacqua, espropriandoli pian piano di qualsiasi benchè minima funzione in quanto i centri decisionali saranno altrove. Quindi aumenteranno le distanze con i cittadini, e probabilmente lieviteranno anche i costi. Non ci sembrano già abbastanza care le bollette di Publiacqua rispetto ai consumi effettivi? “

“Cio’ che contestiamo inoltre è il metodo” continua Laura Barlotti “la fretta, con la quale l’amministrazione di Dicomano è solita sottoporci scelte così importanti. In quattro e quattro, otto, è stato convocato un consiglio per votare questa delibera. Ma non puo’ essere sempre l’urgenza a guidare scelte così importanti! E la consultazione pubblica prevista dalla legge? La maggioranza dei cittadini ne sa qualcosa di tutto questo? Niente. Un po’ di trasparenza sarebbe importante. E pensare che solo il 31 maggio scorso il Sindaco Passiatore in consiglio comunale commentando una nostra mozione sulla multiutility disse che ancora non c’era alcun progetto! Il progetto in effetti pare ancora carente ma le idee sembrano molto chiare” commentano Barlotti, Certini e Ticci.

“Ma non solo nella delibera che ci è stata sottoposta non si fa né riferimento alla ripubblicizzazione del servizio idrico né al contenimento delle tariffe. Di quale visione politica è frutto tutto ciò? Come potevamo votare a favore di tutto questo?”

“Come Dicomanocheverrà” continua Laura Barlotti “non siamo contrari a prescindere ad affrontare un progetto di rafforzamento e integrazione delle varie società che gestiscono i servizi ma la condizione deve essere che controllo e gestione siano chiaramente in mano pubblica, mettendo un punto fine alle gestioni misto pubblico- private, che non hanno portato né un abbattimento di costi né efficienza”.

I sindaci dovrebbero fare i sindaci e quindi operare per l’interesse dei propri cittadini. “Pensiamo invece che questo nuovo grande contenitore sarà sicuramente un nuovo grande poltronificio e come tale pronto ad accogliere sindaci e amministratori in cerca di una futura collocazione”. “Forse” conclude Barlotti “oggi stiamo pagando anche una politica che per anni è stata miope e che adesso è completamente assente. Mancano probabilmente una visione, una strategia e anche un po’ di coraggio a livello di territori. Un esempio per tutti: nell’ultimo consiglio comunale (come Dicomanocheverrà abbiamo votato in modo contrario, anche per questioni di metodo) è stato deciso anche di affidare il servizio mensa/ristorazione alla società mista pubblico privato SIAF. Domanda: il Mugello e magari anche la Valdisieve non avrebbero avuto le forze per gestire insieme questo servizio invece di appaltarlo all’esterno? Si tratta solo di un esempio chiaramente.


 

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