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“Tournèe in città a teatri chiusi”. Miniati racconta lo spettacolo-protesta

hanno interpretato alcuni brani tratti da “Le ragazze di San Frediano” di Vasco Pratolini, un testo speciale che parla di Firenze ma soprattutto di donne straordinarie come le tre artiste

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La protesta teatrale La protesta teatrale © Massimiliano Miniati
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“Fior di ginestra siamo venuti qui per far protesta davanti a al bel teatro, G. Puccini orgoglio di noi tutti fiorentini” intona Chiara Riondino in apertura della “tournèe in città a teatri chiusi” di domenica 7 febbraio sulle gradinate del Teatro Puccini di Firenze. Daniela Morozzi, Anna Meacci e Chiara Riondino insieme per attirare l’attenzione sul mondo dello spettacolo che, con i due lockdown è praticamente inattivo da un anno.

Due attrici, una musicista e Claudio Benelli rappresentante dei tecnici (la Omikron di Firenze partner dell’iniziativa) per sottolineare che non solo gli attori e tutto quello che gira intorno al teatro hanno bisogno di lavorare, ma anche il pubblico ha necessità di vivere la cultura in prima persona, le dirette streaming sono solo un palliativo.

“Fiore di menta, noi lo cantiamo in cor perché si senta, se aprir gli spazi nostri un sà da fare, chiudiamo pure il centro commerciale”.

È sottinteso che il mondo dello spettacolo debba essere trattato come le altre attività, se la gente può stare seduta accanto al ristorante, o in fila per fare shopping, perché non può godersi anche un bello spettacolo teatrale o un film seduti su qualcosa di diverso dal divano di casa.

“Fior d’amaranto noi lo diciamo forte e non sai quanto, restiamo pure a un metro di distanza, ma non facciam soffrir che canta e danza”

Oltretutto come è stato dimostrato nel breve periodo nel quale le attività erano riprese, è possibile godersi uno spettacolo tranquillamente distanziati ed indossando la mascherina.

“Fiore d’ortica certo portiam rispetto alla formica, lasciatecelo dir per quel che vale, possan lavora pur le cicale”

Come hanno spiegato è necessario il lavoro degli artisti, fosse anche solo per raccontare questo periodo cosi destabilizzante.

“Cantiamo in coro contro i negazionisti siam tutt’uno, ma un si vorrebbe che a star boni boni qualcuno ci pigliasse pè c….”

Il pubblico che già da prima dell’inizio si era raccolto davanti al teatro applaude sinceramente le tre artiste che, (non sottovalutiamo la cosa), hanno avuto il coraggio di esporsi e metterci la faccia, regalando ai fiorentini, il primo assaggio di spettacolo dal vivo da mesi, mesi che hanno visto pian piano il mondo dell’arte e della cultura scivolare in un limbo di disinteresse, tutto sembra essere più importante del Teatro, del Cinema, dei concerti, delle mostre, delle presentazioni di libri, eppure siamo un popolo abituato a nutrirsi di cultura.

Sulle note della “Cantora” Riondino, Daniela Morozzi e Anna Meacci hanno interpretato alcuni brani tratti da “Le ragazze di San Frediano” di Vasco Pratolini, un testo speciale che parla di Firenze ma soprattutto di donne straordinarie come le tre artiste che hanno deciso con l’adesione della Cgil area Vasta Firenze-Prato-Pistoia di protestare in modo pacifico ma deciso.

Il pubblico fiorentino e non solo (gruppi da Lucca, Viareggio, Pistoia) sembra aver raccolto il grido d’aiuto di una categoria considerata ormai come un optional inutile.

Nonostante il tempo avverso un paio di centinaia di persone si sono radunate davanti al teatro e noncuranti della pioggia hanno voluto testimoniare il supporto alle tre artiste.

I successivi appuntamenti erano previsti per oggi (domenica 14 febbraio) davanti al Teatro di Cestello, per il 21 febbraio davanti al teatro Niccolini e domenica 28 febbraio davanti al Teatro di Rifredi. “Fior di mimose, ma quanto siete state strepitose!”

 

 

 

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