OK!Mugello

Le due fatine fiorentine donano mascherine al mondo. E una ditta di Rufina ha donato tanta stoffa

Una ha i capelli color lavanda, l'altra un ciuffo biondo punk. Sono LavandaLab e Dottoressa Gomitolo nella vita pre-Covid oggi "riconvertite" in creatrici di mascherine

Abbonati subito
  • 3928
Le mascherine di Francesca e Rachele Le mascherine di Francesca e Rachele © Facebook
Font +:
Stampa Commenta

Le pallottole per combattere il nemico di questa guerra sono le mascherine. Ne servono nove milioni al mese dicono dal Dipartimento di Protezione Civile. L'emergenza ha fatto scoprire all'improvviso di quanto in questo dipendiamo dall'estero e così, fra aiuti dall'Egitto, dall'India e dalla Russia alcune aziende italiane stanno, faticosamente, riconvertendosi alla produzione di mascherine.

Nel frattempo a Firenze l'ingegno artigiano fa faville. Francesca e Rachele, una residente a Gavinana e l'altra alla Nave a Rovezzano vedevano i negozianti vicino alle loro abitazioni privi di presidi e così, le due ragazze un po' strane nella vita di tutti i giorni, una col ciuffo biondo punk e l''altra con i capelli color lavanda si sono reinventate nell'emergenza.

Francesca Di Lavanda (nome omen) nella vita crea, taglia e cuce meravigliosi sottanoni anni'50, Rachele Ignesti è invece famosa nel mondo dei bambini come Dottoressa Gomitolo, una delle animatrici più ricercate nelle feste per minorenni e volontario clown in corsia.

Hanno pensato che poteva fare qualcosa e abili entrambe nel taglia e cuci hanno raccolto gli scampoli che avevano, si sono fornite con elastici e stoffe grazie alle tantissime donazioni "abbiamo un elenco lunghissimo di persone da ringraziare" sottolinea Rachele e si sono messe alla macchina da cucine per fare mascherine da regalare a chi sta esposto al pubblico e non ha nessun presidio.

Sottolineano che i loro non sono presidi sanitari ma meglio che niente. Mascherine in cotone vivacissime, double face, con taschina per inserire il filtro che si possono lavare e sterilizzare a caldo semplicemente col ferro da stiro.
Ne riescono solo loro due a produrne un centinaio il giorno e nella giornata c'entrano anche le spedizioni, solo ieri ne hanno spediti 27 pacchi da Brescia a Bergamo da Foggia a Grosseto.

Hanno iniziato solo mercoledì scorso e ad oggi hanno oltre quindici sarte fiorentine che si sono messe come a loro disposizione nell'emergenza. Ognuno ci mette del suo. Il negozio Inkartastampa del Quartiere 4 - già in prima fila con le magliette "andrà tutto bene" in vendita con ricavato per Terapia Intensiva di Careggi - ha donato gli elastici, un'azienda di Rufina in chiusura ha regalato moltissima stoffa e un gruppo di amici e volontari fanno le "staffette" fra il cuore della produzione a Gavinana e le sarte sparse in tutta Firenze che tagliano e cuciono.

Il sorriso è sempre radioso sulla faccia di Rachele e Francesca anche se stanno piegate sulla macchina da cucire dalle otto di mattina alle due di notte e la loro gioia è aiutare qualcuno a proteggersi. Rachele cala il cestino dal quarto piano, come si faceva una volta a Firenze, e dona sorrisi e mascherine da regalare.
In cambio chiedono solo una donazione alla Fondazione Osma che si può effettuare con un bonifico bancario intestato a "Santa Maria Annunziata Onlus - Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve Iban IT92Y0873602801000000603338 causale:donazione per acquisto mascherine e altre necessità Emergenza Covid 19 e altre necessità ospedale. oppure tramite PayPal (https://www.paypal.me/osmaonlus?locale.x=it_IT

Ma attenzione Francesca e Rachele non vogliono essere delle eroine vogliono essere le moltiplicatrici di un'idea col loro slogan "mascherinizziamo il mondo!" e così mettono a disposizione di chi ha un po' di dimestichezza con la macchina a cucine il loro semplice tutorial (che anche noi vi mettiamo a disposizione nella galleria fotografica) per creare le pallottole anti Coronavirus.
E lo fanno con un simpatico messaggio nel loro stile:
"non poltriamo in quel divano! Chi sa fare e ha un po’ di materiale in casa può fare qualche mascherina e spacciarla ai commercianti che ha intorno e che devono stare aperti per forza!
Stamani ne ho date alle poste, ai fruttivendoli e al negozio di animali...ma ancora tantissime ho da farne! Aiutatemi a farle e se non sapete a chi darle ci penso io!
Le buone azioni f
anno bene all’anima!!!"

Specifichiamo, le ragazze ci tengono che le mascherine che producono non sono presidi medici e sono in cotone doppio strato con apertura per inserire un filtro, che sia un pezzetto di swiffer o di tnt, o addirittura un salvaslip. Naturalmente vanno lavate e per igienizzarle si può anche usare un ferro da stiro a vapore sulla parte in cotone, gli elastici meglio di no che poi si sciupano con il troppo calore.

Lascia un commento
stai rispondendo a