Mentre in Italia si sviluppa il dibattito e sempre più città istituiscono l'obbligo di mascherina all'aperto nel periodo delle festività, da Milano a Bologna, da Torino a Genova e Cosenza e dal 6 anche a Roma (a Firenze sarà dal 4 dicembre). E mentre il sottosegretario alla Salute Costa afferma che: "Il governo sta riflettendo se estenderlo a tutta Italia", arriva in redazione questa nota di Uncem (Unione dei piccoli comuni):
"Sull'obbligo di mascherine da introdurre anche all'aperto ovunque, voglio evidenziare una profonda differenza tra le città dove le prossime settimane ci saranno flussi importanti di persone, in crescita per via del Natale, tra acquisti e manifestazioni, e i piccoli Comuni ovvero le aree montane e rurali italiane. Dove il distanziamento è da sempre realtà. Non solo a causa della pandemia. E dove la mascherina all'aperto finirebbe per essere un obbligo da una parte difficile da controllare, dall'altra inutile. Perché se esco in strada o nella piazza a Balme, Dossena, Sante Marie o Capracotta, probabilmente per diverse centinaia di metri incontro nessuno. E comunque, a normativa vigente, già oggi in caso di assembramenti vi è l'obbligo di indossare mascherine anche all'aperto. In situazioni 'ordinarie', normali, senza manifestazioni o eventi all'aperto, la mascherina nei piccoli Comuni, nei paesi e nei borghi rurali e montani, dell'Italia interna, all'aperto non ritengo debba essere resa sempre e comunque obbligatoria".