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Mugello dimenticato? La grande quercia di 'San Cresci'

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La quercia di San Cresci La quercia di San Cresci © Valido Capodarca
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Molto volentieri questa mattina (giovedì 26 novembre) rilanciamo il post di Valido Capodarca, Autore di libri sugli alberi monumentali della Toscana, delle Marche, l’Emilia Romagna, l’Abruzzo, il Lazio. Nei giorni scorsi ha postato la seguente memoria dedicata alla grande quercia di San Cresci, ora scomparsa:

Come ho detto un paio di giorni fa, se oggi dedicassi un post al giorno a ognuno dei 1200 alberi circa da me raccontati nei miei libri, l’alternanza fra morti e vivi sarebbe del 50%. Ne estraggo uno a caso: morto!

Per me era stata sempre la “Quercia di San Cresci”, ma solo perché lì stava il cartello che indicava questa frazioncina di Borgo San Lorenzo raggiungibile dopo non so quanti chilometri. La quercia era stata sempre la dimostrazione che non sempre la monumentalità di un albero è determinata dalle dimensioni, tanto che, pur essendo una delle querce più grandi della Toscana, l’avevo relegata fra gli alberi di secondaria importanza in “Toscana, cento alberi da salvare” del 1983. L’avrei promossa fra gli alberi di primo piano solo in “Gli alberi monumentali di Firenze e Provincia“ (EDIFIR, 2001) solo perché, potendo dedicare un intero libro a una sola provincia, non mi erano stati posti limiti al numero degli alberi, ma anche perché, essendo nel frattempo morta la quercia di Senni, questa era diventata la nr. 1 del Mugello, con i suoi m. 6,30 di circonferenza.

Non era la sola grande quercia della zona. Quella visibile poco oltre, nella prima foto di Ettore Benedetti, che reca inequivocabili segni delle amorevoli attenzioni del Potatore Folle, superava i 4 metri di circonferenza, ed una analoga si trovava poco più a destra, lungo la stradina indicata dal cartello. La notizia della caduta mi era pervenuta da Simone Cantagalli l’8 giugno del 2014, ma la pianta era probabilmente crollata al suolo dall’inverno precedente. Tuttavia, a parte le dimensioni, la pianta non era di eccezionale bellezza, mancando di una certa armonia dovuta anche alla perdita di diversi rami. Il fusto, da quello che si poteva intuire dall’esterno, era internamente vuoto. Probabilmente è stata questa una concausa del crollo.

Per fortuna, riferiva lo stesso Simone, la caduta è avvenuta in direzione del campo, senza pericolo per i passanti. Dopo la caduta, l’albero è stato spogliato di tutte le parti asportabili, sì che sul posto è rimasto l’enorme tronco, che lo stesso Simone ha fotografato, inviandoci la relativa immagine (seconda foto) con la precisazione che sua moglie, che fa da termine di confronto, è alta m. 1,68.

Una circonferenza di 6,30 significa un diametro di oltre due metri che, col tronco messo in orizzontale, si vedono. Non sappiamo una cosa, però: il tronco è ancora lì, o è tranquillamente passato sotto le griglie di tanti barbecues?

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Commenti 1
  • Alba Armao

    questa estate un incendio ha quasi distrutto il tronco e ora è rimasta solo la parte esterna del tronco

    rispondi a Alba Armao
    gio 26 novembre 2020 03:46