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La storia di Enzo Mazzi. Il prete del dissenso, da Borgo San Lorenzo all’Isolotto

Venerdi 27 maggio ore 17 alla Biblioteca di Borgo San Lorenzo si presenta un volume per ricordare il prete del dissenso

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Don Enzo Mazzi Don Enzo Mazzi © N.c.
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La morte non chiude la storia Enzo Mazzi a dieci anni dalla morte da Borgo San Lorenzo (1927) all’Isolotto (2011). Venerdì 27 maggio 2022, ore 17 presso la Biblioteca Comunale piazza Garibaldi, Borgo San Lorenzo, presentazione del libro “Compagni di cammino. Verso l’esodo dal dominio del sacro. Scritti 1981-2011” di Enzo Mazzi – a cura della Comunità dell’Isolotto. 

L’Iniziativa di un gruppo di cittadini di Borgo San Lorenzo in collaborazione con Auser - Università Età libera del Mugello propone gli interventi di Beppe Pratesi e  Carlo Adini con laComunità dell’Isolotto.

“Esistono realtà sociali uomini e donne i quali si prendono cura di segnare cammino. Se si avventurano per primi su strade nuove non è per protagonismo o spirito d’avventura: non di rado lo si crede o lo si fa credere. In realtà chi apre e segna dei sentieri nuovi lo fa a volte per disperazione…” . 

Nato a Borgo San Lorenzo, insieme a Sergio Gomiti ed a Paolo Caciolli, Enzo Mazzi ha cercato di “costruire e far vivere” il quartiere dell’Isolotto come comunità, e non solo come gruppo di abitanti, facendone poi anche un “popolo di Dio”; dedicando le sue energie ad incarnare il Vangelo, affinché i poveri, gli umili, gli emarginati ecc… avessero parola e con la parola la dignità di esseri umani diventando, il primo prete simbolo del dissenso e balzando alle cronache nazionali sul finire degli anni sessanta per la scomunica di tutti e tre i preti della chiesa dell’Isolotto.

 Sappiamo cosa pensavano Padre Balducci, Don Milani ecc… Troppo poca importanza è stata data, a parer nostro, al pensiero di Enzo Mazzi, poco conosciuto, anche se chiaramente espresso nei libri e negli articoli da lui scritti. Un pensiero lucido, acuto, suggestivo di modi diversi di vedere, valutare, capire le realtà, inserito nella realtà e nel mondo che, a nostro parere, andrebbe maggiormente valorizzato.

Molti dei suoi scritti, quelli pubblicati da L’Unità, La Repubblica, Paese Sera, Il Manifesto ecc. sono raccolti in questo interessantissimo volume concepito dalla comunità dell’Isolotto per le celebrazioni dei 10 anni dalla scomparsa, che inquadrano perfettamente il pensiero di un uomo eccezionale che ha dedicato la vita al concetto più alto di “Comunità” regalando a diverse generazioni di giovani (compreso me) l’opportunità di affrontare l’infanzia e l’adolescenza in modo diverso, consapevoli che il mondo non terminava all’Isolotto con la libertà di scegliere tra frequentare la chiesa o le baracche verdi, il mondo era la fame, la dittatura in Cile e in quasi tutta l’America Latina, il terrorismo. Altro che canzoncine ed inni,  bisognava darsi da fare per migliorare il mondo, ed Enzo Mazzi è stato uno di quelli che si è dato da fare veramente.

biografia

Enzo Mazzi nacque a Borgo S. Lorenzo nel 1927, dove visse il periodo difficile della guerra, con il padre Giovanni e la sorella Adriana, più grande di lui e ancora vivente. Adriana fece quasi da madre a Enzo, dopo che la loro madre morì a causa della spagnola, quando Enzo aveva un anno. A Borgo la famiglia di Enzo subì il bombardamento della sua casa e venne sfollata per diversi mesi presso una famiglia di agricoltori. Enzo decise di entrare in seminario molto giovane e ebbe, tra i compagni di seminario, figure importanti, come don Bruno Borghi, il primo prete operaio italiano. 

Dopo le prime brevi esperienze in altre parrocchie fiorentine, nel dicembre del 1954, all'età di 27 anni, gli viene affidata dall'allora arcivescovo Elia Dalla Costa la parrocchia della Beata Maria Vergine Madre delle Grazie, nel nuovo quartiere fiorentino dell'Isolotto.

Enzo, che aveva avuto esperienze negative nelle altre parrocchie, di impostazione ‘borghese’ aveva chiesto a Dalla Costa di poter andare a fare il missionario in Africa, ma il cardinale lo invitò ad andare a “fare il missionario all’Isolotto”, il quartiere popolare voluto da La pira, appena inaugurato, popolato da giovani famiglie provenienti da varie zone d’Italia, dall’Istria, dal sud Italia, dalle campagne toscane.

Quanto voleva fare Enzo nel nuovo quartiere fu subito chiaro fin dalla prima lettera inviata alle famiglie del quartiere, alle quali scriveva: «il nostro Isolotto deve diventare il regno della fraternità, dove tutti cioè si considerino veramente fratelli senza distinzioni, od esclusioni […] dove tutti cioè cerchino di collaborare attivamente per il bene dell'intera Comunità evitando di chiudersi o di separarsi». 

Così nacque l’esperienza molto partecipata della parrocchia-comunità dell’Isolotto, aperta al contributo dei giovani, anticipatrice del Concilio Vaticano II, vicina al mondo operaio e volta a creare una nuova identità territoriale, dove il fondamento fosse soprattutto la fraternità, l'accoglienza e l'impegno di tutti nella risoluzione dei problemi. 

Dopo l’allontanamento dalla parrocchia nel 1968 (su questo vedi biografia a p. 169 del libro) e la prosecuzione della sua esperienza, con Sergio Gomiti, all’interno della Comunità di base, Enzo Mazzi scelse di intraprendere un lavoro ed è stato per molti anni insegnante di scuola elementare, fino alla pensione. Ha pubblicato molti libri (vedi bibliografia libro) ed articoli per molti quotidiani e riviste.

La  Comunità dell'Isolotto, che ancora prosegue la propria esperienza,  a 10 anni dalla morte di Enzo ha voluto raccogliere una selezione di questi articoli, pubblicando il libro, Compagni di cammino. Verso l'esodo dal dominio del sacro. Scritti 1981-2011 (Firenze, Libriliberi, 2021). 

Il libro raccoglie 38 articoli pubblicati dal 1981 al 2011 da Enzo su vari quotidiani e periodici (da La Nazione a La Repubblica, a Avvenire, l’Unità, il Manifesto…) su persone, figure di intellettuali, sacerdoti, uomini e donne impegnati su vari fronti, con cui lui stesso e la comunità dell’Isolotto nel tempo si sono trovati a stringere relazioni, fisiche o ideali e a condividere momenti di impegno e lotte. Parla della sua costante riflessione su quanto andava accadendo nel mondo e riflette la sua intensa attività giornalistica. Gli articoli affrontano temi etici, la difesa dei diritti in vari ambiti, questioni di attualità, proprie del dibattito politico e sociale, le diverse guerre in corso – dai Balcani all’Iraq –,  aspetti di vita della Chiesa, raccontano del forte legame con le esperienze dell’America latina e la teologia della liberazione. Molte sue riflessioni, come quelle sulla guerra, sembrano ancora di grande attualità.

 

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