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Eolico Mugello. Le ragioni del presidio di protesta di ieri

Come già abbiamo scritto la decisione invece è stata rimandata ancora: a luglio

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La manifestazione di ieri La manifestazione di ieri © N.c.
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Come abbiamo già scritto ieri (Giovedì 17 giugno alle ore 10:00 è stata convocata dalla Regione Toscana - Direzione Ambiente ed Energia settore VIA (Valutazione Impatto Ambientale) la conferenza dei servizi per l’approvazione del progetto di impianto eolico Giogo di Villore e Corella sul crinale appenninico del Mugello, proposto dalla società AGSM (società partecipata veronese). Come già abbiamo scritto la seduta neanche ieri è arrivata ad una decisione, ma è stata aggiornata al 26 luglio. Ecco comunque la nota con la quale i cittadini riuniti in presidio spiegavano le proprie ragioni:

Da un anno e mezzo tanti cittadini del Mugello con il sostegno di associazioni ambientali, di persone di cultura, di amanti della montagna, tentano di difendere  l’Appennino minacciato dall’impianto  eolico industriale. Con questo presidio si chiede  che la Regione Toscana e la conferenza degli Enti interessati respingano questo progetto.  

Il Mugello ha già pagato un prezzo ambientale altissimo alla politica delle grandi opere con la distruzione di sorgenti e torrenti e altri importanti danni e anche questo è un motivo per cui viene  chiesto  che sia risparmiato ora almeno ciò che rimane di bellezza, di acque, di boschi, di biodiversità.

Il sito preso a bersaglio dall’industria ha altitudine di 1000 metri e massima visibilità su due versanti regionali, ed è un sito  di grande pregio dei Comuni di Vicchio e Dicomano anche per la prossimità a diverse zone protette e in particolare al Parco delle Foreste Casentinesi.

L’Ufficio Regionale preposto all’iter istruttorio ha palesemente appoggiato il  progetto di AGSM,  assieme ai sindaci di Dicomano, Vicchio, oltre l’Unione dei Comuni, che fin dall’inizio hanno promosso l’opera. Il limitrofo Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ha invece  espresso un circostanziato e netto parere contrario, parere di cui incredibilmente la Regione Toscana non ha tenuto conto. Il  via libera all’opera da parte della Regione Toscana avrà ripercussioni non solo sull’area del Giogo, ma anche sul futuro stesso dell’intero crinale tosco-romagnolo. E’ infatti evidente che si tratta di un progetto che aprirà definitivamente la strada ad altri interventi simili sull’Appennino. 

Una vera e propria colonizzazione dell’ambiente montano toscano attraversato da sentieri sempre più frequentati come il Sentiero Italia  con l’intenzione di cancellare  la normativa di tutela ambientale e in particolare  il Piano di Indirizzo Territoriale regionale  che vieta fra l’altro di manomettere la morfologia dei crinali.

C'è il rischio sempre più grande di assistere in nome dell’ecologia una rincorsa a costruire grandissimi impianti con aerogeneratori sempre più alti  anche in luoghi fragili o preziosi  senza badare alla sorte della fauna e della flora ,  ai danni dei malcapitati residenti di nuclei sparsi che ricadono all'ombra delle torri, e dei luoghi storici il cui panorama affidato per secoli a un delicato equilibrio viene assediato da  queste escrescenze fuori scala rumorose e illuminate anche di notte per la sicurezza aerea. Questa rincorsa a mettere pale giganti dappertutto o quasi non è vero come si dice che sia richiesta dalla crisi climatica del pianeta, ma deriva dall’assenza di pianificazione pubblica, dal modello  basato sulla privatizzazione e la deregulation imposto dell'Unione Europea. La transizione energetica e transizione ecologica non possono e non devono abbracciare soluzioni sbagliate e contrarie allo spirito e alla lettera dell’articolo 9 dell Costituzione. 

Il presidio è promosso da Italia Nostra, Club Alpino Italiano Regione Toscana, Associazione Dicomanocheverrà, MugelloinMovimento, Associazione Atto Primo, Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani, Rete della Resistenza sui Crinali.

Info sul progetto 

Si tratta di un impianto  costituito da  otto aerogeneratori di 170 m. e opere annesse  cioè  piazzole e plinti di fondazione interrati e infitti irreversibilmente nella matrice rocciosa, ciascuno di  660 tonnellate, con una strada di accesso nuova e aree di cantiere entrambe parzialmente cementificate, alcuni corsi d’acqua incontaminati  verrebbero tombati nel tratto iniziale, ci sono vallette destinate a essere  riempite di materiali di scavo, inoltre è previsto un cavidotto interrato di 20 chilometri. Le estremità della pale dei modelli di aerogeneratori attuali ruotano a velocità fino a quasi trecento chilometri orari incidendo così sulla sorte sorte dei volatili e soprattutto dei rapaci veleggiatori.  

L’altezza delle torri progettate -  tutta nella logica del gigantismo eolico -  è quella massima compatibile con la possibilità di scalata da parete delle varie decine di carichi eccezionali previsti in quel luogo impervio e intatto che dovrebbe essere scavato, spianato, disboscato, artificializzato con rischi anche per le sorgenti.

 

 

 

 

 

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