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Mostro di Firenze. Negato accesso agli atti per indagini difensive

La denuncia del legale della sorella di Carmela De Nuccio, vittima de delitto del giugno 1981

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Carmela De Nuccio Carmela De Nuccio © Ok!Mugello
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L'avvocato Antonio Mazzeo , legale della sorella di Carmela De Nuccio, vittima del delitto del giugno 1981, dopo un primo  assenso alla disamina da parte  del Presidente della corte d’ Assise e del P.m., si è visto revocare l'accesso agli atti da parte del sostituto Procuratore Luca Turco.

Il legale, gia' esperto del caso come difensore di Mario Vanni e coadiuvato dal documentarista Paolo Cochi, aveva ricevuto l'incarico dalla sorella,  di svolgere indagini difensive dalla sorella della povera Carmela De Nuccio.

 

Dopo un primo incontro in Procura e dopo aver presentato ulteriori richieste di approfondimento  e specifiche su:  fatti, persone e circostanze  piuttosto significative,  ha ricevuto non solo un diniego alla disamina degli ulteriori atti , ma anche una revoca del consenso originariamente concesso a norma del CPP (ART 116) .

" Non intendo fare dietrologie , dice il legale,  ma di fatto viene impedito ad un legale incaricato dalla sorella di una delle vittime , di svolgere una ricerca di archivio, per indagini difensive. Mi è stata revocata una precedente autorizzazione dell unico giudice competente che è il Presidente della Corte d Assise  e per scrupolo l ‘ avevo chiesta ed ottenuta anche al P.M. Questo è il fatto nella sua nudità giuridica, le considerazioni le lascio a chi di dovere.  "

Le richieste riguardavano circostanze ed elementi relativi ad indagini risalenti agli anni 80/90.

Continua il legale: "Dopo 40 anni dagli omicidi, l’accesso agli archivi di un ufficio della repubblica, a quanto pare si presenta più difficoltoso dell accesso agli archivi del Vaticano"

Le motivazioni dell’ inversione di marcia fatta dal magistrato Luca Turco e del diniego alla disamina degli atti, sono le seguenti: "non riguardano il reato in esame, bensì altri fatti reato"

Quindi,  secondo il magistrato , non vi sarebbe nessun vincolo pertinenziale tra gli otto duplici omicidi , tutti perpetrati dalla stessa arma. Una Beretta calibro 22 long rifle.

In passato furono processati vari imputati e tutti gli otto omicidi del "mostro" furono esaminati in un unico procedimento giudiziario, ivi compreso quello relativo agli ex indagati Vigilanti e Caccamo , ora archiviato.

Prosegue l’ avvocato Mazzeo : " Non soltanto è una motivazione giuridicamente errata, perché tutti i delitti del mostro sono legati da un vincolo pertinenziale, ovviamente, ma anche logicamente contraddittoria, in quanto non si possino esaminare le carte di uno degli omicidi , ignorando tutti gli altri. Un provvedimento prima concesso e poi revocato a seguito di specifiche richieste di atti."

Molto amaro il commento di Rosanna, la sorella di Carmela De Nuccio : " Sono sconvoltasconvolta e scandalizzata dall 'esito del dietrofront.

Nel provvedimento si dice che i delitti non sono legati tra di loro. Vogliono farci credere che l' assassino di mia sorella non era sempre lo stesso delle altre coppie uccise?

Con quale diritto mi viene negata una indagine, che aveva delle solide basi e poteva contribuire a far luce sui delitti del mostro? Ritengo questo atto ostile nei confronti miei e di tutti i parenti delle vittime . Auspico invece che il diniego espresso, sia ritirato e si possano approfondire aspetti fino ad ora inesplorati"

Questa orribile vicenda , che non finisce mai, ci lascia un interrogativo sconcertante:

Ma veramente,  si è cercata e si cerca una verità ed una giustizia per i familiari delle vittime? 

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Commenti 17
  • Mauro

    Emmesima conferma, l'oscurantismo fiorentino prosegue. ... Tanto di cappello a chi si impegna tenacemente per la ricerca della verità. E non parlo , ovviamente della Procura di Firenze

    rispondi a Mauro
    mer 10 marzo 2021 10:27
  • Federica Giovannini

    Prima si dà l’autorizzazione, poi improvvisamente si nega...a questi signori vorrei fare una domanda: sono veramente interessati a fare luce sulla verità o sono più interessati a proteggere qualcuno? Si rendono conto che forse hanno sbagliato mestiere? Forse, avessero avuto una persona cara uccisa dal cosiddetto Mostro, non avremmo assistito a questa vergogna di mala giustizia che si protrae da decenni.

    rispondi a Federica Giovannini
    mar 9 marzo 2021 02:51
  • Daniele Spisso

    A parer mio l'assassino è uno solo e ha agìto dal 1968 al 1985 allo scopo di colpire la libertà sessuale delle coppie. Ha usato sempre la stessa pistola, le stesse cartucce, le stesse scatole di cartucce. Le escissioni servivano a portare a casa macabri trofei delle sue "imprese" criminali. Il tralcio di vite inserito nella vagina di Stefania Pettini, nel 1974, serviva secondo me a comunicare la sua intenzione di impedire il congiungimento carnale. Separava l'uomo dalla donna dopo i delitti proprio per "rompere" la coppia.

    rispondi a Daniele Spisso
    mar 9 marzo 2021 08:48
  • Riccardo Bozzardi

    Ci sono forze molto potenti che non vogliono si arrivi alla verità .

    rispondi a Riccardo Bozzardi
    lun 8 marzo 2021 10:36
  • Giancarlo da Napoli

    Non è assolutamente ammissibile, anche ai sensi del FOIA (Freedom of Information Act), che si possano mantenere segreti degli atti che invece dovrebbero essere resi a chiunque ne abbia interesse alla conoscenza. Bisogna perorare l'istanza di riesame del diniego all'accesso agli atti, ci sono leggi internazionali in merito.

    rispondi a Giancarlo da Napoli
    lun 8 marzo 2021 10:14
  • Valeria

    Vergognoso negare ad una sorella ad un genitore di approfondire indagini per poter scoprire chi ha ucciso il proprio congiunto.ancora una volta in questo caso non si vuole o non si può probabilmente dimostrare collaborazione voglia di arrivare fino in fondo fino alla verità. L'omicidio della povera Carmela e del suo fidanzato non ha un colpevole è un sacrosanto diritto continuare a cercarlo vivo o morto che sia.

    rispondi a Valeria
    lun 8 marzo 2021 10:00
  • Annalisa cardella

    Non è giusto ,dopo tanti anni non si può continuare a negare la ricerca della verità. Spero tanto che la sorella della povera Carmela non si arrenda, avere giustizia è un diritto sacrosanto ma ancor più da chi rappresenta la legge che dovrebbe a mio modesto parere ascoltare i familiari delle vittime. Mi unisco e chiedo giustizia per quei ragazzi basta con revoche e cavilli.

    rispondi a Annalisa cardella
    lun 8 marzo 2021 09:24
  • Alessandro Lenzi

    Una circostanza processualmente inconcepibile e allucinante... sono senza parole...

    rispondi a Alessandro Lenzi
    lun 8 marzo 2021 08:18
  • Angelo Ziccardi

    Quello hai compagni di merende, fu un processo indegno, una caccia alle streghe, pur di dare un nome all'autore dei delitti. Alla fine abbiamo 2 poveracci, condannati per 4 dei duplici omicidi e gli altri 4 senza un colpevole. La procura di firenze, così facendo ha dimostrato che anziché continuare a cercare la verità, preferisce seppellirla, ignorando le richieste di chi ancora, dopo tanti anni, chiede giustizia.

    rispondi a Angelo Ziccardi
    lun 8 marzo 2021 07:56
  • Michela De Nardi

    Provvedimento ingiusto che lascia una grande amarezza : le vittime e i loro familiari meritano giustizia. Mi auguro che venga revocato in fretta: anche un nutrito gruppo di cittadini italiani è molto interessato al caso e vuole che si arrivi alla verità. Michela De Nardi

    rispondi a Michela De Nardi
    lun 8 marzo 2021 07:49
  • Stefano Baldassari

    La ricerca della verità non dovrebbe conoscere censure dallo Stato...La speranza è che con un lavoro attento, moderno, scientifico si possa arrivare a rileggere questi tremendi delitti e offrire un nome ai familiari delle vittime che ancora attendono giustizia...Paolo, in un delitto quasi dimenticato come quello del MdF, rappresenti una delle ultime speranze...

    rispondi a Stefano Baldassari
    lun 8 marzo 2021 07:39
  • [email protected]

    inaudito... impediscono con ogni mezzo di arrivare alla conclusione, alla Verità.

    rispondi a [email protected]
    lun 8 marzo 2021 07:24
  • Effe Elle

    : 1968 1985 : stessa pistola, proiettili, scatole proittili, concetti seriali, scene delitti. di conseguenza stessa persona. nessuno al mondo venderebbe ciò al mercato a nero, nessuno poteva ripetere. logica. 1968 la notte stessa al delitto interrogato natalino mele dice, ho visto lo zio pietro, salvatore, e babbo. dal giorno dopo in poi non ricordo, ma li qualcuno gli ha detto poi di dire così. 1968 prima dichiarazione dopo essersi accusato del delitto, stefano mele dice ero salvatore vinci. 1985 stefano mele ribadisce ero con salvatore vinci, non potevo più tollerare i tradimenti di mia moglie e il figlio stava crescendo e capendo. salvatore mi disse dobbiamo farla finita con quella, e pianifico il tutto :

    rispondi a Effe Elle
    ven 5 marzo 2021 10:18
  • Redazione OKMugello

    Invitiamo i commentatori a proporre loro considerazioni e opinioni nel pieno rispetto. Non accettiamo flame di nessun genere. Nel caso di polemiche, offese e commenti fuori luogo, gli stessi non saranno pubblicati.

    rispondi a Redazione OKMugello
    ven 5 marzo 2021 09:37
  • hazet

    Dubito assai fortemente che in quei faldoni del 1981 ci potessero essere altre, oltre alle già disponibili e note, fotografie della Scientifica dei primi piami dell'aguzzo pietrisco dello sterrato del 1968. Ma molti non credono che un bimbo di 6 anni venne accompagnato e allora...

    rispondi a hazet
    gio 4 marzo 2021 09:57
  • Laura

    Hazet sei ridondantemente palloso. Cambia commento ogni tanto. Che monotonia

    rispondi a Laura
    gio 4 marzo 2021 08:17
  • Luca62

    Persone come questo Hazet, non hanno rispetto nemmeno dei morti ammazzati.

    rispondi a Luca62
    ven 5 marzo 2021 10:49