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Tav. Le dichiarazioni del Presidente Giani ignorano i problemi e non tranquillizzano

Anzi preoccupano, fanno sapere dal comitato No Tav.

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Il progetto aggiornato 2022 con le previsioni delle subsidenze in viale Lavagnini Il progetto aggiornato 2022 con le previsioni delle subsidenze in viale Lavagnini © Comitato No Tav
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Le dichiarazioni del Presidente Eugenio Giani non rassicurano, anzi preoccupano il Comitato No Tunnel TAV e i cittadini che vivono nelle vicinanze del Passante TAV.
La richiesta di uno stop ai lavori viene anche dalla constatazione che questo progetto creerà un mostro urbanistico e dei trasporti con due stazioni scollegate tra loro: “la scelta di seguire sotto terra la cintura ferroviaria ha introdotto vincoli al progetto e per contro non sembra averne minimizzato i disagi per i “fiorentini”.
Sono parole dell’analisi costi benefici stilata nel 2019, i “vincoli” di cui si parla sono dovuti soprattutto alla creazione di un sistema che cancella la “centralità di Santa Maria Novella”, frammenta il sistema, è un danno per Firenze, un beneficio solo per chi da Firenze transita.

Se i binari del Passante fossero sistemati in superficie si manterrebbe la razionalità del sistema e si potrebbe scegliere una stazione passante per i treni AV tra quelle esistenti, con rischi zero e costi assai inferiori. Perché Giani questo non lo vuol nemmeno ricordare?
Ma lo stop ai lavori viene anche nel constatare i problemi che emergono adesso.
Già dopo 400 metri di marcia la TBM, la macchina che scava, ha dimostrato che danni agli edifici ci sono e ci saranno.
Questo ha messo in ansia molti cittadini che vivono nelle zone interessate dagli scavi, forse ansia eccessiva, ma su questo proprio Giani dovrebbe fare un esame di coscienza per la pessima comunicazione fatta su questo progetto: si sono dette e si dicono gravi inesattezze, si è fatta e si fa una propaganda di negazione dei problemi anche adesso che emergono.
Le persone non si fidano.

Diversi cittadini si son messi in contatto con il Comitato e sono disorientati non tanto dall’assenza delle istituzioni (Regione e Comune), ma dal fatto che queste hanno nascosto i problemi. Il Comitato si è sforzato di tranquillizzare cercando di far capire che, se non ci saranno “cigni neri”, i problemi dovrebbero essere tali da non pregiudicare la sicurezza degli edifici.
Ma adesso stanno esplodendo anche altre contraddizioni non da poco, come le interferenze con la tramvia che risulterebbe danneggiata dallo scavo dei tunnel.
Il presidente di Tram SpA ha parlato di 18 millimetri di subsidenze previsti in viale Lavagnini, ma forse a Bartaloni è stato mostrato il progetto redatto nel 2009; se volesse controllare la revisione fatta nel 2022 a cura di Infrarail vedrebbe che le previsioni sono salite a 50 o 60 millimetri. Se 18 mm sono incompatibili con la tramvia come lo saranno 50 o 60?
Le dichiarazioni tranquillizzanti di Giani forse sono più dirette a sé stesso che non ai giornalisti, sempre che si accorga del disastro della pianificazione delle infrastrutture che sta emergendo a Firenze.

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