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Morte in campo e morti improvvise. "troppi casi simili, fare chiarezza subito"

Forse si ha paura di scoprire altro oltre alle malattie genetiche e la cardiopatie silenti sfuggite ai rigorosi esami di idoneità agonistica?

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Solo cuore malato? Solo cuore malato? © Fotoi Robina Weermeijer per Unsplash
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Una domanda diretta e tremenda quella che si pone il medico Liberato Raffaelli capolista della lista civica Firenze Rinasce dopo la tragica morte del giovane calciatore a Campi Bisenzio della scorsa domenica.

"Era il ritratto della “salute” titola un noto quotidiano locale relativamente alla morte di Mattia Giani, il giovane calciatore deceduto dopo un infarto in campo durante la partita tra Lanciotto Campi e Castelfiorentino. Ma c’è qualcosa che non torna - afferma deciso Raffaelli  nell’impennata di morti improvvise nei giovani, negli sportivi, nelle giovani donne che prima non venivano toccate da questa sventura.
La superficialità in cui si chiudono casi come questi con riscontri autoptici sommari e che invece dovrebbero prevedere una diagnosi autoptica istologica e molecolare (grazie alle nuove tecniche di istologia patologica istochimica istoflorescente e per gli sportivi sottoposti a sieri mRNA anche al protocollo procedurale di Heidelberg".

Ed ecco l'atroce dubbio: "Forse si ha paura di scoprire, oltre alle malattie genetiche e la cardiopatie silenti sfuggite ai rigorosi esami di idoneità agonistica,  un effetto da microdanno della conduzione e dei tessuti circostanti da sieri a mRNA.? " si chiede Libertario Raffaelli che aggiunge "la paura non è ragione sufficiente a far tacere la Scienza e richiediamo con forza  l’applicazione del Programma JUST della Regione Toscana in collaborazione con l’Università di Firenze e la Scuola S Anna di Pisa e Fondazione Monasterio proprio per questo caso da garantire alla famiglia"

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