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La situazione della finanza in Italia è veramente catastrofica: la lotta che si svolge fra i poteri finanziari in Italia non ha pause, e il governo non interviene perché alcuni suoi componenti ne sono coinvolti e parte in gioco.
Quando Giorgia Meloni dichiarò “che le banche sarebbero state chiamate a contribuire direttamente, tassando i super profitti delle rendite finanziarie”, aveva visto giusto, ma Giorgetti e Taviani si opposero. E Giorgetti è il ministro delle Finanze e nessuno si oppose.
Se la Meloni viene apprezzata per la sua politica estera, veramente straordinaria, risulta un pesce fuor d’acqua negli affari finanziari italiani e lascia mano libera al ministro delle Finanze, che non fa gli interessi degli italiani, ma fa sì che la magistratura non risolva i molti inghippi sulla disputa fra i debitori dei crediti deteriorati e le banche detentrici di tali crediti.
Infatti risulta evidente come tali crediti non vengano messi in liquidazione, ma passino di mano in mano ad enti e proprietà bancarie che se li sono aggiudicati a prezzi da saldo super scontati e li adoperano al fine di dimostrare di possedere titoli sufficienti per concorrere ad aggiudicarsi nuove scalate nella proprietà di altre banche detentrici di pacchetti azionari, vedi il Monte dei Paschi di Siena e la Banca Popolare di Milano, per arrivare a fare la scalata a Mediobanca e arrivare definitivamente al vero nocciolo della questione, che è la proprietà delle Generali, proprietaria di una liquidità di oltre 300 miliardi di euro.
In questa battaglia si trovano coinvolti i Caltagirone e i Del Vecchio da una parte e Unicredito dall’altra. In tutta questa disputa chi ne soffre è il popolo italiano, che non vede realizzata una politica che ne tuteli gli interessi.
Giorgia, se non ti sbrighi a smettere di curare solo gli interessi delle banche, rimarrai imprigionata nel groviglio di interessi che, come governo, avresti il dovere di orientare nell’interesse del popolo italiano. Non seguire Giorgetti nelle speculazioni finanziarie e ritrova quelle entrate provenienti dai super guadagni bancari, che ti potrebbero far molto comodo per integrare le pensioni minime degli italiani, che non sanno più come fare per andare avanti.
Giorgia, l’unico settore che viaggia bene nel tuo governo è quello dei rapporti con l’estero, che curi personalmente insieme a Taviani. Non quello dei trasporti, che tramite Salvini ti crea innumerevoli problemi. Gli altri possono andare, ma quello delle finanze con Giorgetti proprio no.
L’unica cosa positiva è che tiene i conti in ordine, ma questo va bene non più di tanto, perché un po’ di debiti sono il sale della salute finanziaria del Paese. L’Italia ha bisogno di una conduzione a carattere finanziario come quella di Mario Draghi quando fu presidente della B.C.E.. La finanza ha bisogno di fantasia, e Giorgetti non ne ha.
Non si deve star dietro alle speculazioni delle banche nei loro loschi interessi, perché alla fine si troverà coinvolto e farà cadere il governo miseramente.
Giorgia, svegliati e prosegui nell’idea che avevi espresso a suo tempo: prelevare dalle banche una parte dei profitti conseguenti dagli alti tassi di interesse che hanno adottato durante il periodo dell’inflazione e ridistribuire tali denari sulle pensioni minime. Perché i detentori di pensioni minime non ce la fanno più a campare con gli aumenti sopraggiunti nel frattempo.
Giorgia, come Presidente del Consiglio hai il potere nelle tue mani per orientare le scelte a carattere finanziario come è opportuno. Ridimensiona il potere delle banche e mettile al passo nella loro specifica funzione: la smettano di farsi battaglia per conseguire posizioni dominanti e si accontentino della loro giusta posizione, seguendo e curando gli interessi dei loro correntisti, che è la natura principe della loro funzione.
Sì, a carattere finanziario il governo Meloni può far molto di più e ridistribuire con maggior equità i margini che in questo momento arrivano al Ministero delle Finanze. Una cosa fra le più importanti è aumentare le pensioni minime da 600 € mensili a 1.000 €.
Non è come il reddito di cittadinanza, che andava a premiare chi non aveva voglia di lavorare, ma un giusto riconoscimento ai tanti pensionati che non ce la fanno più a campare con la pensione minima attuale.
Articolo a cura di Pierluigi Recati


