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Il fondo Fantascienza della Biblioteca di Borgo S. Lorenzo, protagonista in un convegno internazionale

La Biblioteca Comunale di Borgo fra i numerosi tesori che custodisce, ne ha uno ancora poco conosciuto ed è quello del Fondo di Fantascienza.

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Biblioteca BorgoS. L. Biblioteca BorgoS. L. © Ok Mugello
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Qualche mese fa, a Milano, nell'ambito del convegno dal titolo: Il senso dei libri del futuro. Fantascienza, Biblioteche pubbliche e private in Italia, fondi e collezionisti, editoria storica”, tenuto per ricordare i 70 anni di Urania e dove si è svolta un ampia discussione sul tema, era presente, in rappresentanza del Comune di Borgo, la dottoressa Francesca Maestrelli, la quale alcuni anni fa incentrò la sua Tesi di Laurea proprio sul fondo presente nella nostra biblioteca.

Va precisato, che l'incarico di rappresentare la Biblioteca borghigiana le fu richiesto dal direttore della stessa e dell'assessora alla Cultura Cristina Becchi, e la dottoressa diede la sua completa disponibilità, anche perché, va sottolineato, che in qualche modo è anch'essa figlia di questa terra, infatti, la mamma è nativa di Ronta e lei ha sempre frequentato il Mugello.

Ma vediamo in concreto di cosa è depositario questo fondo: oltre a testi di politica, sociologia e psichiatria, comprende 2300 volumi di fantascienza prevalentemente americana, ma anche italiana e inglese, francese e russa. Sono testi pubblicati dal 1952 al 1982, dove sono presenti anche preziose rarità, come i primi tre numeri di Urania. Il fondo è poi stato incrementato grazie ai continui acquisti da parte della biblioteca, e ad oggi comprende circa 6.600 testi tra fantasy e fantascienza.

Ho avuto occasione di incontrare la dottoressa Maestrelli e le ho rivolto alcune domande per cercare di saperne di più sul Convegno milanese, sulla Fantascienza e in particolare sul nostro Fondo donato al Comune, ricordiamolo, dallo psichiatra mugellano Antonio Torelli e che risulta essere una “collezione” quasi unica nel suo genere; un'altra simile si trova nella biblioteca di Cattolica, in provincia di Rimini.

Dottoressa, le ha fatto piacere rappresentare il fondo borghigiano a così alti livelli?

Rappresentare il fondo della biblioteca è stato per me fonte di grande soddisfazione, sia per aver avuto la possibilità di far conoscere il fondo fuori dal Mugello, sia per il riconoscimento del notevole lavoro di ricerca svolto.

Quali sono le sensazioni che ha riportato dal Convegno milanese e quali le problematiche che riguardano i fondi di fantascienza?

La sensazione è stata quella di grande entusiasmo e voglia di evidenziare l’importanza di questo genere, talvolta considerato di serie B. Il problema più volte denunciato da uno dei massimi esperti di letteratura fantascientifica, il professor Carlo Pagetti, è quello della scarsa reperibilità di testi di fantascienza nel nostro Paese, dovuto alla mancata valorizzazione di questo genere da parte di studiosi e istituzioni culturali. Ma con l'esplosione multimediale di soggetti fantascientifici, è ormai diventato difficile ignorare un interesse tanto diffuso verso questi genere letterario.

Si può asserire che c'è molto interesse verso questo tipo di letteratura?

Senza dubbio è così. Il motivo è da ricercare nel desiderio di fuga da parte di molti, nell’immaginazione e nella fantasia. La fantascienza a differenza di altri generi letterari lo rende possibile e, pur rimanendo una finzione, essa contribuisce a cambiare l'immaginario e può aprire prospettive che col tempo possono portare a soluzioni di cambiamento.

Mi scusi la domanda, forse banale: ma dove affonda le sue origini la fantascienza?

La fantascienza affonda le radici nella tradizione utopica, nel gotico, nella detection, nei romanzi di avventura. Il primo romanzo di fantascienza è considerato “Frankenstein” di Mary Shelley, pubblicato nel 1818.

Rileggendo alcuni romanzi di Urania, ci accorgiamo che quello che sembrava impossibile è diventato realtà; è giusto pensare che questi autori avevano una “vista più lunga” degli altri?

Nella fantascienza è sempre virtuale la scienza, e molto di quello che oggi viene considerato fantascienza potrebbe essere realtà non  tra cento anni, ma venti o anche meno.

Catalogo e libri sono consultabili in Biblioteca già dal 1983; è al corrente se qualcuno dopo di lei ha sviluppato tesi o approfondimenti approfittando di questa messe di pubblicazioni?

Non ho informazioni al riguardo

Che lei sappia, ci sono iniziative in Toscana che tendono a valorizzare questo tipo di lettura?

Ci sono, ma a mio avviso sempre troppo poche. Io stessa ho organizzato un festival di fantascienza a Prato e invitato scrittori di libri di fantascienza.

Dottoressa ha dei suggerimenti per far conoscere a una platea più vasta il fondo di fantascienza borghigiano?

Rispondo, che in varie occasioni ho avuto modo di parlarne, illustrando le molte notizie e informazioni che si possono trarre dal fondo, ma certamente è una goccia nel mare. Però, a mio avviso, c'è una occasione da sfruttare. Da un po' di anni, come è noto, ha preso il via a Borgo San Lorenzo una rassegna di libri dal titolo: “Ingorgo letterario”, che mi dicono con crescente successo. Credo che inserire nella rassegna anche uno spazio dedicato alla fantascienza sarebbe un ottimo modo per pubblicizzare il Fondo e al tempo stesso potrebbe diventare un importante palcoscenico per autori italiani di fantascienza.

 

Finisce qui, questa intervista alla dottoressa Maestrelli, che ha sottolineato l'importanza e la specificità del Fondo di Fantascienza della Biblioteca di Borgo San Lorenzo e, a mio avviso, ha ipotizzato un percorso di valorizzazione e conoscenza, fattibile e auspicabile, indicando come uno dei mezzi per pubblicizzarlo la manifestazione dell'”Ingorgo Letterario”.

                                                                                                                                        Alfredo Altieri

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