OK!Mugello

Addio a Kurt Hamrin. L'uccellino che ha segnato la storia della Fiorentina

Svedese di nascita ma fiorentino d'adozione è stato un campione in camppo e fuori.

Abbonati subito
  • 248
Kurt Hamrin Kurt Hamrin © 80 anni di storia Fiorentina
Font +:
Stampa Commenta

E' stata una domenica triste quella odierna a Firenze e dintorni quando è giunta la notizia della morte di Kurt Hamrin, classe 1924 nato a Stoccolma, innamoratosi di Firenze nel 1958 quando qui è venne a giocare per mai più ripartire
A darne notizia è stata la società viola, che attraverso le parole del presidente Commisso e di tutto il club: "si unisce al dolore della famiglia e dell'intero mondo del calcio per la scomparsa di Kurt Hamrin, leggenda del calcio e della Fiorentina, di cui detiene il record di gol segnati in maglia viola".
Peccato che il record di gol nella storia della Fiorentina, a lungo detenuto proprio da Kurt Hamrin fu battuto, con i complimenti dello stesso svedese, da Gabriel Omar Batistuta che segnò 152 gol in maglia viola mentre la veloce ala svedese si fermò a 151.

A Firenze divenne presto "Uccellino" per quel suo correre veloce e scattante sulla fascia, sempre con i calzettoni abbassati da dove segno valanghe di gol. Pensare che la Juventus che lo acquistò, lo dette in prestito al Padova e lo vendette poi alla Fiorentina decidendo di puntare su Charles perchè lo considerava "rotto" dato che nel suo primo anno in maglia bianconera si fece male quattro volte al quinto metatarso...
Quando arrivò a Firenze, anche se aveva solo 22 anni aveva già una certa fama dato che era reduce dal mondiale di calcio giocato per lui in casa dove la sua Svezia, anche grazie i suoi 4 gol in 5 partite si fermò solo in finale al cospetto dell'imberbe Pelè.
Il compito che lo aspettava a Firenze era davvero ingrato: non far rimpiangere Julinho che preso dalla saudade dopo soli due (fantastici) campionati a Firenze tornò nel suo Brasile.
Ci rimase quasi dieci anni segnando 151 gol prima di finire la carriera al Milan dove si tolse altre soddisfazioni.

A Firenze alzò al cielo la Coppa delle Coppe 1961, che ricordiamo essere il primo trofeo internazionale vinto da una squadra italiana, ma spesso arrivò secondo e lui ci scherzava.
"Ebbi la fortuna di ritrovarmi in una grande Fiorentina. Il primo fu un campionato fantastico, realizzammo 96 gol e io ne feci 26. Non vinsi però mai la classifica cannonieri. Nel primo anno feci 26 gol ma Angelillo ne fece 35, nel secondo anno ne feci ancora 26 ma sivori ne fece "7, insomma arrivavo sempre secondo..."

Uomo garbato, educato e gentile fuori e dentro il campo, si contano sulle mani le ammonizioni in carriera era un'ala destra elegante e micidiale che di Firenze si innamorò al primo colpo.
Il suo racconto pieno di amore e di poesia per Firenze che mi fece quando lo intervistai per il libro che ho scritto a quattro mani nel 2004 con Paolo Melani "80 anni di storia Fiorentina" (da cui sono estratte anche le foto esclusive che trovate a corredo dell'articolo) è rimasto stampato nel mio cuore e nella mia testa al punto che, ogni volta che rientro a Firenze dalla via Bolognese non posso che ripensare a quel racconto.

"Firenze era molto diversa da com'è oggi. Era molto bella. Ricordo che partì da Padova con Marianne e le bambine (allora avevo già due figlie) in automobile e giunsi a Firenze dalla via Bolognese che era notte (all'epoca l'autostrada ancora non esisteva) e vidì così, all'improvviso davanti a me comparire l'immagine della Firenze notturna. Era bellissima! 
Anche mia moglie rimase entusiasta come la vide. Ci fermammo in un piazzale ad ammirarla e poi ci guardammo fra di noi. Non avremmo mai più abbandonato questa città!"


Ti voglio ricordare così con questa dichiarazione d'amore eterno per la tua, la nostra Firenze. Ciao Uccellino!
 

Lascia un commento
stai rispondendo a